Differenze tra le versioni di "Nott"

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Figlia di [[Norfi]]; è la personificazione della notte; sposa in prime nozze [[Naglfar]] con cui concepisce [[Audhr]].
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Figlia di [[Norfi]]; è la personificazione della notte.
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<br>Era di una bellezza selvaggia, affascinante e terrificante nello stesso tempo, con una carnagione scura come la pece ed i capelli nerissimi.
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==I matrimoni di Nott==
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Nott sposò [[Naglfari]], "oscurante", e dalla loro unione nacque [[Audhr]], "spazio".
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<br>Ma la gigantessa non si accontentò di un unico marito e convolò in seconde nozze con [[Anarr]], "secondo", dal quale ebbe una figlia che chiamarono [[Jordh]], "terra".
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<br>Nott, però, non aveva ancora trovato quella che comunemente si chiama anima gemella e continuava a trascorrere notti inquiete. Infine conobbe [[Dellingr]], "giorno di primavera", e fu colpita dalla sua avvenenza, dalla radiosità del suo volto, specchio fedele dei nome che portava. Facevano davvero una coppia ben assortita: rappresentanti del sogno mai realizzato della fusione degli opposti.
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<br>La felicità della coppia di giganti fu completata dalla nascita di un figlio, [[Dagr]], "giorno". Il fanciullo somigliava tutto al padre, tanto il suo colorito era candido e luminoso, i suoi capelli riflettevano i raggi del sole infondendo tutt'intorno un senso di beatitudine. Gli dèi vollero manifestare concretamente la loro esultanza per tanta bellezza e regalarono ai genitori due magnifici destrieri ed un ricchissimo carro.
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I due cavalli erano tanto veloci da poter fare un giro della terra in solo dodici ore. Nott chiamò il suo destriero [[Hrimfaxi]] "gelida criniera", che alla fine della sua sgroppata quotidiana intorno alla terra lascia pendere dal suo morso dei sottili filamenti di bava che, adagiati sui fili d'erba, sono visibili ogni mattina ai mortali: è la rugiada mattutina.
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<br>Non appena arriva Nott in sella al suo destriero, Dagr si lancia al galoppo con il suo [[Skinfaxi]] "luminosa criniera" e anch'egli, come la madre, cavalca per dodici ore, raggiungendo tutti i punti della terra. La criniera del cavallo, fatta di filamenti molto più luminosi del fulgido oro, rimanda sulla terra la luce solare, illuminando tutti i luoghi attraversati dal gigantesco cavaliere.
  
 
[[Categoria:Mitologia Norrena]]
 
[[Categoria:Mitologia Norrena]]

Versione delle 17:35, 27 feb 2013

Figlia di Norfi; è la personificazione della notte.
Era di una bellezza selvaggia, affascinante e terrificante nello stesso tempo, con una carnagione scura come la pece ed i capelli nerissimi.

I matrimoni di Nott

Nott sposò Naglfari, "oscurante", e dalla loro unione nacque Audhr, "spazio".
Ma la gigantessa non si accontentò di un unico marito e convolò in seconde nozze con Anarr, "secondo", dal quale ebbe una figlia che chiamarono Jordh, "terra".
Nott, però, non aveva ancora trovato quella che comunemente si chiama anima gemella e continuava a trascorrere notti inquiete. Infine conobbe Dellingr, "giorno di primavera", e fu colpita dalla sua avvenenza, dalla radiosità del suo volto, specchio fedele dei nome che portava. Facevano davvero una coppia ben assortita: rappresentanti del sogno mai realizzato della fusione degli opposti.
La felicità della coppia di giganti fu completata dalla nascita di un figlio, Dagr, "giorno". Il fanciullo somigliava tutto al padre, tanto il suo colorito era candido e luminoso, i suoi capelli riflettevano i raggi del sole infondendo tutt'intorno un senso di beatitudine. Gli dèi vollero manifestare concretamente la loro esultanza per tanta bellezza e regalarono ai genitori due magnifici destrieri ed un ricchissimo carro. I due cavalli erano tanto veloci da poter fare un giro della terra in solo dodici ore. Nott chiamò il suo destriero Hrimfaxi "gelida criniera", che alla fine della sua sgroppata quotidiana intorno alla terra lascia pendere dal suo morso dei sottili filamenti di bava che, adagiati sui fili d'erba, sono visibili ogni mattina ai mortali: è la rugiada mattutina.
Non appena arriva Nott in sella al suo destriero, Dagr si lancia al galoppo con il suo Skinfaxi "luminosa criniera" e anch'egli, come la madre, cavalca per dodici ore, raggiungendo tutti i punti della terra. La criniera del cavallo, fatta di filamenti molto più luminosi del fulgido oro, rimanda sulla terra la luce solare, illuminando tutti i luoghi attraversati dal gigantesco cavaliere.