Differenze tra le versioni di "Leode"

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== La morte ==
 
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Leode fu tra i [[Proci]] quello cui [[Ulisse]] riservò la sorte più macabra. Durante il massacro dei prentendenti egli si gettò alle ginocchia di [[Ulisse]] implorando di essere risparmiato, ma l'eroe, sordo alle sue preghiere, raccolse la spada di [[Agelao]] (un pretendente ucciso poco prima dall'eroe), e con questa gli tagliò la testa che cadde al suolo mentre ancora parlava.
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Leode fu tra i [[Proci]] quello cui [[Ulisse]] riservò la sorte più macabra. Durante il massacro dei prentendenti egli si gettò alle ginocchia di [[Ulisse]] implorando di essere risparmiato, ma l'eroe, sordo alle sue preghiere, raccolse la spada di [[Agelao]] (un pretendente ucciso poco prima da lui stesso), e con questa gli tagliò la testa che cadde al suolo mentre ancora parlava.
  
 
== Interpretazioni ==
 
== Interpretazioni ==

Versione delle 23:18, 9 dic 2011

Noto anche come Liode, era uno dei Proci, pretendenti di Penelope: era anche aruspice e previde la propria uccisione e quella degli altri pretendenti.

La morte

Leode fu tra i Proci quello cui Ulisse riservò la sorte più macabra. Durante il massacro dei prentendenti egli si gettò alle ginocchia di Ulisse implorando di essere risparmiato, ma l'eroe, sordo alle sue preghiere, raccolse la spada di Agelao (un pretendente ucciso poco prima da lui stesso), e con questa gli tagliò la testa che cadde al suolo mentre ancora parlava.

Interpretazioni

L'episodio resta indimenticabile soprattutto per gli estremi segnali di vita del capo troncato di Leode, ancora capace di profferir parola, come Dolone nell' Iliade o Emazione nelle Metamorfosi ovidiane. Dunque Omero individua la testa quale sede dell'anima, mentre nelle decapitazioni descritte da altri mitografi essa pare piuttosto albergare nel corpo (per esempio i quattro Rutuli che vengono decollati nel sonno da Niso nel nono libro dell' Eneide di Virgilio).