Malindo

Uno dei due figli del conte di Fiandra: insieme al fratello Ardalico viene fatto cavaliere da Carlo Magno.

La morte

Malindo accorre col fratello in aiuto del re franco assediato in Parigi dai saraceni: i due giovani combattono valorosamente al loro arrivo, ma vengono uccisi di spada quella stessa notte da Medoro mentre dormono nella loro tenda, con grande dispiacere del re franco che avrebbe voluto assegnare loro alcune terre in Frisia.


Malindo uccise e Ardalico il fratello,
che del conte di Fiandra erano figli;
e l’uno e l’altro cavallier novello
fatto avea Carlo, e aggiunto all’arme i gigli,
perché il giorno amendui d’ostil macello
con gli stocchi tornar vide vermigli:
e terre in Frisa avea promesso loro,
e date avria; ma lo vietò Medoro.

(Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, canto XVIII)

Interpretazione

Con le uccisioni di Malindo e del fratello si conclude la strage notturna dei cristiani nell' Orlando Furioso; se le prime vittime vengono marchiate dal sarcasmo del poeta, nel prosieguo dell'episodio i toni si fanno via via meno graffianti per sfociare nella malinconia dell'ottava interamente dedicata ai due giovani cavalieri di Fiandra, eroi senza macchia alcuna colti da un'acerba morte. Il poeta scrive per loro quasi un garbato epitaffio, nascita, gesta, investitura, fine violenta: coinvolto quanto basta, senza voler essere altisonante.

Guerrieri noti agli ordini di Malindo e Ardalico

Fonti