Differenze tra le versioni di "Emazione (2)"

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Versione delle 11:45, 14 nov 2011

Anziano suddito di Cefeo, presenziava alle nozze della principessa Andromeda con Perseo, quando improvvisamente nella reggia fece irruzione il mancato sposo della ragazza, Fineo, con un grande seguito di uomini, tutti armati fino ai denti. Troppo debole per impugnare le armi contro di loro, Emazione si portò presso l'altare, pronunciando il suo sdegno nei confronti di Fineo; per tutta risposta un seguace di costui, Cromi, raggiunse il vegliardo e con la spada lo decapitò: il capo troncato di Emazione conservò tuttavia per alcuni istanti le funzioni vitali, facendo uscire dalle labbra ulteriori parole di condanna all'indirizzo di Fineo e dei suoi uomini.

 Presente era pure Emazione,
un vegliardo amante della giustizia e timorato degli dei:
poiché l'età gli impediva di battersi, aggrediva e combatteva
con la parola, inveendo contro quella battaglia sciagurata.
Ma mentre cingeva con le braccia tremanti l'ara, Cromi
con la spada gli mozzò il capo, che rotolò sull'altare:
lì con la lingua ormai esanime lanciò parole
di esecrazione esalando l'anima in mezzo al fuoco.

(Ovidio, Metamorfosi)

Interpretazioni

La decapitazione di Emazione è interessante per due motivi. Nella mitologia classica i personaggi che subiscono il taglio della testa sono generalmente giovani e belli: l'etiope emana tuttavia una grande nobiltà d'animo che fa supporre per lui un aspetto ancora notevole nonostante l'età, dato che nel genere epico solo gli antieroi hanno brutte fattezze. Ma indubbiamente l'episodio resta indimenticabile soprattutto per gli estremi segnali di vita del capo troncato di Emazione, ancora capace di profferir parola, come già Dolone o Leode nei poemi omerici (personaggi tuttavia molto diversi da Emazione, in quanto portatori di tratti negativi). Dunque Ovidio si accoda a Omero nell'individuare la testa quale sede dell'anima, mentre nelle decapitazioni descritte da altri mitografi essa pare piuttosto albergare nel corpo (per esempio i quattro Rutuli che vengono decollati nel sonno da Niso nel nono libro dell' Eneide di Virgilio).

Curiosità

Questo personaggio è talora chiamato Emazio per evitare confusioni con un altro etiope ricordato dai mitografi greci, il re Emazione figlio di Titone ed Eos.