Differenze tra le versioni di "Pitone"

(3 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 1: Riga 1:
È il mitico drago o serpente gigantesco ucciso dal dio [[Apollo]] a [[Delfi]], luogo in cui poi egli stabilirà il proprio altare e l'oracolo sacro, officiato da sacerdotesse il cui nome (pizie) ricorda l'antico mostro vinto. Di questa vicenda, narrata da più scrittori, esistono almeno quattro varianti, oltre ad una quinta in cui il mostro diventa di sesso femminile e si chiama [[Delphyne]]. Nella prima e più antica versione (escludendo quella di [[Delphyne]], che è la più antica in assoluto) il mostro si trova a [[Delfi]] a guardia di un preesistente oracolo sacro alla dea [[Gea]] o [[Temi]]. [[Apollo]] uccide il drago e, dopo una opportuna purificazione, si sostituisce alle dee nella "gestione" dell'oracolo. Nella seconda versione [[Era]], gelosa di [[Latona]], invia contro quest'ultima, messa incinta da [[Zeus]], il serpente Pitone. [[Latona]] si salva fuggendo nell'isola di [[Delo]], ma successivamente il figlio [[Apollo]] va a cercare il mostro a [[Delfi]] e lo uccide, per vendicare l'attacco portato a suo tempo contro la madre. Nella terza versione è la dea Latona che porta i suoi figlioletti. [[Apollo]] ed [[Artemide]], appena nati, a [[Delfi]], dove viene assalita dal mostro; ma il piccolo [[Apollo]] è lesto ad uccidere Pitone con le sue trecce, pur stando ancora in braccio alla madre. Nell'ultima versione il mostro viene razionalizzato come un brigante di nome Pitone, che infesta il territorio di [[Delfi]] e che il dio, richiestone dagli abitanti, uccide. Pitone era figlio di [[Gea]], la Terra, e di [[Tartaro]]. Il luogo da lui abitato varia nelle diverse tonti: il più comune è ovviamente [[Delfi]]; ma si parla anche del monte [[Parnaso]], dell'[[Eubea]] o della [[Tessaglia]]. Il suo aspetto era di semplice serpente, sia pur gigantesco, ed era particolarmente nefasto per gli abitanti del luogo. Per dare un'idea delle sue dimensioni basti dire che, secondo Callimaco, cingeva il monte [[Parnaso]] nove volte nelle sue spire, e che il suo cadavere, dopo la lotta con [[Apollo]], copriva ben cento acri di terra. Il mito di Pitone rientra nella vastissima casistica del tema dell eroe vincitore del [[Drago]], e trova un suo parallelo, sempre in Grecia, nella lotta di [[Zeus]] contro [[Tifone]].
+
È il mitico drago o serpente gigantesco ucciso dal dio [[Apollo]] a [[Delfi]], luogo in cui poi egli stabilirà il proprio altare e l'oracolo sacro, officiato da sacerdotesse il cui nome (pizie) ricorda l'antico mostro vinto. Di questa vicenda, narrata da più scrittori, esistono almeno quattro varianti, oltre ad una quinta in cui il mostro diventa di sesso femminile e si chiama [[Delphyne]]. Nella prima e più antica versione (escludendo quella di [[Delphyne]], che è la più antica in assoluto) il mostro si trova a [[Delfi]] a guardia di un preesistente oracolo sacro alla dea [[Gea]] o [[Temi (1)|Temi]]. [[Apollo]] uccide il drago e, dopo una opportuna purificazione, si sostituisce alle dee nella "gestione" dell'oracolo. Nella seconda versione [[Era]], gelosa di [[Latona]], invia contro quest'ultima, messa incinta da [[Zeus]], il serpente Pitone. [[Latona]] si salva fuggendo nell'isola di [[Delo]], ma successivamente il figlio [[Apollo]] va a cercare il mostro a [[Delfi]] e lo uccide, per vendicare l'attacco portato a suo tempo contro la madre. Nella terza versione è la dea Latona che porta i suoi figlioletti. [[Apollo]] ed [[Artemide]], appena nati, a [[Delfi]], dove viene assalita dal mostro; ma il piccolo [[Apollo]] è lesto ad uccidere Pitone con le sue trecce, pur stando ancora in braccio alla madre. Nell'ultima versione il mostro viene razionalizzato come un brigante di nome Pitone, che infesta il territorio di [[Delfi]] e che il dio, richiestone dagli abitanti, uccide. Pitone era figlio di [[Gea]], la Terra, e di [[Tartaro]]. Il luogo da lui abitato varia nelle diverse tonti: il più comune è ovviamente [[Delfi]]; ma si parla anche del monte [[Parnaso]], dell'[[Eubea]] o della [[Tessaglia]]. Il suo aspetto era di semplice serpente, sia pur gigantesco, ed era particolarmente nefasto per gli abitanti del luogo. Per dare un'idea delle sue dimensioni basti dire che, secondo Callimaco, cingeva il monte [[Parnaso]] nove volte nelle sue spire, e che il suo cadavere, dopo la lotta con [[Apollo]], copriva ben cento acri di terra. Il mito di Pitone rientra nella vastissima casistica del tema dell eroe vincitore del [[Drago]], e trova un suo parallelo, sempre in Grecia, nella lotta di [[Zeus]] contro [[Tifone]].
  
