Differenze tra le versioni di "Racconti:Il velo fatato"

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<poem>C'era una volta un pescatore che viveva felice in una misera capanna in riva al mare.
 
<poem>C'era una volta un pescatore che viveva felice in una misera capanna in riva al mare.
Passava le sue giornate a pescare, poi andava a vendere il pesce in paese. La sua
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Passava le sue giornate a pescare, poi andava a vendere il pesce in paese. La sua esistenza poteva sembrare monotona, perché non gli capitava mai nulla di straordinario; ma per lui erano cose straordinarie le albe color della madreperla, i meriggi col mare che sembrava uno specchio, i tramonti tutti rossi e d'oro, le notti tempestate di stelle, e perfino le burrasche, quando i nuvolosi neri sembravano abbassarsi fino a toccare la cresta schiumosa delle onde. Perciò egli trovava meravigliose tutte le sue ore e viveva felice e in pace con sé e con gli altri. Un mattino in cui, come al solito, era andato a pescare, mentre gettava l'amo nell'acqua, si guardò intorno e pensò: " Oggi è una giornata particolarmente splendida. Il mare è azzurro di cobalto, il cielo è terso e infinito, l'aria è purissima, il verde dei pini è smagliante". Mentre pensava così, sentì un profumo acuto e soave, che non avrebbe saputo attribuire a nessun fiore conosciuto, ma che era così forte da stordire. "
esistenza poteva sembrare monotona, perché non gli capitava mai nulla di straordinario;
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Voglio vedere da dove proviene quel profumo così buono" pensò; e deposta la canna sulla riva, segui la scia del buon odore. Arrivato ai margini del bosco vide un magnifico velo appeso ai rami di un pino. Il profumo veniva proprio di là.
ma per lui erano cose straordinarie le albe color della madreperla, i meriggi col mare che
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- Oh! - esclamò il pescatore. - Che meraviglia! Porterò a casa quel velo e lo conserverò come un tesoro a ricordo di questa stupenda giornata.
sembrava uno specchio, i tramonti tutti rossi e d'oro, le notti tempestate di stelle, e perfino
 
le burrasche, quando i nuvolosi neri sembravano abbassarsi fino a toccare la cresta
 
schiumosa delle onde. Perciò egli trovava meravigliose tutte le sue ore e viveva felice e in
 
pace con sé e con gli altri. Un mattino in cui, come al solito, era andato a pescare, mentre
 
gettava l'amo nell'acqua, si guardò intorno e pensò: " Oggi è una giornata particolarmente
 
splendida. Il mare è azzurro di cobalto, il cielo è terso e infinito, l'aria è purissima, il verde
 
dei pini è smagliante". Mentre pensava così, sentì un profumo acuto e soave, che non
 
avrebbe saputo attribuire a nessun fiore conosciuto, ma che era così forte da stordire. "
 
Voglio vedere da dove proviene quel profumo così buono" pensò; e deposta la canna
 
sulla riva, segui la scia del buon odore. Arrivato ai margini del bosco vide un magnifico
 
velo appeso ai rami di un pino. Il profumo veniva proprio di là.
 
- Oh! - esclamò il pescatore. - Che meraviglia! Porterò a casa quel velo e lo conserverò
 
come un tesoro a ricordo di questa stupenda giornata.
 
 
Subito si arrampicò sull'albero, stacco delicatamente il velo dai rami, poi ridiscese a terra.
 
