Differenze tra le versioni di "Racconti:Frank Martin e i folletti"

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[[Immagine:Sheoques.jpg|250px|thumb|left|Uno Sheoques]]Quando lo vidi, Martin era un uomo magro e pallido, con un aspetto malato e una costituzione debole per natura. I suoi capelli erano di un chiaro castano ramato, la barba incolta, e le mani di una delicatezza e un candore singolari, dovuti, penso, sia al suo lavoro, di un genere facile e affatto pesante, sia alla salute cagionevole. In ogni cosa era giudizioso, assennato e ragionevole come chiunque altro, ma quando si trattava dei folletti, si mostrava di una ostinazione stranamente caparbia e irremovibile. A dire il vero, ricordo che l'espressione dei suoi occhi era singolarmente esaltata e vuota, e le sue lunghe tempie strette, teree ed emaciate.
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Quando lo vidi, Martin era un uomo magro e pallido, con un aspetto malato e una costituzione debole per natura. I suoi capelli erano di un chiaro castano ramato, la barba incolta, e le mani di una delicatezza e un candore singolari, dovuti, penso, sia al suo lavoro, di un genere facile e affatto pesante, sia alla salute cagionevole. In ogni cosa era giudizioso, assennato e ragionevole come chiunque altro, ma quando si trattava dei folletti, si mostrava di una ostinazione stranamente caparbia e irremovibile. A dire il vero, ricordo che l'espressione dei suoi occhi era singolarmente esaltata e vuota, e le sue lunghe tempie strette, teree ed emaciate.
 
<br>Ora, quest'uomo non conduceva una vita infelice, ma sembrava che la malattia di cui soffriva gli causasse pena o angoscia, anche se si potrebbe essere portati a pensare diversamente. Al contrario, fra Martin e i folletti esisteva la più cordiale intimità e i loro dialoghi - che temo fossero miserevolmente unilaterali - dovevano essere per lui fonte di grande piacere, poichè si svolgevano fra grandi risate e allegria, almeno da parte sua.
 
<br>Ora, quest'uomo non conduceva una vita infelice, ma sembrava che la malattia di cui soffriva gli causasse pena o angoscia, anche se si potrebbe essere portati a pensare diversamente. Al contrario, fra Martin e i folletti esisteva la più cordiale intimità e i loro dialoghi - che temo fossero miserevolmente unilaterali - dovevano essere per lui fonte di grande piacere, poichè si svolgevano fra grandi risate e allegria, almeno da parte sua.
 
<br>- Allora, Frank, quand'è che hai visto i folletti?
 
<br>- Allora, Frank, quand'è che hai visto i folletti?
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<br>- Quanto sono grandi, Frank?
 
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<br>- Oh, sono piccoli piccoli, con mantelli verdi, e le più belle scarpette mai viste. Ce ne sono due - tutti e due vecchie conoscenze - che corrono lungo il subbio d'ordito. Quel tipo con la parrucca a ricciolini si chiama Jim Jam, e quell'altro col cappello a tre punte si chiama Nickey Nick. Nick sa suonare la cornamusa. Nickey, suonaci qualcosa, o te la farò vedere io su, dai, "Le Rive del Lago Erne". <br>Ssth, adesso - ascoltate! Il poveretto, pur continuando a tessere più in fretta che poteva, prestava ogni possibile segno di attenzione alla musica, e sembrava gustarla proprio come fosse stata reale.
 
