Ennomo (1)

Nobile misio: era cortigiano e augure presso Telefo. Insieme a Cromio guidò il primo contingente di Misi inviati nella guerra di Troia in difesa degli assediati; secondo una tradizione il re inizialmente aveva proclamato la non belligeranza, ma Astioche, sua seconda moglie e sorella di Priamo, si oppose con tutte le sue forze a questa decisione, finendo per avere partita vinta.

La morte

Nonostante affermasse di saper trarre responsi dall'interpretazione del volo degli uccelli, Ennomo non riuscì a evitare la propria rovina, giacché andò incontro alla sorte peggiore che potesse capitare a un guerriero: ucciso da Achille sulle rive dello Scamandro, fu poi gettato nelle acque del fiume, rimanendo così insepolto con conseguente esclusione per la sua anima di raggiungere la soglia dell'Ade. Ciò avvenne in una battaglia fluviale successiva a quella descritta nell' Iliade. Alla notizia della sua uccisione, il principe Euripilo, figlio giovinetto di Telefo e Astioche, chiese al padre di poter assumere il comando delle truppe misie a Troia: Telefo, che aveva interpretato la morte del suo augure come un presagio funesto, si rifiutò, ma dovette cedere anche stavolta per le minacce di Astioche, animata sempre più da livore verso i Greci.

Interpretazione

Ennomo può essere accostato a Etione e Ramnete, gli altri due mitologici auguri della classicità che non riescono a prevedere la propria fine: se però di Ramnete ed Etione si dice esplicitamente che falliscono solo in tale occasione, non sappiamo se è così anche per Ennomo, e questo anche per il fatto che non ci è pervenuto il poema con la descrizione della sua morte, di cui nell'Iliade è data solo un'anticipazione.

Bibliografia

Fonti Antiche