Deifobo (1)

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Figlio di Priamo, il terzo che ebbe da Ecuba, dopo Ettore e Paride. Fu particolarmente legato a Ettore nonostante la diversità di carattere: al contrario del fratello maggiore, Deifobo era infatti una persona piuttosto rude, rissosa e arrogante. Scoppiata la guerra di Troia vi combatté al comando di uno squadrone facendosi coadiuvare dal fratello Eleno e dal re di Arisbe Asio, e fu nel complesso guerriero valoroso, uccidendo non pochi Achei. Atena prese le sue sembianze per ingannare Ettore convincendolo ad affrontare Achille. Deifobo ebbe una parte importante nel disegno pianificato dai troiani per uccidere Achille; durante la cerimonia del matrimonio di Achille e Polissena, a un segnale convenuto egli abbracciò il Pelide, che così non s'avvide della freccia scagliatagli da Paride. Quando poi morì anche costui, Deifobo aspirò alla mano di Elena in competizione con Eleno, e la spuntò col parere favorevole di Priamo, ma la decisione venne criticata dalla maggior parte dei suoi concittadini. Deifobo era inviso anche a Elena, che arrivò addirittura a rimpiangere Paride.

La morte

Deifobo morì durante la notte della distruzione di Troia: mentre egli dormiva ubriaco nel suo letto, avendo trascorso diverse ore a far baldoria con gli amici, Elena aprì le porte a Ulisse e Menelao che colpirono nel sonno il principe troiano mutilandone poi orrendamente il cadavere. La stessa Elena sarebbe stata tra gli esecutori materiali del delitto. Secondo alcune versioni il figlio di Priamo si svegliò improvvisamente prima di venire ucciso. Enea venne informato della morte di Deifobo mentre fuggiva da Troia e tornò indietro giusto per erigergli un cenotafio, non avendone trovato il corpo. In realtà qualcuno aveva già provveduto a seppellire Deifobo, permettendo così alla sua anima di raggiungere l'Ade vero e proprio, come lo stesso Enea poté constatare quando scese vivo negli inferi.

VITTIME DI DEIFOBO

Ascalafo, capo dei Mini, figlio di Ares.

●Ipsenore, figlio di Ippaso.

Alcimo, scudiero mirmidone, molto caro ad Automedonte.

Deifobo ha anche un'aristia, raccontata nel posthomerica:


"... e giunto Fra le turbe improvviso, a molti addusse Il dì funesto; che a feral procella Simile ei muove, e con perpetuo ardire Fra i nemici imperversa..."

Interpretazioni

Nell'Eneide l'anima del principe troiano, pur non essendo tra quelle dei dannati nel Tartaro, subisce comunque un piccolo castigo: è l'unico eroe della guerra di Troia che porta i segni - orridi - della propria uccisione.

Luogotenenti di Deifobo durante la guerra di Troia

Riferimenti letterari

La figura di Deifobo nella letteratura postclassica

  • William Shakespeare, Troilo e Cressida, tragedia.