Differenze tra le versioni di "Eracle"

(Il servizio presso Onfale e la vendetta contro Laomendonte)
(La spedizione degli Argonauti e la vendetta contro i Boreadi)
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== La spedizione degli Argonauti e la vendetta contro i Boreadi==
 
== La spedizione degli Argonauti e la vendetta contro i Boreadi==
Eracle fu anche argonauta, portando con sé il giovane scudiero [[Ila]]. Durante la sosta in Misia, [[Ila]] venne rapito dalle ninfe del posto. Eracle andò a cercarlo, mentre gli altri [[Argonauti]] ripartirono lasciandolo a terra. Setacciò tutta la regione alla ricerca dell'amico ma senza risultato. Si recò allora nel regno dei [[Dolioni]], dove si trattenne qualche tempo per allevare i figlioletti del defunto re [[Cizico (1)|Cizico]], che era stato in precedenza ucciso per errore dagli [[Argonauti]] insieme ad alcuni suoi uomini (due dei quali, [[Megabronte]] e [[Telecle]], erano periti proprio per mano di Eracle). In seguito uccise per vendetta i due [[Boreadi]], cioè coloro che avevano convinto gli altri [[Argonauti]] ad abbandonare Eracle in [[Misia]].
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Eracle fu anche argonauta, portando con sé il giovane scudiero [[Ila]]. Durante la sosta in Misia, [[Ila]] venne rapito dalle ninfe del posto. Eracle andò a cercarlo, mentre gli altri [[Argonauti]], su insistenza dei [[Boreadi]], [[Zete]] e [[Calais]], ripartirono lasciandolo a terra. Setacciò tutta la regione alla ricerca dell'amico ma senza risultato. Si recò allora nel regno dei [[Dolioni]], dove si trattenne qualche tempo per allevare i figlioletti del defunto re [[Cizico (1)|Cizico]], che era stato in precedenza ucciso per errore dagli [[Argonauti]] insieme ad alcuni suoi uomini (due dei quali, [[Megabronte]] e [[Telecle]], erano periti proprio per mano di Eracle). In seguito uccise per vendetta i due [[Boreadi]], cioè coloro che avevano convinto gli altri [[Argonauti]] ad abbandonare Eracle in [[Misia]].
  
 
== Le ultime vendette di Eracle ==
 
== Le ultime vendette di Eracle ==

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File:Ercolefarnese.jpg
Eracle Farnese

Il più grande eroe dei Greci. Figlio di Zeus e di Alcmena, era nato a Tebe. Era raffigurato come un uomo robusto, coperto di una pelle di leone ed armato di clava. Ebbe un culto quasi divino a Sicione, a Tebe e a Coo. Si celebravano, in suo onore, feste dette Eraclee o Diomeie. Entrò anche nella mitologia romana con il nome di Ercole.

Etimologia

Il vero nome di Eracle era Alcide (patronimico derivato dal nonno Alceo) che evoca l'idea della forza fisica, solo dopo l'uccisione dei figli che egli ebbe da Megara, quando Eracle andò a chiedere la sua penitenza alla Pizia, questa, tra le altre cose, le impose di assumere da allora in poi il nome di Eracle ("gloria di Era") a significare che tutte le imprese che l'eroe si apprestava a compiere sarebbero servite alla glorificazione della dea.

