Differenze tra le versioni di "Museo:Pittore della Chimera"

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Versione attuale delle 22:32, 14 nov 2021

Uno dei più notevoli e vigorosi ceramografi corinzi del primo quarto del VI sec. a. C. (Corinzio Medio). Ha dipinto soprattutto piatti e tazze. Il nome, datogli dal Payne, deriva dalla Chimera dipinta sul piatto di Vienna n. 193.
Il Payne ha riunito per primo sotto questo nome un gruppo di piatti e tazze; altri vasi sono stati in seguito attribuiti al pittore o alla sua scuola. Il Pittore della Chimera predilige inquadrare nello spazio circolare del piatto, o della tazza, una o due figure in schema araldico, che campeggiano nei tondo ardite e vigorose, massicce, monumentali, talvolta un poco enfatiche. I suoi animali reali e fantastici, ricordano quelli di un pittore attico con temporaneo, il Pittore della Gorgone (si confronti per esempio, l'anfora del Louvre E 817).
Talvolta il piatto ha un solo motivo floreale, come il piatto di Berkeley (California) n. 8/104, con palmette e fiori di loto incrociati, motivo che ha qui un rigoglio e una forza decorativa notevoli. Tra i migliori lavori sono il piatto viennese, a cui il pittore deve il nome e due piatti al Louvre, S 1679 con leonessa e fiore di loto; CA 1629 con sirena barbuta.
Il pittore usa una ricca policromia, ricerca l'alternanza e i contrasti dei rossi e dei neri, fa l'incisione sicura e ardita, spesso unicamente decorativa: il suo senso del decorativo è veramente notevole. I motivi di riempimento sono rari. E stato supposto dal Benson che egli fosse allievo del Pittore di Palermo 489, di cui continuerebbe la tradizione delle figure massicce e vigorose.

OPERE