Differenze tra le versioni di "Cloridano"

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Giovane guerriero dell'esercito moro di [[Agramante]]. L'Ariosto narra come due soldati del campo saraceno tentino di notte, dopo la battaglia intorno a Parigi, di trovare il corpo del loro signore [[Dardinello]] per rendergli gli onori funebri: chi concepisce l'impresa è [[Medoro]], il più giovane, commosso per la morte del suo signore e pronto ad affrontare ogni pericolo per lui: lo segue il più esperto Cloridano, che non può distogliere l'amico dall'impresa e non vuole lasciarlo andare solo. I due personaggi sono mutuati su quelli virgiliani di [[Eurialo (1)]] e [[Niso (1)]], la coppia di giovani guerrieri troiani inseparabili che durante la guerra contro gli italici decidono di allontanarsi dalla cittadella assediata per andare incontro a [[Enea]], partito alla ricerca di alleati. Un intermezzo è costituito, come nell'analogo episodio dell' ''Eneide'', dall'assalto al campo dei nemici sorpresi nel sonno, che offre al poeta spunti comici e satirici, in misura maggiore rispetto al testo latino: ma la poesia si rifà elegiaca e poi drammatica nel racconto della scoperta del morto [[Dardinello]], nel cauto ritorno dei giovani interrotto dall'apparizione di una schiera di cavalieri cristiani, nella fuga di Cloridano, il quale si accorge a un certo punto che [[Medoro]] non l'ha seguito e ritorna con rischio della vita sui propri passi.
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Giovane guerriero dell'esercito moro di [[Agramante]]. L'Ariosto nell' ''Orlando Furioso'' narra come due soldati del campo saraceno tentino di notte, dopo la battaglia intorno a Parigi, di trovare il corpo del loro signore [[Dardinello]] per rendergli gli onori funebri: chi concepisce l'impresa è [[Medoro]], il più giovane, commosso per la morte del suo signore e pronto ad affrontare ogni pericolo per lui: lo segue il più esperto Cloridano, che non può distogliere l'amico dall'impresa e non vuole lasciarlo andare solo. I due personaggi sono mutuati su quelli virgiliani di [[Eurialo (1)]] e [[Niso (1)]], la coppia di giovani guerrieri troiani inseparabili che durante la guerra contro gli italici decidono di allontanarsi dalla cittadella assediata per andare incontro a [[Enea]], partito alla ricerca di alleati. Un intermezzo è costituito, come nell'analogo episodio dell' ''Eneide'', dall'assalto al campo dei nemici sorpresi nel sonno, che offre al poeta spunti comici e satirici, in misura maggiore rispetto al testo latino: ma la poesia si rifà elegiaca e poi drammatica nel racconto della scoperta del morto [[Dardinello]], nel cauto ritorno dei giovani interrotto dall'apparizione di una schiera di cavalieri cristiani, nella fuga di Cloridano, il quale si accorge a un certo punto che [[Medoro]] non l'ha seguito e ritorna con rischio della vita sui propri passi.
 
<br>Medoro, circondato dai nemici e ferito, supplica ancora non per sé, ma per il morto signore, a cui vuol dar sepoltura, e commuove [[Zerbino]], il capo dei cristiani, che trattiene il ferro già vibrato su di lui: Cloridano, che ha già colpito più d'un cavaliere nemico, vedendo Medoro soccombere, si precipita fuori del suo nascondiglio e gli cade morto al fianco.
 
<br>Medoro, circondato dai nemici e ferito, supplica ancora non per sé, ma per il morto signore, a cui vuol dar sepoltura, e commuove [[Zerbino]], il capo dei cristiani, che trattiene il ferro già vibrato su di lui: Cloridano, che ha già colpito più d'un cavaliere nemico, vedendo Medoro soccombere, si precipita fuori del suo nascondiglio e gli cade morto al fianco.
 
