Differenze tra le versioni di "Lamo (2)"

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Lamo trovò la morte insieme ai commilitoni [[Lamiro]] e [[Serrano]], e a [[Remo (2)|Remo]], condottiero del corpo militare cui i tre appartenevano: vennero decapitati da [[Niso (1)|Niso]], entrato furtivamente nella tenda in cui essi dormivano.
 
Lamo trovò la morte insieme ai commilitoni [[Lamiro]] e [[Serrano]], e a [[Remo (2)|Remo]], condottiero del corpo militare cui i tre appartenevano: vennero decapitati da [[Niso (1)|Niso]], entrato furtivamente nella tenda in cui essi dormivano.
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<br>Nel libro IX, ai versi in cui viene descritto il ritrovamento dei giovani rutuli uccisi nel sonno da [[Eurialo]] e [[Niso]], si legge:
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"''Nel campo c'era un uguale cordoglio per il ritrovamento di Ramnete esangue,
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''e di tanti capi uccisi da un'unica spada, e Serrano e Numa''"
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ma il  nome "Numa" non era stato fatto nella descrizione della strage. Si tratta dunque di una svista di Virgilio, che come noto lasciò il suo poema privo dell'ultima revisione.
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<br>Numa dunque muore effettivamente nel libro X, mentre nel libro IX in luogo di "Numa" si deve ipotizzare il nome di un guerriero che condivide lo stesso destino del personaggio citato subito prima, Serrano, decapitato insieme ad altri tre da [[Niso]]. Gli unici due nomi possibili sono "Lamo" e "Remo", non essendo "Lamiro" bisillabo come "Numa". Entrambe le ipotesi restano ugualmente valide: potrebbe trattarsi di Lamo, visto che al pari di Serrano è sorpreso giacente a terra da Niso, a differenza di [[Remo (2)|Remo]] che viene decapitato nel suo letto; o forse l'identità è proprio quella di Remo, considerando lo status di condottiero del personaggio (mentre Lamo risulta essere un carattere insignificante, degno di menzione solo per il suo nome in allitterazione con quello del compagno Lamiro). Il passo va pertanto ripensato come "''e Serrano e Lamo''", oppure "''e Serrano e Remo''", con implicito riferimento alle teste recise dei guerrieri.
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==Bibliografia==
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===Fonti Antiche===
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*[[Virgilio]], [[Biblioteca:Eneide, Libro IX|Eneide, Libro IX]]
  
 
== Interpretazione ==
 
== Interpretazione ==

Versione delle 19:02, 24 gen 2013

Giovane guerriero rutulo dell'esercito di Turno nella guerra contro Enea.

La morte

Lamo trovò la morte insieme ai commilitoni Lamiro e Serrano, e a Remo, condottiero del corpo militare cui i tre appartenevano: vennero decapitati da Niso, entrato furtivamente nella tenda in cui essi dormivano.
Nel libro IX, ai versi in cui viene descritto il ritrovamento dei giovani rutuli uccisi nel sonno da Eurialo e Niso, si legge:

"Nel campo c'era un uguale cordoglio per il ritrovamento di Ramnete esangue,
e di tanti capi uccisi da un'unica spada, e Serrano e Numa"

ma il nome "Numa" non era stato fatto nella descrizione della strage. Si tratta dunque di una svista di Virgilio, che come noto lasciò il suo poema privo dell'ultima revisione.
Numa dunque muore effettivamente nel libro X, mentre nel libro IX in luogo di "Numa" si deve ipotizzare il nome di un guerriero che condivide lo stesso destino del personaggio citato subito prima, Serrano, decapitato insieme ad altri tre da Niso. Gli unici due nomi possibili sono "Lamo" e "Remo", non essendo "Lamiro" bisillabo come "Numa". Entrambe le ipotesi restano ugualmente valide: potrebbe trattarsi di Lamo, visto che al pari di Serrano è sorpreso giacente a terra da Niso, a differenza di Remo che viene decapitato nel suo letto; o forse l'identità è proprio quella di Remo, considerando lo status di condottiero del personaggio (mentre Lamo risulta essere un carattere insignificante, degno di menzione solo per il suo nome in allitterazione con quello del compagno Lamiro). Il passo va pertanto ripensato come "e Serrano e Lamo", oppure "e Serrano e Remo", con implicito riferimento alle teste recise dei guerrieri.

Bibliografia

Fonti Antiche

Interpretazione

Interessante notare come nella descrizione dell'assassinio di Lamiro, Lamo e Serrano il poeta segua un procedimento narrativo diverso da quello riguardante l'analoga sorte di Remo: l'audace uso della doppia negazione nec non, con valore affermativo, cui Virgilio fa sottintendere l'ultima azione della scena di sangue precedente, ovvero l'allontanarsi di Niso dal troncone del condottiero, fa sì che stavolta siano messi inizialmente agli occhi del lettore i busti delle nuove vittime:

Bibliografia

Fonti Antiche