Nani

Un nano guerriero

La miniaturizzazione nasce da una visione antropomorfizzata della natura, che rivela, nelle pieghe della sua apparente staticità, un brulichìo di vita minuscola ed insospettata. Ogni elemento nasconde un formicolìo di ignoti esseri viventi: fate, gnomi, folletti, pigmei. La miniatura valorizza proprio quei lati accessori e quei dettagli, che si potrebbe pensare che debbano invece sfuggire a causa della piccolezza; inopinatamente invece, alla insignificanza della dimensione, si oppone una dilatazione del valore: la miniatura ricrea il cosmo, permette, attraverso la condensazione dei significati, di reinventare e padroneggiare un'intera realtà; come dice Bachelard «il minuscolo, porta stretta per eccellenza, apre un mondo. Il dettaglio di una cosa può essere segno di un mondo nuovo, di un mondo che, come tutti i mondi, contiene gli attributi della grandezza. La miniatura è una delle abitazioni della grandezza». Come il gigantismo, anche la miniaturizzazione rappresenta una partecipazione congenita dell'essere alla natura. Ma mentre il gigantismo discende da una visione cosmica unitaria, in cui la terra non è che la trasformazione del corpo di qualche gigante primigenio, la miniatura rappresenta invece una visione di un cosmo composito, lussureggiante di vita, personalizzato in ogni sua manifestazione; un cosmo vivace, dinamico, quanto l'altro è lento o addirittura statico. La miniaturizzazione seguita a mantenere quel carattere di aderenza alla natura, che per il gigantismo rappresenta solo una fase molto antica, e pressoché dimenticata.

I nani originariamente, erano esseri legati alla cosiddetta terza funzione del Dumézil, quella produttiva, che un tempo si identificava con il potere generatore della terra. Questo legame con la terra, crea anche un parallelismo col mondo della morte, di cui i nani posseggono molte caratteristiche, tanto che si pensa che essi non siano stati, in origine, che spiriti dei morti; il comportamento sovente maligno che viene attribuito ai Folletti, punta in favore di questa ipotesi. Tra i più celebri nani protagonisti, in Europa, di saghe e romanzi medievali, Andvari e Reginn, nell'Edda scandinava; Alberico, nei Nibelunghi; Oberon, il re delle fate del poema Huon de Bordeaux, ed il tirolese Laurino. Nella mitologia degli Osseti, popolazione caucasica, vengono citate delle popolazioni mitiche di esseri nani: gli Yesp e gli Acan, così piccoli, questi ultimi, ed esili che, quando camminano tra l'erba alta, sono invisibili. In Africa esistono numerosissime leggende che fanno cenno a misteriosi popoli di dimensioni minime, alle quali la scoperta della reale esistenza dei Pigmei ha dato un impulso di credibilità. Si tratta di esseri che avrebbero preceduto l'homo sapiens nella conquista del territorio; di essi esistono centinaia di varianti nominali, delle quali abbiamo scelto solo pochi casi più noti o indagati.