Subito si arrampicò sull'albero, stacco delicatamente il velo dai rami, poi ridiscese a terra.
Distese con precauzione il velo sull'erba e rimase a guardarlo affascinato. Era davvero
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Distese con precauzione il velo sull'erba e rimase a guardarlo affascinato. Era davvero una meraviglia, il più bel velo che occhio d'uomo avesse mai visto. Intessuto di raggi di luna frammisti a raggi di sole, scintillava qua e là di lucentissime stelle; e nonostante fosse così largo da poter avvolgere una persona, era anche tanto sottile e leggiero che si poteva raccogliere tutto nel palmo di una mano. Dopo averlo ammirato a lungo, il pescatore lo piegò con precauzione e si avviò verso casa per riporlo; ma in quel momento dall'ombra di un pino sbucò una deliziosa fanciulla.
una meraviglia, il più bel velo che occhio d'uomo avesse mai visto. Intessuto di raggi di
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- Ehi, buon uomo, quel velo è mio! - gridò - E' il velo delle ninfe celesti. Ridammelo subito, per cortesia.
luna frammisti a raggi di sole, scintillava qua e là di lucentissime stelle; e nonostante fosse
 
così largo da poter avvolgere una persona, era anche tanto sottile e leggiero che si poteva
 
raccogliere tutto nel palmo di una mano. Dopo averlo ammirato a lungo, il pescatore lo
 
piegò con precauzione e si avviò verso casa per riporlo; ma in quel momento dall'ombra di
 
un pino sbucò una deliziosa fanciulla.
 
- Ehi, buon uomo, quel velo è mio! - gridò - E' il velo delle ninfe celesti. Ridammelo subito,
 
per cortesia.
 
 
Senza nemmeno voltarsi il pescatore rispose:
 
Senza nemmeno voltarsi il pescatore rispose:
 
- Allora è veramente un velo prezioso. Sarei uno sciocco, se te lo restituissi.
 
- Allora è veramente un velo prezioso. Sarei uno sciocco, se te lo restituissi.
Poi si volse per vedere chi aveva parlato. La fanciulla che gli stava davanti era bellissima,
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Poi si volse per vedere chi aveva parlato. La fanciulla che gli stava davanti era bellissima, una vera ninfa celeste. Aveva i capelli lunghi e neri sciolti sulle spalle; indossava un chimono che sembrava d'argento; ma in quel momento il suo viso era rigato di pianto.
una vera ninfa celeste. Aveva i capelli lunghi e neri sciolti sulle spalle; indossava un
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- Ti prego, dammi il velo, altrimenti non potrò tornare fra le mie sorelle - supplicò con voce di pianto; e nel suo dolore sembrò anche più bella.
chimono che sembrava d'argento; ma in quel momento il suo viso era rigato di pianto.
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Il pescatore non si staccava di contemplare la bellissima fanciulla, e a poco a poco il suo cuore si intenerì.
- Ti prego, dammi il velo, altrimenti non potrò tornare fra le mie sorelle - supplicò con voce
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- Te lo restituirò se tu mi prometti di restare quaggiù con me a danzare le meravigliose danze del cielo - disse.
di pianto; e nel suo dolore sembrò anche più bella.
 
Il pescatore non si staccava di contemplare la bellissima fanciulla, e a poco a poco il suo
 
cuore si intenerì.
 
- Te lo restituirò se tu mi prometti di restare quaggiù con me a danzare le meravigliose
 
danze del cielo - disse.
 
 
- Oh, si, danzerò per te; ma tu ridammi il velo.
 
