Differenze tra le versioni di "Nirvana"

 
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Versione attuale delle 23:51, 11 dic 2018

Termine sanscrito che significa «cessazione», «estinzione» (in lingua pali si dice nibbana).

Induismo[modifica]

Per gli induisti il nirvana esprime la condizione della liberazione, dell'estinzione dell'atman (anima individuale) nell'oceano cosmico del brahmano.

Buddhismo[modifica]

Nel buddhismo rappresenta lo scopo finale perseguito da tutte le dottrine, dopo aver raggiunto l'illuminazione (bodhi) mediante la liberazione (moksha) da tutte le illusioni e i desideri. Nirvana non è un luogo fisico, ma una condizione della coscienza liberata dal dolore, pervenuta a una quiete totale, data dall'uscita definitiva del saggio dal ciclo delle morti e delle rinascite (sam-sara) e dalla dissoluzione del suo karma. Il nirvana è un concetto spesso frainteso dalla sensibilità occidentale, poiché non si tratta di un'estinzione, intesa come un annullamento totale dell'individuo: infatti, non si estingue l'Io, bensì l'illusione che esista veramente l'Io. Il nirvana è concepito diversamente dalle scuole Hinayana e Mahayana: per la prima esso è l'Assoluto contrapposto al mondo fenomenico, ritenuto realmente esistente; per la seconda il mondo fenomenico e il nirvana non sono che due facce della stessa medaglia; solo il saggio perviene a tale illuminante conclusione.