<br>- Oh, sono piccoli piccoli, con mantelli verdi, e le più belle scarpette mai viste. Ce ne sono due - tutti e due vecchie conoscenze - che corrono lungo il subbio d'ordito. Quel tipo con la parrucca a ricciolini si chiama Jim Jam, e quell'altro col cappello a tre punte si chiama Nickey Nick. Nick sa suonare la cornamusa. Nickey, suonaci qualcosa, o te la farò vedere io su, dai, "Le Rive del Lago Erne". <br>Ssth, adesso - ascoltate! Il poveretto, pur continuando a tessere più in fretta che poteva, prestava ogni possibile segno di attenzione alla musica, e sembrava gustarla proprio come fosse stata reale.
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''Leggenda riportata da William Carleton''
 
''Leggenda riportata da William Carleton''
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*[[Sheoques]]
 
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Versione delle 11:53, 22 mag 2017

SCHEDA Sheoques.jpg
Tipologia: Racconto Popolare
Origine: Irlanda
Regione: -
Tematiche: Piccolo Popolo

Quando lo vidi, Martin era un uomo magro e pallido, con un aspetto malato e una costituzione debole per natura. I suoi capelli erano di un chiaro castano ramato, la barba incolta, e le mani di una delicatezza e un candore singolari, dovuti, penso, sia al suo lavoro, di un genere facile e affatto pesante, sia alla salute cagionevole. In ogni cosa era giudizioso, assennato e ragionevole come chiunque altro, ma quando si trattava dei folletti, si mostrava di una ostinazione stranamente caparbia e irremovibile. A dire il vero, ricordo che l'espressione dei suoi occhi era singolarmente esaltata e vuota, e le sue lunghe tempie strette, teree ed emaciate.

Ora, quest'uomo non conduceva una vita infelice, ma sembrava che la malattia di cui soffriva gli causasse pena o angoscia, anche se si potrebbe essere portati a pensare diversamente. Al contrario, fra Martin e i folletti esisteva la più cordiale intimità e i loro dialoghi - che temo fossero miserevolmente unilaterali - dovevano essere per lui fonte di grande piacere, poichè si svolgevano fra grandi risate e allegria, almeno da parte sua.

- Allora, Frank, quand'è che hai visto i folletti?

- Ssth! Ce ne sono due dozzine proprio adesso nella bottega (la sua tessitoria). C'è quel piccolo vecchio briccone che sta seduto in cima al battente, e tutto per farsi dondolare mentre sto qui a tessere. Accidenti a loro, sono i più grandi piccoli intriganti che esistano, ecco quello che sono. Guarda, ce n'è un altro sul boccale dell'appretto . Vai via di là, tu, brigante; o - che mi venga un accidente - te la farò ben pagare se non ti decidi. Ah! piantala tu, ladro!

- Frank, non avete paura di loro?

- Io? O bella, perchè mai dovrei aver paura di loro? Tanto non hanno nessun potere su di me.

- E perchè non ce l'hanno, Frank?

- Perchè sono stato battezzato contro di loro.

- Cosa intendete dire?

- Beh, mio padre aveva detto al prete che mi ha battezzato di metterci dentro la preghiera giusta contro i folletti - e un prete quando glielo chiedono non può dire di no - e allora l'ha fatto.
Perdio, mi è andata bene che l'ha fatto - (lascia stare il sego, tu, piccolo ghiottone - visto? C'è un ladruncolo che mi sta mangiando il sego) - perchè, vedete, loro avevano in mente di farmi re dei folletti.

- Possibile?

- E' la pura verità. Potete anche chiederglielo, e ve lo diranno.

- Quanto sono grandi, Frank?

- Oh, sono piccoli piccoli, con mantelli verdi, e le più belle scarpette mai viste. Ce ne sono due - tutti e due vecchie conoscenze - che corrono lungo il subbio d'ordito. Quel tipo con la parrucca a ricciolini si chiama Jim Jam, e quell'altro col cappello a tre punte si chiama Nickey Nick. Nick sa suonare la cornamusa. Nickey, suonaci qualcosa, o te la farò vedere io su, dai, "Le Rive del Lago Erne".
Ssth, adesso - ascoltate! Il poveretto, pur continuando a tessere più in fretta che poteva, prestava ogni possibile segno di attenzione alla musica, e sembrava gustarla proprio come fosse stata reale.

Leggenda riportata da William Carleton

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