Nauplio (2)

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SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[{{{padre1}}}]] e [[{{{madre1}}}]]
oppure [[{{{padre2}}}]] e [[{{{madre2}}}]]
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Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Grecia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Greci
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Umani
Sottotipologia: Nobili
Specificità: Sovrani
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Neutrale
Elemento:
Habitat:
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE

Figlio di Clitoneo, discendente di Nauplio: fu re dell'Eubea. In gioventù partecipò all'impresa degli Argonauti.
Nauplio era solito navigare e aveva così contatti con popolazioni lontane; per questo sia Catreo sia Aleo gli affidarono le figlie da vendere come schiave (o per gettarle in mare). Catreo, re di Creta, avendo saputo che sarebbe morto per mano dei suoi discendenti, affidò le figlie Erope e Climene a Nauplio perché le portasse via da Creta (l'altra figlia, Apemosine, e il figlio Altemene avevano già lasciato l'isola). Erope divenne la moglie di Plistene, o di Atreo, e da lui ebbe Agamennone e Menelao; Climene divenne la moglie di Nauplio e lo rese padre di Eace, Palamede e Nausimedonte.
Aleo, re di Tegea, in Arcadia, quando seppe che la figlia Auge aveva partorito, espose sul monte Partenio il bambino, che fu allattato da una cerva, e mandò la figlia dal re Nauplio; questi a sua volta la diede al re della Misia, Teutra, che la sposò. In seguito Telefo, nato da Auge e da Eracle, seguendo le indicazioni dell'oracolo di Delfi, ritrovò la madre in Misia, fu adottato da Teutra e alla morte di questi ereditò il regno.
Quando il figlio Palamede morì lapidato dai Greci, grazie a false prove di tradimento costruite ad arte da Ulisse che si vendicò così di quando Palamede aveva smascherato la falsa pazzia che il re di Itaca aveva inscenato per non partire per la guerra.
Quando Nauplio l'aveva saputo, subito aveva raggiunto l'esercito greco, chiedendo giustizia per il figlio, ma era ripartito senza ottenerla, perché tutti appoggiavano Agamennone, il quale preferì credere al comodo inganno di Ulisse, piuttosto che alla difficile prova di innocenza di Palamede.
Nauplio, allora dedicò la sua vita a vendicare la morte del figlio.
Aveva acceso dei falsi segnali di fuoco sul monte Cafereo, quello che adesso si chiama Silofago, affinché i Greci seguendo quei fuochi, che credevano trattarsi di un porto, si schiantassero sugli scogli.
Inoltre costeggiò tutte le regioni della Grecia, istigando le mogli dei capi greci a tradire i loro mariti assenti: così Clitennestra commise adulterio con Egisto, Egialia (moglie di Diomede) con Comete, e Meda, sposa di Idomeneo, con Leuco.
L'odio di Nauplio si trasmise anche ai suoi figli che accorsero in aiuto di Egisto contro Oreste, ma furono uccisi da Pilade.
Quando Nauplio seppe che Ulisse si era salvato dal naufragio, si uccise.
Nauplio non è nominato nei poemi omerici.

BIBLIOGRAFIA

Fonti Antiche

  • Apollodoro, Biblioteca, II 1,5 - 7,4; III 2,2