 +
[[Categoria:Mitologia Classica]]
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
[[Categoria:Europa]]
 
[[Categoria:Europa]]
 
[[Categoria:Mediterraneo]]
 
[[Categoria:Mediterraneo]]
 
[[Categoria:Grecia]]
 
[[Categoria:Grecia]]
 +
[[Categoria:Creature Fantastiche]]
 
[[Categoria:Draghi]]
 
[[Categoria:Draghi]]
 +
[[Categoria:Sesso: Maschio]]
 +
[[Categoria:Aspetto: Animale]]
 +
[[Categoria:Indole: Benevola]]
 +
[[Categoria:Elemento: Non specificato]]
 +
[[Categoria:Habitat: Non specificato]]

Versione delle 16:54, 7 ago 2019

È il mitico drago o serpente gigantesco ucciso dal dio Apollo a Delfi, luogo in cui poi egli stabilirà il proprio altare e l'oracolo sacro, officiato da sacerdotesse il cui nome (pizie) ricorda l'antico mostro vinto. Di questa vicenda, narrata da più scrittori, esistono almeno quattro varianti, oltre ad una quinta in cui il mostro diventa di sesso femminile e si chiama Delphyne. Nella prima e più antica versione (escludendo quella di Delphyne, che è la più antica in assoluto) il mostro si trova a Delfi a guardia di un preesistente oracolo sacro alla dea Gea o Temi. Apollo uccide il drago e, dopo una opportuna purificazione, si sostituisce alle dee nella "gestione" dell'oracolo. Nella seconda versione Era, gelosa di Latona, invia contro quest'ultima, messa incinta da Zeus, il serpente Pitone. Latona si salva fuggendo nell'isola di Delo, ma successivamente il figlio Apollo va a cercare il mostro a Delfi e lo uccide, per vendicare l'attacco portato a suo tempo contro la madre. Nella terza versione è la dea Latona che porta i suoi figlioletti. Apollo ed Artemide, appena nati, a Delfi, dove viene assalita dal mostro; ma il piccolo Apollo è lesto ad uccidere Pitone con le sue trecce, pur stando ancora in braccio alla madre. Nell'ultima versione il mostro viene razionalizzato come un brigante di nome Pitone, che infesta il territorio di Delfi e che il dio, richiestone dagli abitanti, uccide. Pitone era figlio di Gea, la Terra, e di Tartaro. Il luogo da lui abitato varia nelle diverse tonti: il più comune è ovviamente Delfi; ma si parla anche del monte Parnaso, dell'Eubea o della Tessaglia. Il suo aspetto era di semplice serpente, sia pur gigantesco, ed era particolarmente nefasto per gli abitanti del luogo. Per dare un'idea delle sue dimensioni basti dire che, secondo Callimaco, cingeva il monte Parnaso nove volte nelle sue spire, e che il suo cadavere, dopo la lotta con Apollo, copriva ben cento acri di terra. Il mito di Pitone rientra nella vastissima casistica del tema dell eroe vincitore del Drago, e trova un suo parallelo, sempre in Grecia, nella lotta di Zeus contro Tifone.