Nascita

Zeus si unì ad Alcmena, approfittando dell'assenza del marito Anfitrione, partito per una spedizione contro i Teleboi, ed assumendo l'aspetto di Anfitrione, durante una lunga notte, prolungata per suo ordine, riuscì a violare Alcmena per generare l'eroe. Si racconta che per togliere ogni possibilità di dubbio ad Alcmena, le inviò come regalo una coppa d'oro appartenuta al re dei Teleboi, Pterelao, e le raccontò come fossero sue tutte le imprese compiute durante la spedizione.
Il mattino successivo Anfitrione tornò a palazzo e si unì a sua volta alla moglie generando Ificle, il gemello più giovane di una notte di Eracle. L'inganno di Zeus fu scoperto, e si racconta che fu lo stesso padre degli dèi a far riconciliare i due sposi e a far accettare ad Anfitrone a fare da padre putativo ad Eracle.
Venuto il giorno del parto, il dio si lasciò sfuggire che quel giorno sarebbe nato un uomo che avrebbe dominato sopra tutta la sua stirpe. Era, irritata di ciò, chiese ad Ilizia, dea dei parti di prolungare la gestazione di Alcmena, che durà ben 10 mesi, e di anticipare invece la nascita di Euristeo, che nacque appunto in quel giorno, dopo sette mesi di gestazione. In seguito nacquero contemporaneamente Eracle, figlio di Zeus, e Ificle, figlio di Anfitrione.
Quando Eracle aveva appena 8 o 10 mesi, Era, per odio nei confronti di Eracle, una notte, dopo che Alcmena si fu addormentata, si intrufolò di nascosto nella stanza dei figli e depose due serpenti nella culla per ucciderli, Ificle iniziò a gridare, mentre Eracle, senza paura, ne prese uno per mano e li strozzò.

L'immortalità

Eracle ottenne l'immortalità quando era ancora un neonato, succhiando il latte dal seno di Era, la sua peggior nemica. Ci sono due versioni su come ciò avvenne.
Secondo alcuni fu Ermes a porre il bambino sul seno della dea addormentata. Quando si destò, Era respinse Eracle, ma ormai troppo tardi. Un fiotto di latte fuoriuscì dal seno e andò a formare la Via Lattea.
Secondo un'altra versione, più tarda, invece, Alcmena aveva inizialmente deciso di esporre Eracle ad Argo, in un luogo che successivamente venne chiamato "Pianura di Eracle", dove fu trovato da Atena e da Era. Atena chiese ad Era di allattare il bambino, e la dea acconsentì. Eracle, però, succhiò talmente forte da ferire Era che lo scagliò con violenza lontano da sè. Atena, quindi, lo raccolse e lo riportò ad Alcmena.

Formazione

Anfitrione gli insegnò a guidare il cocchio, Castore lo esercitò nelle armi, Autolico nella lotta, Eurito nel tiro con l'arco, Lino e Eumolpo nella musica, Chirone nelle scienze. Un giorno, durante le lezioni, Lino volle punire Eracle per la sua indisciplina, ma l'eroe prese uno sgabello (o una lira) e lo uccise. Eracle fu, quindi portato davanti ad un tribunale per essere giudicato, si salvò citando una sentenza di Radamanto, secondo la quale si poteva uccidere il proprio avversario per legittima difesa.
Anfitrione, comunque, spaventato dalla sua forza lo mandò a pascolare il gregge sul Citerone. Qui la sua educazione fu continuata da un bovaro scita di nome Teutaro. Un giorno che l'eroe sedeva in un luogo solitario, incerto sulla via da prendere, gli si presentarono due donne di aspetto venerando: una di esse, la Mollezza, gli dipinse una vita piena di piaceri; l'altra, la Virtù, una vita piena di fatiche che conduceva alla gloria. Eracle scelse quest'ultima.

L'uccisione del leone

In quel periodo, inoltre, Eracle, che aveva nel frattempo compiuto 18 anni, uccise un leone che causava ingenti perdite nelle mandrie di Anfitrione e del re Tespio. Eracle decise di liberare il paese da questa sciagura e pertanto si stabilì da Tespio. L'eroe impiegò per trovare ed uccidere il leone ben 50 giorni, nei quali di giorno cacciava e la sera tornava, stanchissimo, nel palazzo del re. Tespio, che aveva avuto dalla moglie Megamede 50 figlie, e che desiderava avere nipoti dall'eroe, gli fece trovare ogni sera una figlia diversa nel suo letto. Eracle si unì a tutte nel buio; così stanco della sua giornata di caccia che credette di unirsi ogni sera alla stessa figlia. Nacquero così cinquanta figli, i Tespiadi. Con la pelle del leone si fece il suo vestito.

