Folo

Pur possedendo la medesima forma mista di uomo-cavallo, tipica dei Centauri, non discende dalla medesima schiatta, e quindi il suo carattere non è contaminato dall'iracondia, la violenza e la lussuria tipiche di questi mostri. È figlio di Sileno e di una ninfa dei frassini, Melia. Quando Eracle era impegnato nella caccia al cinghiale di Erimanto, fu ospitato, con la massima cortesia, da Folo. Mentre era lì, l'eroe chiese del vino; il Centauro gliene versò, facendo però presente che l'unico orcio che aveva con la bevanda, era di proprietà comune con gli altri Centauri. Questi, nel sentire l'odore del vino, accorsero furenti; si ingaggiò allora una battaglia in cui, ovviamente, Eracle ebbe la meglio, grazie anche alle sue micidiali frecce avvelenate col sangue dell'Idra di Lerna. Purtroppo però Folo, curioso di capire come poteva un oggetto piccolo come quelle frecce essere così micidiale, ne estrasse una dal corpo di un Centauro, per esaminarla da vicino ed, inavvertitamente, si ferì, morendo sul colpo per effetto del veleno. Eracle, disperato, fece per il buon Centauro dei funerali grandiosi, e lo seppellì nella montagna, che fu poi chiamata Pholoe.

Riferimenti letterari

La figura di Folo nella letteratura postclassica

  • Dante Alighieri, Commedia. I Centauri sorvegliano i violenti contro il prossimo (primo girone del settimo cerchio infernale). Dante ne incontra tre, tra cui Folo.

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