- Oh, si, danzerò per te; ma tu ridammi il velo.
- Fossi sciocco! Se te lo restituisco, tu voli subito in cielo e io non potrò mai più vederti, ne
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- Fossi sciocco! Se te lo restituisco, tu voli subito in cielo e io non potrò mai più vederti, ne sono certo!
sono certo!
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- No. Ho promesso che danzerò per te e lo farò. Nessun mortale ha mai veduto le danze delle ninfe celesti, ma tu lo vedrai. E sappi che le ninfe non mentono mai.
- No. Ho promesso che danzerò per te e lo farò. Nessun mortale ha mai veduto le danze
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Il pescatore si lasciò pregare un altro poco, e infine restituì il velo. La fanciulla se ne avvolse e incominciò subito una danza meravigliosa. Il pescatore sedette sopra un tronco e la guardò rapito. Il velo ondeggiava intorno alla ninfa come sostenuto da mani invisibili, e intanto i suoi piedini si staccavano leggermente dalla terra; ella restò sospesa nell'aria, mentre dal cielo cadeva una pioggia di fiori stupendi. Il pescatore ben presto si accorse che i suoi timori erano fondati; vide con apprensione la fanciulla salire leggera nell'aria, allontanarsi, su, su, verso le cime del sacro monte Fugi. Voleva chiamarla ma non riusciva, voleva tendere le braccia, ma non poteva sollevarle. E pian piano la ninfa si dissipò nella nebbia che avvolgeva le pendici del Fugi, e le vette candide di neve. Non ci fu più, all'orizzonte, che il meraviglioso panorama di sempre. Ma il pescatore sentiva nel cuore una gran pace e il ricordo di una viva felicità, come se si fosse appena svegliato da un bellissimo sogno. " E' davvero una giornata meravigliosa" penso. " Finché avrò vita non dimenticherò quella fanciulla soave". E ritornò a passi lenti alla riva del mare per
delle ninfe celesti, ma tu lo vedrai. E sappi che le ninfe non mentono mai.
 
Il pescatore si lasciò pregare un altro poco, e infine restituì il velo. La fanciulla se ne
 
avvolse e incominciò subito una danza meravigliosa. Il pescatore sedette sopra un tronco
 
e la guardò rapito. Il velo ondeggiava intorno alla ninfa come sostenuto da mani invisibili,
 
e intanto i suoi piedini si staccavano leggermente dalla terra; ella restò sospesa nell'aria,
 
mentre dal cielo cadeva una pioggia di fiori stupendi. Il pescatore ben presto si accorse
 
che i suoi timori erano fondati; vide con apprensione la fanciulla salire leggera nell'aria,
 
allontanarsi, su, su, verso le cime del sacro monte Fugi. Voleva chiamarla ma non
 
riusciva, voleva tendere le braccia, ma non poteva sollevarle. E pian piano la ninfa si
 
dissipò nella nebbia che avvolgeva le pendici del Fugi, e le vette candide di neve. Non ci
 
fu più, all'orizzonte, che il meraviglioso panorama di sempre. Ma il pescatore sentiva nel
 
cuore una gran pace e il ricordo di una viva felicità, come se si fosse appena svegliato da
 
un bellissimo sogno. " E' davvero una giornata meravigliosa" penso. " Finché avrò vita non
 
dimenticherò quella fanciulla soave". E ritornò a passi lenti alla riva del mare per
 
 
riprendere la canna da pesca abbandonata poco prima sulla sabbia.
 
riprendere la canna da pesca abbandonata poco prima sulla sabbia.
 
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Versione delle 08:31, 7 lug 2019

SCHEDA Noimage.jpg
Tipologia: Fiaba
Origine: Giappone
Regione: -
Tematiche: Angeli

