Differenze tra le versioni di "Ganga"

(Nel mito greco)
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== Nel mito greco ==
 
== Nel mito greco ==
Secondo gli scrittori greci ad ogni fiume corrisponde una divinità omonima che vi sovrintende, di sesso maschile. Non fa eccezione il Gange, che ha tra le naiadi sue figlie anche [[Limnee]].  
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Secondo gli scrittori greci ad ogni fiume corrisponde una divinità omonima che vi sovrintende, di sesso maschile. Non fa eccezione il Gange, che ha tra le [[naiadi]] sue figlie anche [[Limnee]].  
  
 
[[Categoria:Mitologia Indiana]]
 
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Versione delle 21:40, 16 lug 2011

Dea fluviale raffigurante il fiume Gange. Secondo un mito puranico, il dio Shiva la inviò sulla terra per rimediare alla troppa siccità. Ganga è chiamata anche Gandini o Devab-luti («Nata dal cielo»); oppure Tripathaja "Corrente in cielo, in terra e sotto terra". Ha numerosi templi lungo il fiume Gange che a lei deve l'origine e il nome. E' credenza millenaria che per coloro che compiono un pellegrinaggio devoto per bagnarsi nelle acque del Gange ci sarà il perdono di tutti i peccati.

La leggenda

La storia del mito di Ganga, ritenuta figlia di Himavat e della ninfa Minakshi, sposa di Shiva, è rappresentata nel famoso bassorilievo di Mahabalipuran nei pressi di Madras, come la «Discesa di Gange». Di lei si narra una leggenda che rientra a buon diritto nello schema del mito di Melusina. Il re Santanu si innamorò perdutamente di Ganga, creduta una normale donna. Questa acconsentì al matrimonio, mettendo come condizione irrevocabile di non essere mai ripresa o rimproverata dal marito, pena la sua immediata sparizione. Essi vissero felici, ed ebbero sette figli che, di volta in volta, la dea uccideva gettandoli nel Gange, dicendo che era per il loro bene. Quando la cosa fu sul punto di accadere per l'ottavo figlio, il re non si potè più trattenere dal rivolgere dure parole alla dea, trattandola da assassina. Allora la dea si rivelò, spiegando di essere stata prescelta per mettere al mondo otto Vasu (una classe di dei benefici), che dovevano nascere in forma-umana, e poi divenire dei. Detto ciò scomparve, lasciando al re l'ultimo figlio, che non diventò più un dio. In questa leggenda si riscontrano, oltre alle medesime strutture del mito melusiniano, anche dei parallelismi con quello di Urvasi, nonché con la leggende greche di Teti e di Cerere, che, nel tentativo di rendere immortali o invulnerabili, la prima i suoi figli, e la seconda il piccolo Demofonte, li gettavano nel fuoco.

Iconografia

Viene rappresentata con quattro braccia, a cavallo di un caimano. Nell'India meridionale Ganga è talvolta rappresentata come donna-pesce, anche se in genere il suo aspetto è totalmente antropomorfo.

Nel mito greco

Secondo gli scrittori greci ad ogni fiume corrisponde una divinità omonima che vi sovrintende, di sesso maschile. Non fa eccezione il Gange, che ha tra le naiadi sue figlie anche Limnee.