La guerra con Ergino

Mentre Eracle ritornava verso Tebe dalla caccia al leone, per la strada incontrò i messi di Ergino, re d'Orcomeno, che andavano a riscuotere dalla popolazione tebana il tributo annuo di 100 buoi. Eracle tagliò loro il naso e le orecchie e li mise in fuga, dicendo loro di portare quel tributo al loro sovrano. Ergino, indignato, marciò su Tebe, ma fu sconfitto dallo stesso Eracle, liberando così Tebe da un ignominioso tributo. Secondo alcune versioni Anfitrione morì in quella battaglia, combattendo valorosamente a fianco del figliastro. Secondo altri, invece, Anfitrione morì invece solo dopo la spedizione contro il re d'Eubea, dopo aver visto morire tutti i suoi nipoti.
Creonte, re di Tebe, per riconoscenza gli diede in moglie la figlia Megara, dalla quale ebbe numerosi figli: otto secondo Pindaro, solo tre secondo Apollodoro che li chiama Terimaco, Creontiade e Deicoonte. Ma Era rese pazzo Eracle e fece sì che egli uccidesse tutta la prole. Secondo alcuni autori l'eroe uccise i figli buttandoli nel fuoco, secondo la tragedia Eracle di Euripide, invece, li uccise a frecciate e stava per uccidere anche il padre Anfitrione, quando Atena gli scagliò contro il petto una pietra che lo fece cadere in un sonno profondo. Una volta rinsavito, Eracle ripudiò Megara e la diede al nipote Iolao, nonostante la grande differenza di età trai due (Megara avrebbe infatti avuto 33 anni e Iolao solo 16).

Le 12 fatiche

Subito dopo Euristeo, re di Tirinto e di Micene, lo chiamò a suo servizio. L'oracolo gli impose di obbedire. Sotto gli ordini di Euristeo, Eracle compi le 12 famose fatiche:
1. la lotta col Leone di Nemea che era invulnerabile e che Eracle strozzò con le sue mani.
2. l'uccisione dell'Idra di Lerna, mostro con 9 teste, di cui una immortale. Eracle tagliò le teste, ma per ognuna che ne tagliava, ne ricrescevano due, per cui egli prese un tizzone ardente e con quello bruciò i colli mozzati, e sulla testa immortale gettò un enorme sasso, col sangue velenoso dell'idra tinse le punte delle sue frecce, che pertanto causavano ferite inguaribili.
3. la cattura del cinghiale di Erimanto, che devastava l'Arcadia; mentre attendeva a questa impresa fu assalito dai Centauri, che egli sterminò, ferendo tuttavia per sbaglio Chirone, a cui inferse una piaga insanabile.
4. la cattura della cerva di Cerinea, sacra ad Artemide.
5. la cacciata degli uccelli Stinfalidi.
6. la presa del cinto di Ippolita, regina delle Amazzoni, che Eracle conquistò dopo una lotta furiosa. Al ritorno uccise presso Troia un mostro a cui era stata esposta Esione, la figlia del re Laomedonte, ma poichè costui non mantenne la promessa di regalargli in compenso i cavalli avuti da Zeus, Eracle partì minacciandogli guerra.
7. la pulizia delle stalle di Augia, che effettuò in un solo giorno, deviando il corso di un fiume che fece passare per le stalle. Augia non mantenne la promessa di dargli in dono la decima parte dei suoi armenti, per cui Eracle tornò con un esercito, e devastato il territorio di Augia, uccise il re stesso con i figli, dopo di chè istituì i giochi olimpici.
8. la cattura del toro di Creta, che Poseidone aveva reso furioso per punire Minosse di un sacrificio mancato.
9. la cattura delle cavalle di Diomede, che tuttavia sbranarono il suo giovane compagno Abdero.
10. la cattura dei buoi di Gerione. Passando per l'Italia al ritorno, si fermò da Evandro nel Lazio, e qui il celebre ladrone Caco gli rubò l'armento. Eracle trovò il ladro e l'uccise. Combattè poi col gigante Anteo e ammazzò anche lui.
11. la raccolta dei pomi d'oro delle Esperidi, che le fanciulle stesse e il drago Ladone custodivano nel remoto occidente, in un giardino. Secondo la tradizione più comune, Eracle prese i frutti dopo aver ucciso il mostro; una variante afferma che l'eroe mandò Atlante a prenderli, mentre egli sosteneva al suo posto il peso della volta celeste.
12. la cattura di Cerbero, guardiano dell'Erebo, che Eracle incatenò e portò ad Euristeo e poi ricondusse nell'Erebo.

