Differenze tra le versioni di "Deifobe"

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Versione delle 13:44, 22 mar 2020

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Femmina
Genitori: [[{{{padre1}}}]] e [[{{{madre1}}}]]
oppure [[{{{padre2}}}]] e [[{{{madre2}}}]]
oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
oppure [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]]
Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
{{{consorte}}} {{{figlio}}}
[[{{{consorte1}}}]]
[[{{{consorte2}}}]]
[[{{{consorte3}}}]]
[[{{{consorte4}}}]]
[[{{{consorte5}}}]]
LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Grecia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Greci
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Umani
Sottotipologia: Religiosi
Specificità: Profeti
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Benevola
Elemento:
Habitat:
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE

Profetessa figlia di Glauco, conosciuta anche come Sibilla Cumana. Rivelò a Enea il futuro della sua gente: questi poi si calò vivo nell'Ade guidato dalla veggente stessa, che lo portò da Anchise perché avesse da lui la conferma di quelle profezie.

La Sibilla Cumana era la somma sacerdotessa dell'oracolo di Apollo e di Ecate che esercitava la facoltà divinatoria a Cuma, una città della Magna Grecia, nei pressi del lago d'Averno. Lì si trovava una caverna, chiamata "antro della Sibilla", dove la profetessa trascriveva le predizioni in esametri, su foglie di palma, sotto ispirazione divina. Le foglie, una volta finito il vaticinio, venivano scompigliate dalle correnti che soffiavano dalle numerose aperture dell'antro, che rendevano così i responsi meno comprensibili, "sibillini", appunto.

La leggenda racconta che Apollo fosse innamorato di questa donna e che le avesse offerto qualsiasi cosa lei volesse pur di averla come sua sacerdotessa. Lei chiese in dono l'immortalità, ma scordò di chiedere anche la giovinezza eterna, condannando così il proprio corpo a una progressiva e lenta consumazione. Quando assunse le dimensioni di una cicala, la Sibilla venne posta in una gabbietta nel tempio di Apollo, finché il corpo non scomparve. La sua voce, però, rimase e continuò a vaticinare. Si dice anche che Apollo le avesse dato la possibilità di acquisire l'eterna giovinezza, a patto che diventasse completamente sua. Ma la Sibilla rifiutò, poiché ritenne più importante preservare la propria castità.


Epiteti

Bibliografia

Fonti Antiche