Neftis

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SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[{{{padre1}}}]] e [[{{{madre1}}}]]
oppure [[{{{padre2}}}]] e [[{{{madre2}}}]]
oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
oppure [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]]
Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Egizia
Continente: Africa
Area: Africa del Nord
Paese: Egitto
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Egizi
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Divinità
Sottotipologia: Divinità Infere
Specificità: Divinità dell'Oltretomba
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Benevola
Elemento: Terra
Habitat: Inferi
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE
Oltretomba

Figlia di Geb e di Nut; moglie del fratello Seth, con i quali fa parte della Grande Enneade. Secondo una versione del mito osiriaco, Nut giacque con il fratello Osiride, scatenando la gelosia del marito e cagionando la guerra fra i due fratelli, che terminò con la morte di Osiride. Pentita, Neftis consolò Iside, sposa del defunto e l'aiutò nella ricerca del cadavere di Osiride che Seth aveva fatto a pezzi e disperso; la aiutò anche nel processo di imbalsamazione del dio; per questo Neftis venne considerata divinità funeraria e come tale effigiata nei sarcofagi e sui papiri funebri. Dall'unione illegittima di Neftis con Osiride sarebbe nato Anubi, dio dalla testa di cane selvatico (sciacallo). Secondo Plutarco (De Iside), tanto fu il dolore che la dea provò nell'apprendere che il marito aveva scoperto l'amorosa tresca che partorì innanzi tempo un figlio «che ebbe poi presso di lei la stessa funzione che i cani hanno presso gli uomini». Forse per questo, Anubi viene rappresentato con la testa di cane. Plutarco denomina Neftis «Teleuté» e la identifica con Nike (la Vittoria) e con Afrodite. Per altri autori la dea rappresenta il giorno che muore.

CULTO[modifica]

Neftis ebbe culto particolare a Diospulis Parva, dove veniva rappresentata in aspetto muliebre col capo sormontato da un castello, simbolo di privilegio; il suo nome infatti deriva da Nabet-Het, «Signora del castello» o «Dea del cielo».