Differenze tra le versioni di "Palici"

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Divinità ctoniche, protettrici della zona vulcanica della piana di Catania furono ritenuti due figli gemelli di [[Zeus]] o del dio locale [[Adrano]] e della ninfa [[Talia (4)|Talia]]. Per sottrarsi alla persecuzione della gelosissima [[Era]], [[Talia (4)|Talia]] si era fatta nascondere da [[Zeus]] sotto terra; ed, un giorno, poco lontano dal fiume [[Simmete]] (che scorreva nella Sicilia) si videro uscire dalla terra i due bambini che la ninfa aveva partoriti e che furono chiamati Palici dalle parole greche: ''pàlin ikèsthai'', che vogliono dire ''nati due volte'': cioè da [[Talia (4)|Talia]] e dalla terra. Essi professavano l'arte degli indovini; nei pressi del tempio dove rendevano i loro oracoli, sgorgava una sorgente di acqua bollente e sulfurea, che la superstizione credeva fosse stata culla dei due gemelli, subito assunti nel novero degli déi. Sulla sponda del laghetto, si usava, quando sorgeva qualche lite fra gli abitanti del luogo, di asseverare con giuramento i termini della controversia; e lo spergiuro era perseguitato dal castigo degli déi. Nel tempio dei Palici si rifugiavano pure gli schiavi maltrattati dai padroni; e a questi era proibito di andarli a riprendere, se non dopo aver prestato giuramento, in nome dei fratelli Palici, di trattare con umanità e dolcezza i propri dipendenti. Per questo motivo il tempio dei fratelli Palici divenne centro di ribellioni di schiavi.
 
Divinità ctoniche, protettrici della zona vulcanica della piana di Catania furono ritenuti due figli gemelli di [[Zeus]] o del dio locale [[Adrano]] e della ninfa [[Talia (4)|Talia]]. Per sottrarsi alla persecuzione della gelosissima [[Era]], [[Talia (4)|Talia]] si era fatta nascondere da [[Zeus]] sotto terra; ed, un giorno, poco lontano dal fiume [[Simmete]] (che scorreva nella Sicilia) si videro uscire dalla terra i due bambini che la ninfa aveva partoriti e che furono chiamati Palici dalle parole greche: ''pàlin ikèsthai'', che vogliono dire ''nati due volte'': cioè da [[Talia (4)|Talia]] e dalla terra. Essi professavano l'arte degli indovini; nei pressi del tempio dove rendevano i loro oracoli, sgorgava una sorgente di acqua bollente e sulfurea, che la superstizione credeva fosse stata culla dei due gemelli, subito assunti nel novero degli déi. Sulla sponda del laghetto, si usava, quando sorgeva qualche lite fra gli abitanti del luogo, di asseverare con giuramento i termini della controversia; e lo spergiuro era perseguitato dal castigo degli déi. Nel tempio dei Palici si rifugiavano pure gli schiavi maltrattati dai padroni; e a questi era proibito di andarli a riprendere, se non dopo aver prestato giuramento, in nome dei fratelli Palici, di trattare con umanità e dolcezza i propri dipendenti. Per questo motivo il tempio dei fratelli Palici divenne centro di ribellioni di schiavi.
  
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[[Categoria:Mitologia Classica]]
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
[[Categoria:Europa]]
 
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Versione delle 20:30, 12 dic 2018

Divinità ctoniche, protettrici della zona vulcanica della piana di Catania furono ritenuti due figli gemelli di Zeus o del dio locale Adrano e della ninfa Talia. Per sottrarsi alla persecuzione della gelosissima Era, Talia si era fatta nascondere da Zeus sotto terra; ed, un giorno, poco lontano dal fiume Simmete (che scorreva nella Sicilia) si videro uscire dalla terra i due bambini che la ninfa aveva partoriti e che furono chiamati Palici dalle parole greche: pàlin ikèsthai, che vogliono dire nati due volte: cioè da Talia e dalla terra. Essi professavano l'arte degli indovini; nei pressi del tempio dove rendevano i loro oracoli, sgorgava una sorgente di acqua bollente e sulfurea, che la superstizione credeva fosse stata culla dei due gemelli, subito assunti nel novero degli déi. Sulla sponda del laghetto, si usava, quando sorgeva qualche lite fra gli abitanti del luogo, di asseverare con giuramento i termini della controversia; e lo spergiuro era perseguitato dal castigo degli déi. Nel tempio dei Palici si rifugiavano pure gli schiavi maltrattati dai padroni; e a questi era proibito di andarli a riprendere, se non dopo aver prestato giuramento, in nome dei fratelli Palici, di trattare con umanità e dolcezza i propri dipendenti. Per questo motivo il tempio dei fratelli Palici divenne centro di ribellioni di schiavi.