Differenze tra le versioni di "Cloridano"

(La morte)
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Medoro, circondato dai nemici e ferito, supplica non per sé, ma per il morto signore, a cui vuol dar sepoltura, e commuove [[Zerbino]], il capo dei cristiani, che trattiene il ferro già vibrato su di lui, ma uno dei suoi uomini, ignaro della decisione presa dal suo signore, colpisce improvvisamente Medoro, che perde i sensi. Cloridano, che ha già colpito più d'un cavaliere nemico, vedendo Medoro soccombere, si precipita fuori del suo nascondiglio e gli cade morto al fianco.
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Medoro, circondato dai nemici e ferito, supplica non per sé, ma per il morto signore, a cui vuol dar sepoltura, e commuove [[Zerbino]], il capo dei cristiani, che trattiene il ferro già vibrato su di lui, ma uno dei cavalieri, ignaro della decisione presa dal suo signore, colpisce improvvisamente Medoro, che perde i sensi. Cloridano, che ha già colpito più d'un cavaliere nemico, vedendo Medoro soccombere, si precipita fuori del suo nascondiglio e gli cade morto al fianco.
 
Così si compie la storia di una amicizia eroica, uno degli episodi più commoventi del ''Furioso''; non un seguito, ma una nuova storia ci è offerta più innanzi, dove si narra come Medoro, non morto, ma ferito e svenuto, fosse soccorso da una donzella, [[Angelica]], e come essa si innamorasse di lui e poi lo facesse suo sposo. Poco rilievo ha in questo episodio la figura del giovane soldato, di cui non ricordiamo della prima presentazione se non la singolare bellezza: certo un nuovo [[Medoro]], diverso dall'amico di Cloridano e dal tenero e devoto seguace del suo signore, ci si rivela nella scritta, fatale a [[Orlando]], in cui egli celebra l'insperata, unica felicità che gli è stata concessa e che tutto lo possiede.
 
Così si compie la storia di una amicizia eroica, uno degli episodi più commoventi del ''Furioso''; non un seguito, ma una nuova storia ci è offerta più innanzi, dove si narra come Medoro, non morto, ma ferito e svenuto, fosse soccorso da una donzella, [[Angelica]], e come essa si innamorasse di lui e poi lo facesse suo sposo. Poco rilievo ha in questo episodio la figura del giovane soldato, di cui non ricordiamo della prima presentazione se non la singolare bellezza: certo un nuovo [[Medoro]], diverso dall'amico di Cloridano e dal tenero e devoto seguace del suo signore, ci si rivela nella scritta, fatale a [[Orlando]], in cui egli celebra l'insperata, unica felicità che gli è stata concessa e che tutto lo possiede.
  

Versione delle 22:47, 15 apr 2011

Giovane guerriero dell'esercito moro di Agramante.

L'amicizia con Medoro e l'assalto al campo cristiano

L'Ariosto nell' Orlando Furioso narra come due soldati del campo saraceno tentino di notte, dopo la battaglia intorno a Parigi, di trovare il corpo del loro signore Dardinello per rendergli gli onori funebri: chi concepisce l'impresa è Medoro, il più giovane, commosso per la morte del suo signore e pronto ad affrontare ogni pericolo per lui: lo segue il più esperto Cloridano, che non può distogliere l'amico dall'impresa e non vuole lasciarlo andare solo. I due personaggi sono mutuati su quelli virgiliani di Eurialo e Niso, la coppia di giovani guerrieri troiani inseparabili che durante la guerra contro gli italici decidono di allontanarsi dalla cittadella assediata per andare incontro a Enea, partito alla ricerca di alleati. Un intermezzo è costituito, come nell'analogo episodio dell' Eneide, dall'assalto al campo dei nemici sorpresi nel sonno, che offre al poeta sia spunti comico-satirici (il destino beffardo del giovane cortigiano Alfeo, la posa scomposta di Palidone da Moncalieri, la bestialità di Grillo) sia commenti più pietosi (la morte che piomba sui due generosi e inseparabili fratelli Malindo e Ardalico, giovani figli del conte di Fiandra); ma la poesia si rifà elegiaca nel racconto della scoperta del morto Dardinello e della cauta uscita dal campo interrotta dall'apparizione di una schiera di cavalieri cristiani, e quindi drammatica nella fuga di Cloridano, il quale si accorge a un certo punto che Medoro non l'ha seguito e ritorna a rischio della vita sui propri passi.

La morte

Medoro, circondato dai nemici e ferito, supplica non per sé, ma per il morto signore, a cui vuol dar sepoltura, e commuove Zerbino, il capo dei cristiani, che trattiene il ferro già vibrato su di lui, ma uno dei cavalieri, ignaro della decisione presa dal suo signore, colpisce improvvisamente Medoro, che perde i sensi. Cloridano, che ha già colpito più d'un cavaliere nemico, vedendo Medoro soccombere, si precipita fuori del suo nascondiglio e gli cade morto al fianco. Così si compie la storia di una amicizia eroica, uno degli episodi più commoventi del Furioso; non un seguito, ma una nuova storia ci è offerta più innanzi, dove si narra come Medoro, non morto, ma ferito e svenuto, fosse soccorso da una donzella, Angelica, e come essa si innamorasse di lui e poi lo facesse suo sposo. Poco rilievo ha in questo episodio la figura del giovane soldato, di cui non ricordiamo della prima presentazione se non la singolare bellezza: certo un nuovo Medoro, diverso dall'amico di Cloridano e dal tenero e devoto seguace del suo signore, ci si rivela nella scritta, fatale a Orlando, in cui egli celebra l'insperata, unica felicità che gli è stata concessa e che tutto lo possiede.

Vittime note di Cloridano

Fonti