Differenze tra le versioni di "Epopea di Gilgamesh"

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<br>Nel poema compaiono molte affinità con i testi biblici e con l'epica classica; si pensa che alcuni temi fossero largamente diffusi nel mondo antico, e che la loro attestazione testimoni rapporti culturali fra i popoli, altrimenti non documentati.
 
<br>Nel poema compaiono molte affinità con i testi biblici e con l'epica classica; si pensa che alcuni temi fossero largamente diffusi nel mondo antico, e che la loro attestazione testimoni rapporti culturali fra i popoli, altrimenti non documentati.
  
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Versione delle 18:33, 1 lug 2013

Uno dei più antichi poemi conosciuti, scritto in caratteri cuneiformi su tavolette d'argilla e narra le gesta di un antichissimo e leggendario re sumerico, Gilgamesh, alle prese con il problema che da sempre ha assillato l'umanità: la morte e il suo impossibile superamento. L'epopea (o più semplicemente "il Gilgamesh") è anteriore ai poemi omerici (VIII sec. a.C.) e ai Veda indiani (1500 a.C.). Le prime redazioni sumeriche del poema sono fatte risalire ad oltre il 2000 a.C. Documenti su Gilgamesh sono stati rinvenuti più o meno ovunque in Mesopotamia, ma anche al di fuori, come in Anatolia (Hattusa, capitale dell'impero ittita) o in Palestina (Megiddo).
La narrazione prende nome dal protagonista, Gilgamesh, il re sumero di Uruk (Erech nella Bibbia, attualmente Tell-al-Warka in Iraq), l'eroe che con il compagno Enkidu affronta avventure di ogni genere, alla ricerca del segreto dell'immortalità. Per conoscere tale segreto Gilgamesh si rivolge al saggio Utnapishtim, scampato al diluvio universale; questi gli narra la storia del diluvio e infine gli rivela che in fondo al mare esiste la pianta dell'eterna giovinezza (o anche pianta della vita). Gilgamesh riesce a raggiungerla ma la perde per colpa di un serpente; torna allora a Uruk dove terminerà i suoi giorni, avendo ormai compreso che l'immortalità appartiene solo agli dei e non spetta agli uomini.
Nel poema compaiono molte affinità con i testi biblici e con l'epica classica; si pensa che alcuni temi fossero largamente diffusi nel mondo antico, e che la loro attestazione testimoni rapporti culturali fra i popoli, altrimenti non documentati.