Diomede (2)
SCHEDA | |
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IDENTITÀ | |
Nome orig.: | - |
Altri nomi: | - |
Etimologia: | - |
Sesso: | Maschio |
Genitori: | [[]] e [[]] |
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LOCALIZZAZIONE | |
Sezione: | Mitologia Classica |
Continente: | Europa |
Area: | Mediterraneo |
Paese: | Grecia |
Regione: | [[{{{regione}}}]] |
Provincia: | [[{{{provincia}}}]] |
Città: | [[{{{citta}}}]] |
Origine: | Greci |
CLASSIFICAZIONE | |
Tipologia: | Umani |
Sottotipologia: | Nobili |
Specificità: | Sovrani |
Subspecifica: | - |
CARATTERI | |
Aspetto: | Antropomorfo |
Indole: | Benevola |
Elemento: | |
Habitat: | |
ATTRIBUTI | |
Fisici
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Animali
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Vegetali
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Minerali
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Altri
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Personaggi
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TEMATICHE | |
Re di Argo, figlio di Tideo - uno dei Sette Contro Tebe - di cui vendicò la morte nella seconda spedizione contro la città: da allora divenne grande amico di un altro degli Epigoni, Stenelo. I due furono poi tra coloro che aspirarono alla mano di Elena, e quando questa fu rapita da Paride parteciparono alla guerra di Troia, in cui Stenelo fece da scudiero e auriga all'amico. Prima di partire per Troia, Diomede aveva sposato Egialea, figlia di Adrasto.
Indice
Nella guerra di Troia[modifica]
Nei dieci anni del conflitto, Diomede fu, dopo Achille, l'eroe acheo che inflisse più perdite umane ai troiani e ai loro alleati. Ebbe anche modo di ferire due delle divinità protettrici della città, Afrodite e Ares. In un paio di imprese clamorose ebbe come compagno Ulisse: l'assalto notturno nella tenda di Reso, il giovane signore di Tracia, che fu colpito nel sonno proprio da Diomede, e il ratto del Palladio. Fu inoltre uno dei guerrieri che si nascosero nel cavallo di legno.
Le peripezie successive e l'approdo in Italia[modifica]
Dopo la caduta di Troia, Diomede incappò nell'ira di Afrodite, che non gli aveva perdonato il ferimento. La dea mandò sulla sua flotta una tempesta: gettato sulla costa di Licia, Diomede corse il rischio di venire sacrificato ad Ares dal re Lico che voleva vendicare la morte del suo predecessore Sarpedonte caduto a Troia, ma la figlia del re gli venne in aiuto facendolo fuggire di nascosto. In seguito Diomede sbarcò per sbaglio ad Atene, in una notte senza luna: Demofoonte pensò si trattasse di invasori e inviò un corpo di armati che uccisero diversi compagni di Diomede, il quale si allontanò con le sue navi in fretta e furia perdendo il Palladio. L'eroe fece infine ritorno in patria, ma qui ad attenderlo c'era la moglie infedele, che col suo amante congiurò per ucciderlo: a quanto pare quest'uomo era nientemeno che Comete, il figlio giovinetto di Stenelo. Salvatosi miracolosamente, Diomede lasciò Argo e si rifugiò in Italia, fondandovi diverse colonie. Secondo una tradizione avrebbe qui sposato Enippe, una figlia di Dauno; un'altra afferma invece che si unì in matrimonio con Ermione, rimasta vedova di Oreste. Morì nelle isole Tremiti, dove venne poi sepolto.
Vittime di Diomede nella guerra di Troia[modifica]
- Abante
- Adrasto
- Agastrofo
- Agelao
- Anfio
- Assilo
- Astinoo
- Calesio
- Cromio
- Dolone
- Echemmone
- Eniopeo
- Fegeo
- Ipeirone
- Pandaro
- Poliido
- Reso (con dodici suoi uomini)
- Timbreo
- Toone
- Xanto
BIBLIOGRAFIA[modifica]
Fonti Antiche[modifica]
- Omero, Iliade
- Pseudo-Euripide, Reso
- Virgilio, Eneide
- Ovidio, Metamorfosi
LETTERATURA[modifica]
La figura di Diomede nella letteratura postclassica[modifica]
- Dante Alighieri, Commedia, Inferno. Diomede viene collocato insieme a Ulisse nell'ottava delle Malebolge, quella in cui vengono puniti i consiglieri fraudolenti.
Riferimenti artistici[modifica]
- Corrado Giaquinto, Ulisse e Diomede nella tenda di Reso, dipinto.