Differenze tra le versioni di "Ippomene"

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*Apollodoro, [[Biblioteca:Biblioteca, Libro III|Biblioteca, Libro III]] 9, 2
 
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*Ovidio, [[Metamorfosi, Libro X]], 560-707
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*Ovidio, [[Biblioteca:Metamorfosi, Libro X|Metamorfosi, Libro X]], 560-707
  
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
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Versione delle 18:04, 13 feb 2013

Figlio di Megareo e di Merope; in alcune leggende marito di Atalanta.
Una leggenda beotica, infatti, partendo da Esiodo dice che Atalanta era figlia di Scheneo, figlio di Atamante. Scheneo, di origine beotica, si era stabilito in Arcadia e aveva dato il suo nome a due città, una in Beozia e l'altra in Arcadia. Esposta nei boschi, Atalanta fu allevata da un'orsa. Avendo saputo da un oracolo che, se si fosse sposata, sarebbe stata trasformata in animale, Atalanta decise di rimanere vergine. Dato che «vinceva nelle gare di corsa gli uomini più veloci», sfidava i pretendenti a cimentarsi con lei e dava loro un po' di vantaggio: chi non si fosse lasciato superare sarebbe diventato suo marito, chi avesse perso sarebbe stato ucciso. Molti erano già morti; ma un giorno tra gli spettatori siede Ippomene, e pensa: «Possibile affrontare tanti pericoli per una moglie? ». Ma quando Atalanta, sciogliendo la veste, mostra «il suo meraviglioso corpo … s'infiamma di passione». Ippomene sfida Atalanta e con uno stratagemma riesce a batterla: quando Atalanta sta per superarlo, Ippomene getta a terra a una a una delle mele d'oro donategli da Afrodite. Atalanta, che a prima vista si è innamorata di lui e «non sa cosa preferire, se vincere o essere vinta», si attarda per raccoglierle ed è battuta. Piu tardi Atalanta e Ippomene si amano nel tempio di Cibele e questa, per punirli della profanazione, li muta in leoni e li aggioga al suo carro.
Alcuni autori dicono che il vincitore di Atalanta non era Ippomene, ma Melanione, figlio di Anfidamante. Lo stesso Ovidio (Ars amo II 188; Am. III 2, 29) lo chiama talvolta Melanione. Altri autori ancora dicono che il tempio dove si amarono Atalanta e Ippomene non era quello di Cibele ma di Zeus, e che fu Zeus a tramutarli in leoni; oppure fu Afrodite che, dopo averli tramutati in leoni, li aggiogò al suo carro.
Alcuni mitografi, interpretando male Plinio (Nat. Hist. VIII 43), sostenevano che i leoni non si accoppiavano tra loro, ma con i leopardi; Atalanta e Ippomene sarebbero stati dunque mutati in leoni perché non potessero piu amarsi; Teocrito adombra che i pomi avessero il potere di far innamorare; nell'Idillio infatti dice: «Quando Ippomene a nozze la fanciulla voleva indurre, presi i pomi in mano, compiva la sua corsa, ma Atalanta come li vide ne divenne folle piombando in un amore senza fine». E Apollodoro riferisce: «Euripide dice che era figlia di Menaia e che suo marito non era Melanione ma Ippomene. Da Melanione o da Ares, Atalanta ebbe un figlio, Partenopeo». Forse questa citazione era tratta dalla tragedia Meleagro, andata perduta; in uno dei frammenti rimasti è nominata Atalanta, ma non il padre né il marito.

Bibliografia

Fonti Antiche