Daeva

Gli "splendenti" o i "luminosi", dal verbo div, cui è collegato etimologicamente anche Dyaus, il cielo sereno e luminoso. Inizialmente equivalenti agli Asura, assumono successivamente caratteri opposti da essi, ma anche contrastanti globalmente a seconda dell'area di diffusione: in India i Deva rimangono esseri a carattere divino, e gli Asura divengono dei demoni, mentre l'esatto opposto avviene in Persia tra Daeva ed Ahura. I Deva sono invisibili e, se sono visibili, non fanno comunque ombra; fluttuano nell'aria senza mai toccare terra. Mentre in un primo tempo i Deva sono esclusivamente maschili, successivamente vengono inglobate tra di essi anche delle preesistenti divinità femminili indigene, che prendono il nome di Devi.
Sono i servi (oppure i compagni) di Angra Mainyu, noto anche come Ahriman. Le serve sono chiamate Drugs. Insieme combattono contro Ahura Mazda e i suoi Amesha Spentas. Nel Vendidad (XIX) sono menzionati come genti perversi e stolti, nemici di ogni persona e di ogni cosa. Maledissero la nascita del saggio Zarathustra e si precipitarono poi nel più profondo abisso tenebroso che è l'orribile inferno. In origine, i Daeva, insieme agli Ahura, erano una classificazione di dèi e spiriti. Nella religione persiana più tarda furono degradati a un genere inferiore di creature, a demoni. La parola “diavolo” deriva dal loro nome. I sette arcidemoni dei Daevas sono: Aesma Daeva, Aka Manah, Indra, Nanghaithya, Saurva, Tawrich e Zarich.