Differenze tra le versioni di "Le Fenicie"

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[[Tiresia]], indovino cieco, afferma che l'unico modo di salvare Tebe è sacrificare il figlio di [[Creonte]], [[Meneceo]], il quale accetta il responso e si uccide. Dopo un attacco fallito dell'esercito di Argo, Eteocle e Polinice si affrontano a duello, dandosi vicendevolmente la morte. Sui loro cadaveri la madre Giocasta si suicida. Creonte, nuovo re di Tebe, condanna Edipo e [[Antigone]] all'esilio, ed essi, affranti, abbandonano Tebe.
  
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Versione delle 20:17, 12 dic 2018

LE FENICIE
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Titolo orig.: Φοίνισσαι
Autore: Euripide
Nazione: {{{nazione}}}
Sezione: Mitologia Greca
Anno: 410 a.C.
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Genere: Tragedia
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Lingua orig.: greco antico
In Biblioteca: {{{biblioteca}}}
Traduzione: italiano

Le fenicie (in greco antico: Φοίνισσαι, Phoínissai) è una tragedia di Euripide, che tratta un episodio del Ciclo tebano. Venne rappresentata per la prima volta nel 410 o 409 a.C. e faceva parte di una trilogia comprendente anche le tragedie Enomao e Crisippo (oggi perdute). L'argomento affrontato è lo stesso dei Sette contro Tebe di Eschilo: la reciproca uccisione dei fratelli Eteocle e Polinice, figli di Edipo.

Trama

Danno il nome alla tragedia un gruppo di donne fenicie che, destinate al santuario di Apollo a Delfi, arrivano a Tebe e assistono alla vicenda che qui ha luogo. I fratelli Eteocle e Polinice si sono accordati per alternarsi, un anno a testa, al comando di Tebe. Scaduto il proprio anno però Eteocle non intende cedere il potere al fratello, sicché Polinice si presenta con un esercito proveniente da Argo (Polinice è marito di Argia, figlia del re di Argo) per reclamare i suoi diritti. Giocasta, madre dei due fratelli, decide di convocarli per tentare di raggiungere un accordo, ma senza risultati. Tiresia, indovino cieco, afferma che l'unico modo di salvare Tebe è sacrificare il figlio di Creonte, Meneceo, il quale accetta il responso e si uccide. Dopo un attacco fallito dell'esercito di Argo, Eteocle e Polinice si affrontano a duello, dandosi vicendevolmente la morte. Sui loro cadaveri la madre Giocasta si suicida. Creonte, nuovo re di Tebe, condanna Edipo e Antigone all'esilio, ed essi, affranti, abbandonano Tebe.

Il Testo

Per visualizzare il testo integrale vai a Biblioteca:Euripide, Le Fenicie