C'era una volta un pescatore che viveva felice in una misera capanna in riva al mare.
Passava le sue giornate a pescare, poi andava a vendere il pesce in paese. La sua esistenza poteva sembrare monotona, perché non gli capitava mai nulla di straordinario; ma per lui erano cose straordinarie le albe color della madreperla, i meriggi col mare che sembrava uno specchio, i tramonti tutti rossi e d'oro, le notti tempestate di stelle, e perfino le burrasche, quando i nuvolosi neri sembravano abbassarsi fino a toccare la cresta schiumosa delle onde. Perciò egli trovava meravigliose tutte le sue ore e viveva felice e in pace con sé e con gli altri. Un mattino in cui, come al solito, era andato a pescare, mentre gettava l'amo nell'acqua, si guardò intorno e pensò: " Oggi è una giornata particolarmente splendida. Il mare è azzurro di cobalto, il cielo è terso e infinito, l'aria è purissima, il verde dei pini è smagliante". Mentre pensava così, sentì un profumo acuto e soave, che non avrebbe saputo attribuire a nessun fiore conosciuto, ma che era così forte da stordire. "
Voglio vedere da dove proviene quel profumo così buono" pensò; e deposta la canna sulla riva, segui la scia del buon odore. Arrivato ai margini del bosco vide un magnifico velo appeso ai rami di un pino. Il profumo veniva proprio di là.
- Oh! - esclamò il pescatore. - Che meraviglia! Porterò a casa quel velo e lo conserverò come un tesoro a ricordo di questa stupenda giornata.
Subito si arrampicò sull'albero, stacco delicatamente il velo dai rami, poi ridiscese a terra.
Distese con precauzione il velo sull'erba e rimase a guardarlo affascinato. Era davvero una meraviglia, il più bel velo che occhio d'uomo avesse mai visto. Intessuto di raggi di luna frammisti a raggi di sole, scintillava qua e là di lucentissime stelle; e nonostante fosse così largo da poter avvolgere una persona, era anche tanto sottile e leggiero che si poteva raccogliere tutto nel palmo di una mano. Dopo averlo ammirato a lungo, il pescatore lo piegò con precauzione e si avviò verso casa per riporlo; ma in quel momento dall'ombra di un pino sbucò una deliziosa fanciulla.
- Ehi, buon uomo, quel velo è mio! - gridò - E' il velo delle ninfe celesti. Ridammelo subito, per cortesia.
Senza nemmeno voltarsi il pescatore rispose:
- Allora è veramente un velo prezioso. Sarei uno sciocco, se te lo restituissi.
Poi si volse per vedere chi aveva parlato. La fanciulla che gli stava davanti era bellissima, una vera ninfa celeste. Aveva i capelli lunghi e neri sciolti sulle spalle; indossava un chimono che sembrava d'argento; ma in quel momento il suo viso era rigato di pianto.
- Ti prego, dammi il velo, altrimenti non potrò tornare fra le mie sorelle - supplicò con voce di pianto; e nel suo dolore sembrò anche più bella.
Il pescatore non si staccava di contemplare la bellissima fanciulla, e a poco a poco il suo cuore si intenerì.
- Te lo restituirò se tu mi prometti di restare quaggiù con me a danzare le meravigliose danze del cielo - disse.
- Oh, si, danzerò per te; ma tu ridammi il velo.
- Fossi sciocco! Se te lo restituisco, tu voli subito in cielo e io non potrò mai più vederti, ne sono certo!
- No. Ho promesso che danzerò per te e lo farò. Nessun mortale ha mai veduto le danze delle ninfe celesti, ma tu lo vedrai. E sappi che le ninfe non mentono mai.
Il pescatore si lasciò pregare un altro poco, e infine restituì il velo. La fanciulla se ne avvolse e incominciò subito una danza meravigliosa. Il pescatore sedette sopra un tronco e la guardò rapito. Il velo ondeggiava intorno alla ninfa come sostenuto da mani invisibili, e intanto i suoi piedini si staccavano leggermente dalla terra; ella restò sospesa nell'aria, mentre dal cielo cadeva una pioggia di fiori stupendi. Il pescatore ben presto si accorse che i suoi timori erano fondati; vide con apprensione la fanciulla salire leggera nell'aria, allontanarsi, su, su, verso le cime del sacro monte Fugi. Voleva chiamarla ma non riusciva, voleva tendere le braccia, ma non poteva sollevarle. E pian piano la ninfa si dissipò nella nebbia che avvolgeva le pendici del Fugi, e le vette candide di neve. Non ci fu più, all'orizzonte, che il meraviglioso panorama di sempre. Ma il pescatore sentiva nel cuore una gran pace e il ricordo di una viva felicità, come se si fosse appena svegliato da un bellissimo sogno. " E' davvero una giornata meravigliosa" penso. " Finché avrò vita non dimenticherò quella fanciulla soave". E ritornò a passi lenti alla riva del mare per
riprendere la canna da pesca abbandonata poco prima sulla sabbia.