Il servizio presso Onfale

Compiute le 12 fatiche Eracle fu liberato dalla servitù e si recò in Tessaglia per domandare al re Eurito in sposa la figlia Iole. Ma poichè Eurito gli negò la figlia, Eracle in un accesso di furore uccise Ifito, figlio di Eurito. L'oracolo di Delfi impose all'eroe di servire per tre anni Onfale, figlia di Iardano, regina della Lidia, che lo mise a filare tra le sue ancelle. Ma anche vestito da donna compì molte imprese valorose, tra cui la cattura dei Cercopi, folletti giocosi e furbissimi.

La vendetta contro Laomendonte

Appena ebbe terminato il servizio presso Onfale, Eracle si recò a Troia per vendicarsi di Laomedonte, uccidendo lui e diversi suoi figli maschi, eccetto Bucolione, Titone e Podarce che fu da allora in poi chiamato Priamo(ma secondo Omero la vendetta dell'eroe si abbatté solo sul sovrano). Eracle tornò poi in Grecia, dove distrusse la schiatta di Neleo, eccettuato Nestore. Sposò poi Deianira, figlia di Oineo.

La spedizione degli Argonauti e la vendetta contro i Boreadi

Eracle fu anche argonauta, portando con sé il giovane scudiero Ila. Durante la sosta in Misia, Ila venne rapito dalle ninfe del posto. Eracle andò a cercarlo, mentre gli altri Argonauti, su insistenza dei Boreadi, Zete e Calais, ripartirono lasciandolo a terra. Setacciò tutta la regione alla ricerca dell'amico ma senza risultato. Si recò allora nel regno dei Dolioni, dove si trattenne qualche tempo per allevare i figlioletti del defunto re Cizico, che era stato in precedenza ucciso per errore dagli Argonauti insieme ad alcuni suoi uomini (due dei quali, Megabronte e Telecle, erano periti proprio per mano di Eracle). In seguito uccise per vendetta i due Boreadi, cioè coloro che avevano convinto gli altri Argonauti ad abbandonare Eracle in Misia.

Le ultime vendette di Eracle

Dopo aver ucciso i Boreadi, che tuttavia fece seppellire accordando loro grandi onori, Eracle si propose di punire, e ben più ferocemente, due sovrani che si erano dimostrati sleali nei suoi confronti: Augia ed Eurito. L'eroe non si limitò a ucciderli ma distrusse anche le loro città, operando veri e propri massacri.

La fine terrena di Eracle

Eracle uccise poi il centauro Nesso che voleva far violenza a Deianira. Nesso, morendo, diede a Deianira la camicia intrisa col suo sangue, dando a credere alla donna che essa costituisse un potente filtro d'amore. Eracle fece poi una spedizione punitiva contro Eurito e l'uccise, portando con sè Iole. Deianira, temendo che Eracle si innamorasse di Iole, per assicurarsi del suo amore gli fece indossare la camicia di Nesso. Appena Eracle se l'ebbe messa, si sentì il corpo infiammato e corroso dal veleno, preso perciò dal furore, scagliò l'araldo Lica, che gli aveva portato la camicia, nel mare dove il poveretto fu mutato in scoglio. Eracle si fece portare a Trachine, e dopo aver fatto sposare Iole a suo figlio Illo, si recò sull'Oeta, e innalzata una pira, vi diede fuoco e vi salì sopra. Zeus allora tra un fragore di fulmini portò Eracle in una nube tra l'Olimpo. Eracle divenne così immortale, e riconciliatosi poi con Era, visse in cielo eternamente giovane e sposò Ebe, da cui ebbe due figli: Alessiare e Aniceto.

Epiteti

Progenie nota di Eracle

Compagni di Eracle

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