Così si compie la storia di una amicizia eroica, uno degli episodi più commoventi del Furioso; non un seguito, ma una nuova storia ci è offerta più innanzi, dove si narra come Medoro, non morto, ma solo svenuto, fosse soccorso da una donzella, [[Angelica]], e come essa si innamorasse di lui e poi lo facesse suo sposo. Poco rilievo ha in questo episodio la figura del giovane soldato, di cui non ricordiamo della prima presentazione se non la singolare bellezza: certo un nuovo [[Medoro]], diverso dall'amico di Cloridano e dal tenero e devoto seguace del suo signore, ci si rivela nella scritta, fatale a [[Orlando]], in cui egli celebra l'insperata, unica felicità che gli è stata concessa e che tutto lo possiede.
 
Così si compie la storia di una amicizia eroica, uno degli episodi più commoventi del Furioso; non un seguito, ma una nuova storia ci è offerta più innanzi, dove si narra come Medoro, non morto, ma solo svenuto, fosse soccorso da una donzella, [[Angelica]], e come essa si innamorasse di lui e poi lo facesse suo sposo. Poco rilievo ha in questo episodio la figura del giovane soldato, di cui non ricordiamo della prima presentazione se non la singolare bellezza: certo un nuovo [[Medoro]], diverso dall'amico di Cloridano e dal tenero e devoto seguace del suo signore, ci si rivela nella scritta, fatale a [[Orlando]], in cui egli celebra l'insperata, unica felicità che gli è stata concessa e che tutto lo possiede.

Versione delle 00:10, 10 ott 2010

Giovane guerriero dell'esercito moro di Agramante. L'Ariosto nell' Orlando Furioso narra come due soldati del campo saraceno tentino di notte, dopo la battaglia intorno a Parigi, di trovare il corpo del loro signore Dardinello per rendergli gli onori funebri: chi concepisce l'impresa è Medoro, il più giovane, commosso per la morte del suo signore e pronto ad affrontare ogni pericolo per lui: lo segue il più esperto Cloridano, che non può distogliere l'amico dall'impresa e non vuole lasciarlo andare solo. I due personaggi sono mutuati su quelli virgiliani di Eurialo (1) e Niso (1), la coppia di giovani guerrieri troiani inseparabili che durante la guerra contro gli italici decidono di allontanarsi dalla cittadella assediata per andare incontro a Enea, partito alla ricerca di alleati. Un intermezzo è costituito, come nell'analogo episodio dell' Eneide, dall'assalto al campo dei nemici sorpresi nel sonno, che offre al poeta spunti comici e satirici, in misura maggiore rispetto al testo latino: ma la poesia si rifà elegiaca e poi drammatica nel racconto della scoperta del morto Dardinello, nel cauto ritorno dei giovani interrotto dall'apparizione di una schiera di cavalieri cristiani, nella fuga di Cloridano, il quale si accorge a un certo punto che Medoro non l'ha seguito e ritorna con rischio della vita sui propri passi.
Medoro, circondato dai nemici e ferito, supplica ancora non per sé, ma per il morto signore, a cui vuol dar sepoltura, e commuove Zerbino, il capo dei cristiani, che trattiene il ferro già vibrato su di lui: Cloridano, che ha già colpito più d'un cavaliere nemico, vedendo Medoro soccombere, si precipita fuori del suo nascondiglio e gli cade morto al fianco. Così si compie la storia di una amicizia eroica, uno degli episodi più commoventi del Furioso; non un seguito, ma una nuova storia ci è offerta più innanzi, dove si narra come Medoro, non morto, ma solo svenuto, fosse soccorso da una donzella, Angelica, e come essa si innamorasse di lui e poi lo facesse suo sposo. Poco rilievo ha in questo episodio la figura del giovane soldato, di cui non ricordiamo della prima presentazione se non la singolare bellezza: certo un nuovo Medoro, diverso dall'amico di Cloridano e dal tenero e devoto seguace del suo signore, ci si rivela nella scritta, fatale a Orlando, in cui egli celebra l'insperata, unica felicità che gli è stata concessa e che tutto lo possiede.

Vittime di Cloridano