Ippoloco (3)

Versione del 17 mar 2013 alle 16:43 di 79.27.12.158 (discussione) (La morte)

Giovane troiano, era uno dei due figli del nobile Antimaco, il consigliere di Priamo strenuo sostenitore della guerra ad oltranza contro gli Achei. Sembra che Antimaco e i suoi due figli fossero in ottimi rapporti con Paride: avevano perorato la causa antiachea nell'assemblea che doveva decidere la linea da seguire nei confronti degli Achei dopo il ratto di Elena.

La morte

Ippoloco prese parte alla guerra di Troia facendo da auriga al fratello Pisandro e venne preso prigioniero insieme a lui da Agamennone. I due giovani supplicarono l'acheo di non ucciderli, facendogli presente che il loro padre avrebbe pagato un enorme riscatto; ma quando Agamennone seppe di chi erano figli non poté trattenersi dal compiere la vendetta; dapprima trafisse Pisandro con la lancia, poi afferrò Ippoloco che aveva tentato di fuggire, e con la spada gli recise entrambe le braccia e infine la testa, facendola rotolare insieme al busto per tutto il campo di battaglia.

  Assalse ei dopo
Ippòloco e Pisandro, ambo figliuoli
del bellicoso Antìmaco, di quello
che da Paride compro per molt'oro
e ricchi doni, d'Elena impedìa
il rimando al marito. I figli adunque
di costui colse al varco Agamennóne
sovra un medesmo carro ambo volanti,
e turbati e smarriti; ché pel campo
sfrenaronsi i destrieri, e dalla mano
le scorrevoli briglie eran cadute.
Come lïon fu loro addosso, e quelli
s'inginocchiâr, dal carro supplicando:
- Lasciane vivi, Atride, e di riscatto
gran pezzo n'otterrai. Molta risplende
nella magion d'Antìmaco ricchezza,
d'oro, di bronzo e lavorato ferro.
Di questo il padre ti darà gran pondo
per la nostra riscossa, ov'egli intenda
vivi i suoi figli nelle navi achee. -
Così piangendo supplicâr con dolci
modi, ma dolce non rispose Atride.
- Voi d'Antìmaco figli? di colui
che nel troiano parlamento osava
d'Ulisse e Menelao, venuti a Troia
ambasciatori, consigliar la morte?
Pagherete voi dunque ora del padre
l'indegna offesa. - Sì dicendo, immerge
l'asta in petto a Pisandro, e giù dal carro
supin lo stende sul terren. Ciò visto,
balza Ippoloco al suolo, e lui secondo
spaccia l'Atride; coll'acciar gli pota
ambe le mani, e poi la testa, e lungi
come palèo la scaglia a rotolarsi
fra la turba.

(Omero, Iliade)

Interpretazione

Si tratta dell'uccisione più efferata nell' Iliade; ma qualche testo andato perduto non doveva fermarsi alla trasformazione della vittima in un tronco rotolante. In alcune produzioni artistiche infatti si vede Agamennone in contemplazione della testa di Ippoloco collocata su una pasta di vetro: il comandante acheo, a quanto pare, avrebbe dunque preso con sé i resti del giovane per negargli il rito funebre e conseguentemente impedire alla sua anima di accedere all'Ade. Al di là di questo, i versi omerici danno di Ippoloco un ritratto impietoso: se egli appare vile quanto il fratello nel lungo discorso che i due pronunciano all'unisono, dà il peggio di sé dopo la morte di Pisandro, pensando solo a salvare la pelle.

Bibliografia

Fonti Antiche