Orfeo

SCHEDA
Orfeo suona la lira.jpg
IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[]] e [[]]
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Grecia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Greci
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Semidèi
Sottotipologia: Eroi
Specificità: Eroi Classici
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Benevola
Elemento: Terra
Habitat: -
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE
Amori Musica

Poeta mitico di origine tracia, figlio del re Eagro e della musa Calliope, nonché cugino di Reso e marito della ninfa Euridice. La bellezza della sua voce era tale da muovere le pietre e da ammansire gli animali feroci.

LA SPEDIZIONE DEGLI ARGONAUTI[modifica]

Accompagnò gli Argonauti nell'impresa del vello d'oro: quando la nave si avvicinò allo scoglio delle Sirene, Orfeo intonò un canto con tutta la potenza della sua voce in modo da coprire i richiami suadenti delle perfide incantatrici.

ORFEO ED EURIDICE[modifica]

Tornato dalla Colchide, si era stabilito nella Pieria, sulle coste merdionali della Tracia, e lì sposò la bella ninfa Euridice. In quello stesso tempo, dalla lontana Libia, in cui era nato da Apollo e da Cirene, si traferì in Tracia Aristeo, benemerito per aver insegnato agli uomini molti utili precetti agrocoli e per averli tra l'altro iniziato all'apicoltura. Costui si innamorò pazzamente di Euridice e di continuo l'impotunava con le sue pretese d'amore.
Quando Euridice, fuggendo da Aristeo che la inseguiva, fu morsa da un serpente e morì. Orfeo decise allora di andare a cercarla nell'Ade, e scese infatti laggiù, nelle tenebrose case dei morti. Lì i desolati accenti della sua lira, il suo lamentoso canto funebre, le sue affannate implorazioni avevano fatto accorrere le anime dei trapassati da ogni più remoto angolo, e tutte ascoltavano, silenziose come gli uccelli della notte. Cerbero non latrava più, Caronte non traghettava più le ombre, la ruota d'Issione si era fermata, Tantalo non sentiva più sete e fame, tutti i tormenti erano stati sospesi in virtù di quel canto. Commossa , Persefone gli concesse di riprendersi Euridice a patto che durante il viaggio non si volgesse mai indietro per guardarla. Senonchè, quando i due sposi furono giunti alla fine della via sotterranea e già si vedeva, in fondo al cunicolo, disegnarsi in un alone la porta che conduceva alla luce, Orfeo non riuscì più a contenere la propria impazienza e si volse indietro dove doveva essere la sua Euridice. Euridice c'era infatti; ma, appena si posò su di lei lo sguardo di Orfeo, impallidì, divenne come trasparente ombra, si dissolse in un gruppo di nebbia. La porta degli inferi si richiuse subito dopo il passaggio di Orfeo; e invano il desolato poeta restò lì fuori per ben sette mesi aspettando che si riaprisse.

MORTE[modifica]

Persuaso alla lunga della vanità della sua attesa, Orfeo tornò tra gli uomini, ma cambiato. Non suonò più la lira, non cantò più. Si legò stabilmente a Calai, col quale aveva già stretto una grande amicizia ai tempi della spedizione degli Argonauti. Odiava ormai tutte le donne e le trattava con disdegno. Non poteva sopportare, in particolare, i tripudi rumorosi dei riti bacchici. Le Menadi, offese da questo suo disprezzo, un giorno nel delirio di una baccanale, gli si gettarono addosso come cagne, lo lapidarono e fecero a pezzi il cadavere. La testa e la lira di Orfeo furono gettare in mare: la corrente marina le trasportò sulle rive dell'isola di Lesbo, l'isola dei poeti. La testa fu collocata nel santuario di Apollo a Lesbo, mentre il corpo fu seppellito presso il monte Olimpo dalle Muse. La lira fu trasformata in una costellazione. Il poeta ottenne l'ingresso nei Campi Elisi.

I MISTERI ORFICI[modifica]

Fu reputato il fondatore della religione orfica (Teogonia, Cosmogonia, Morale), che ebbe larga diffusione, praticata nei misteri detti anch'essi orfici. Secondo tale religione l'anima per un peccato, nemica degli dèi, è relegata nella vita terrena in un corpo come in un carcere. Attraverso l'iniziazione, la pietà, l'estasi, i digiuni, l'osservanza dei riti, deve purificarsi così da trovare grazia nell'Ade e ritornare divina.

PERSONAGGI SIMILI[modifica]

BIBLIOGRAFIA[modifica]

Fonti Antiche[modifica]

Fonti Moderne[modifica]


Titolo Autore Anno
Dizionario di Mitologia Ferrari, Anna 1999
Dizionario di Mitologia Classica. Dèi, eroi, feste Biondetti, Luisa 1997

MUSEO[modifica]