Differenze tra le versioni di "Medea"

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Versione delle 16:12, 29 mag 2012

Celebre maga, figlia di Eete, re della Colchide, e di Ecate (oppure dell'oceanina Idia). Quando Giasone arrivò nella Colchide a capo degli Argonauti, ella se ne innamorò, e lo aiutò nell'impresa della conquista del vello d'oro. Fuggì poi con lui; inseguita dal padre, per tenerlo a bada tagliò a pezzi il fratellino Absirto, e ne seminò le membra in mare; ciò le permise di fuggire, mentre il padre e i suoi uomini si fermavano a raccattare i miseri resti dell'ucciso, per dargli sepoltura. Giasone e Medea si unirono in matrimonio, dal quale nacquero due maschi, Mermero e Fere. La maga poi ringiovanì il suocero Esone e per vendicarsi di Pelia, usurpatore del trono di Esone, lo fece tagliare a pezzi dalle figlie, dando loro ad intendere di volerlo ringiovanire. Per questo misfatto il popolo di Iolco si sollevò, e Giasone e Medea furono costretti a fuggire a Corinto, dove Giasone si innamorò di Glauce, figlia del re Creonte. Medea allora prima fece morire Glauce con la sua magia, quindi uccise due dei propri figli sotto gli occhi del padre, e se ne fuggì ad Atene, dove, purificatasi dal delitto commesso, divenne sposa di Egeo, dandogli un figlio, Medo. Cercò poi di avvelenare il figliastro, Teseo, venendo costretta a un nuovo esilio. Tornata in Colchide, uccise lo zio Perse che aveva privato del potere Eete, rimettendo il padre sul trono.

Riferimenti artistici

  • Gustave Moreau, Giasone e Medea, dipinto.

Riferimenti musicali

  • Luigi Cherubini, Medea, opera lirica in tre atti.

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