Differenze tra le versioni di "Ninfe"

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Versione delle 10:29, 18 nov 2011

Divinità minori, legate agli elementi della natura. Già in Omero (Odissea VI, 108 ss. e XIII, 356) si assiste ad una loro prima specializzazione in ninfe delle acque sorgive, del mare, dei boschi e dei monti. Fisicamente, nell'iconografia non hanno particolari caratteristiche che le distinguano le une dalle altre; nell'epoca arcaica sono figure femminili panneggiate in lunghe vesti; nel tempo scoprono via via sempre più il torso. Fa tuttavia eccezione a questa iconografia alquanto piatta una serie di vasi in cui il nome Nymphai viene attribuito a delle orride megere dai caratteri negroidi; sembra che ciò sia riferibile ad una tradizione parallela e forse più antica di quella riportata da Omero, secondo la quale le Ninfe sarebbero state sorelle dei Satiri e dei Cabiri. Nella mitologia greca il numero della categorie di ninfe, dedicate a singoli contesti fisici o geografici, era enorme; ne ricordo solo alcuni nomi: quelle celesti o Uranie; quelle terrestri che si dividevano in Oreadi ed Orestiadi (o Orodemniadi), delle montagne; Napee, delle valli; Limoniadi, delle radure e dei prati; Alseidi, Driadi e Amadriadi, dei boschi e degli alberi; Meliadi, dei frassini, Agrostine, dei campi, Querquetulane, delle querce . Le ninfe acquatiche si dividevano invece in Oceanine e Nereidi, del mare; Naiadi, dei fiumi, a loro volta divise in Crenee e Pegee, delle sorgenti, insieme alle Potameidi, quelle dei fiumi propriamente detti; Limniadi, dei laghi; Avernali, delle acque infernali. Inoltre esistevano delle sottospecie legate a singoli siti geografici, come le Dodonidi o le Citeronidi. Le ninfe si uniscono spesso a uomini mortali, e i semidei che da loro nascono solitamente diventano grandi guerrieri: in qualche raro caso generano invece creature mostruose, come Gerione figlio di Crisaore e Calliroe.