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Re della città etrusca di [[Caere]] (l'odierna Cerveteri) e padre di [[Lauso]]. Per la sua crudeltà venne cacciato dai sudditi col figlio e si rifugiò presso [[Turno]] al quale offrì il suo appoggio nella resistenza contro i Troiani che all’epoca stavano invadendo il Lazio. Dopo aver fatto una grande strage di nemici, affrontò [[Enea]] in duello, rimanendo ferito. Intervenne [[Lauso]] che si frappose tra i due, permettendo al padre di allontanarsi; quindi senza dire una parola si scagliò a sua volta contro [[Enea]], che lo uccise facilmente.  
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Re della città etrusca di [[Caere]] (l'odierna Cerveteri) e padre di [[Lauso]]: è chiamato talora Mesenzio. Per la sua crudeltà venne cacciato dai sudditi col figlio e si rifugiò presso [[Turno]] al quale offrì il suo appoggio nella resistenza contro i Troiani che all’epoca stavano invadendo il Lazio. In questa guerra trovò come avversari anche gli Etruschi suoi oppositori, che erano guidati dal giovane [[Asture]], divenuto re al suo posto. Dopo aver fatto una grande strage di nemici, affrontò [[Enea]] in duello, rimanendo ferito. Intervenne [[Lauso]] che si frappose tra i due, permettendo al padre di allontanarsi; quindi senza dire una parola si scagliò a sua volta contro [[Enea]], che lo uccise facilmente.  
  
 
== La morte ==
 
== La morte ==
Dopo aver medicato la ferita, Mezenzio sfidò nuovamente [[Enea]], volendo vendicare la morte di [[Lauso]], ma fu ucciso dalla spada dell'eroe. [[Enea]] lo spogliò delle armi permettendo comunque la restituzione del corpo, che venne sepolto nella stessa tomba del figlio.  
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Dopo aver medicato la ferita, Mezenzio sfidò nuovamente [[Enea]], volendo vendicare la morte di [[Lauso]], ma fu ucciso dalla spada dell'eroe. [[Enea]] lo spogliò delle armi permettendo comunque la restituzione del corpo, che venne sepolto nella stessa tomba del figlio.
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*[[Orode]]
 
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*[[Palmo]]
 
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* il giovane siculo figlio di [[Arcente]]
  
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[[Categoria:Esilio]]

Versione delle 12:49, 22 mar 2020

SCHEDA
Noimage.jpg
IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: Mesenzio
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[{{{padre1}}}]] e [[{{{madre1}}}]]
oppure [[{{{padre2}}}]] e [[{{{madre2}}}]]
oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
oppure [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]]
Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
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[[{{{consorte5}}}]]
LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Italia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Romani
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Umani
Sottotipologia: Nobili
Specificità: Sovrani
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Malevola
Elemento:
Habitat:
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE

Re della città etrusca di Caere (l'odierna Cerveteri) e padre di Lauso: è chiamato talora Mesenzio. Per la sua crudeltà venne cacciato dai sudditi col figlio e si rifugiò presso Turno al quale offrì il suo appoggio nella resistenza contro i Troiani che all’epoca stavano invadendo il Lazio. In questa guerra trovò come avversari anche gli Etruschi suoi oppositori, che erano guidati dal giovane Asture, divenuto re al suo posto. Dopo aver fatto una grande strage di nemici, affrontò Enea in duello, rimanendo ferito. Intervenne Lauso che si frappose tra i due, permettendo al padre di allontanarsi; quindi senza dire una parola si scagliò a sua volta contro Enea, che lo uccise facilmente.

La morte

Dopo aver medicato la ferita, Mezenzio sfidò nuovamente Enea, volendo vendicare la morte di Lauso, ma fu ucciso dalla spada dell'eroe. Enea lo spogliò delle armi permettendo comunque la restituzione del corpo, che venne sepolto nella stessa tomba del figlio.


 E ciò dicendo
la gola per se stesso al ferro offerse;
e con un fiume che di sangue sparse
sopra l’armi, versò l’anima e ’l fiato.

(Virgilio, Eneide, X)

Guerrieri etruschi fedeli a Mezenzio e Lauso

Vittime di Mezenzio nella guerra troiano-italica