Differenze tra le versioni di "Penteo"

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Figlio di [[Agave]] e di [[Echione]], che era uno degli Sparti nati dai denti del drago ucciso da [[Cadmo]]: divenne re di [[Tebe]]. Poiché la madre era sorella di [[Semele]], Penteo era cugino di [[Dioniso]], del quale però disprezzava il culto. Proprio questo determinò la sua morte. La tragica storia di Penteo ebbe inizio quando suo cugino [[Dioniso]], conquistata l'Asia, decise di tornare nella natia [[Tebe]] per imporvi il suo culto. Malgrado i cauti consigli del nonno [[Cadmo]] e gli ammonimenti dell'indovino [[Tiresia]], Penteo volle opporsi ai riti orgiastici che giudicava sconvenienti, trattando [[Dioniso]] alla stregua di un impostore e di un ciarlatano. Avendo fatto prigioniero [[Acete]], l'ex pirata della Meonia divenuto sacerdote di [[Dioniso]] ne ordinò la condanna a morte ma il dio lo liberò. Tentò allora di fare incatenare lo stesso dio ma questi si liberò dai lacci e provocò l'incendio del palazzo reale. Per porre fine alla situazione, Penteo si recò di persona sul monte [[Citerone]] con lo scopo di sorprendere le donne di [[Tebe]] che partecipavano ai riti, ma esse lo scorsero nascosto tra le fronde di un pino e, in preda alla furia dell'estasi bacchica, si avventarono su di lui dilaniandolo a mani nude. La prima a infierire fu la madre [[Agave]] che, scambiandolo per un leone di montagna, gli staccò la testa che poi portò fieramente a [[Tebe]] conficcata in cima a un tirso.
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Figlio di [[Agave]] e di [[Echione]], che era uno degli Sparti nati dai denti del drago ucciso da [[Cadmo]]: divenne re di [[Tebe]]. Poiché la madre era sorella di [[Semele]], Penteo era cugino di [[Dioniso]], del quale però disprezzava il culto. Proprio questo determinò la sua morte. La tragica storia di Penteo ebbe inizio quando suo cugino [[Dioniso]], conquistata l'Asia, decise di tornare nella natia [[Tebe]] per imporvi il suo culto. Malgrado i cauti consigli del nonno [[Cadmo]] e gli ammonimenti dell'indovino [[Tiresia]], Penteo volle opporsi ai riti orgiastici che giudicava sconvenienti, trattando [[Dioniso]] alla stregua di un impostore e di un ciarlatano. Avendo fatto prigioniero [[Acete]], l'ex pirata della Meonia divenuto sacerdote di [[Dioniso]], ne ordinò la condanna a morte ma intervenne il dio che liberò il suo seguace. Tentò allora di fare incatenare lo stesso Dioniso ma questi si liberò dai lacci e provocò l'incendio del palazzo reale. Per porre fine alla situazione, Penteo si recò di persona sul monte [[Citerone]] con lo scopo di sorprendere le donne di [[Tebe]] che partecipavano ai riti, ma esse lo scorsero nascosto tra le fronde di un pino e, in preda alla furia dell'estasi bacchica, si avventarono su di lui dilaniandolo a mani nude. La prima a infierire fu la madre [[Agave]] che, scambiandolo per un leone di montagna, gli staccò la testa che poi portò fieramente a [[Tebe]] conficcata in cima a un tirso.
  
 
[[Categoria: Mitologia Greca]]
 
[[Categoria: Mitologia Greca]]

Versione delle 17:04, 4 lug 2011

Figlio di Agave e di Echione, che era uno degli Sparti nati dai denti del drago ucciso da Cadmo: divenne re di Tebe. Poiché la madre era sorella di Semele, Penteo era cugino di Dioniso, del quale però disprezzava il culto. Proprio questo determinò la sua morte. La tragica storia di Penteo ebbe inizio quando suo cugino Dioniso, conquistata l'Asia, decise di tornare nella natia Tebe per imporvi il suo culto. Malgrado i cauti consigli del nonno Cadmo e gli ammonimenti dell'indovino Tiresia, Penteo volle opporsi ai riti orgiastici che giudicava sconvenienti, trattando Dioniso alla stregua di un impostore e di un ciarlatano. Avendo fatto prigioniero Acete, l'ex pirata della Meonia divenuto sacerdote di Dioniso, ne ordinò la condanna a morte ma intervenne il dio che liberò il suo seguace. Tentò allora di fare incatenare lo stesso Dioniso ma questi si liberò dai lacci e provocò l'incendio del palazzo reale. Per porre fine alla situazione, Penteo si recò di persona sul monte Citerone con lo scopo di sorprendere le donne di Tebe che partecipavano ai riti, ma esse lo scorsero nascosto tra le fronde di un pino e, in preda alla furia dell'estasi bacchica, si avventarono su di lui dilaniandolo a mani nude. La prima a infierire fu la madre Agave che, scambiandolo per un leone di montagna, gli staccò la testa che poi portò fieramente a Tebe conficcata in cima a un tirso.