Carlo Magno

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(ca. 742-814) Nella storia e nella leggenda medievale, re dei Franchi, primo imperatore del Sacro Romano Impero, protagonista di leggende e chansons de geste francesi.

Biografia

Carlomagno era figlio di Pipino il Breve e di Berta dal gran piè. Pipino morÌ nel 768 e il regno franco venne ereditato dai suoi due figlio Carlo e Carlomanno. Dopo tre anni, Carlomanno morì e Carlo prese possesso anche dei domini del fratello.
Durante il suo lungo regno, durato quasi mezzo secolo, Carlomagno estese i confini fino a comprendere gran parte dell'Europa occidentale. Intraprese più di cinquanta campagne militari, tra cui quelle contro Longobardi, Saraceni e Sassoni.
Fu incoronato dal papa imperatore del Sacro Romano Impero nell'anno 800.
Il suo governo da imperatore durò quattordici anni. In questo periodo, convocò sinodi da lui presieduti e indirizzò ammonizioni ad abati e vescovi.
Carlomagno considerava importante l'istruzione e in tarda età cercò di imparare a scrivere, ma trovò il compito al di là delle sue possibilità. Afflitto dali 'ignoranza del suo popolo, fondò scuole e fece copiare numerosi manoscritti. Invitò a corte l'inglese Alcuino, uno dei più famosi eruditi del tempo, perché organizzasse una scuola palatina. Attorno alla sua persona fiorirono numerose leggende, che divennero parte importante del folclore medievale.

Le Leggende

La visita dell'angelo e il complotto sventato

In una leggenda, Carlomagno, dopo essersi costruito un nuovo castello sul Reno, fu svegliato dal tocco di un angelo la prima notte che trascorreva nel luogo. L'araldo celeste disse al re di uscire in piena notte e rubare qualcosa. Quindi il sovrano sellò il cavallo e partì. Non era andato lontano quando s'imbatté in un cavaliere sconosciuto.
Seguì un duello in cui Carlomagno disarcionò l'avversario. Appreso che si trattava di Elbegast (Alberico), un celebre brigante, il re promise di liberarlo se lo avesse aiutato a rubare qualcosa.
Guidato da Elbegast, Carlomagno si recò in segreto al castello di uno dei suoi ministri. Con l'aiuto del bandito, entrò inosservato nella camera da letto del ministro. Qui, acquattato nel buio, il sovrano udì il ministro confidare alla moglie un complotto per assassinare l'imperatore il giorno seguente. Dopo aver atteso pazientemente che i due si addormentassero, Carlomagno prese un oggetto senza valore e silenziosamente uscì per ritornare al proprio castello. Il giorno dopo sventò complotto e quando i cospiratori gli giurarono fedeltà li perdonò. Elbegast ne rimase così colpito che abbandonò la sua disonesta professione ed entrò al servizio dell'imperatore.
Grato all'angelo, Carlomagno chiamò il suo nuovo castello Ingelheim (casa dell'angelo).
Questo episodio è spesso menzionato in successive leggende cavalleresche, nelle quali dei cavalieri richiamati a giustificare appropriazioni indebite, ricordavano irrispettosamente che anche l'imperatore una volta era stato un ladro.

L'anello magico e la fondazione di Aquisgrana

Alla morte della sua terza moglie, Carlomagno sposò una bella principessa orientale, Frastrada, che, con l'ausilio di un anello magico, si guadagnò immediatamente la totale devozione del re.
La nuova regina, tuttavia, non godé a lungo del suo potere poiché fu colpita da una grave malattia. In punto di morte, temendo che l'anello potesse essere preso da qualcuno, se lo mise in bocca e morÌ. Furono avviati solenni preparativi per la sepoltura nella cattedrale di Magonza, ma l'imperatore rifiutava di separarsi dal corpo dell'amata.
Incurante degli affari di stato, trascorreva tutti i giorni nella camera mortuaria. Turpino, suo arcivescovo e consigliere, entrò furtivamente nella camera mentre l'imperatore, spossato dal digiuno e dal pianto, si era addormentato. Dopo aver cercato ovunque l'anello magico, Turpino lo trovò in bocca alla regina. L' arcivescovo s'infilò l'anello e stava per uscire quando Carlomagno si svegliò e gettandoglisi al collo, gli disse di volerlo vicino a sé. Approfittando del potere dell'anello, il consigliere disse a Carlomagno di mangiare e bere, e dopo i funerali, di rioccuparsi degli affari di stato.
Nonostante fosse anziano, Turpino era ora obbligato dall'anello magico (che non si toglieva mai per timore che cadesse in mani sbagliate) ad accompagnare ovunque il sovrano. Una notte, al chiarore della luna, uscì di soppiatto dalla tenda dell'imperatore e si mise a vagare per i boschi pensando al modo migliore di sbarazzarsi dell'anello senza esporre il re al pericolo. Camminando, giunse a una radura nella foresta e vide uno stagno profondo. Vi gettò l'anello e ritornò alla tenda.
Il giorno seguente, fu sollevato nel constatare che l'incantesimo d'amore era stato spezzato e che Carlomagno era ritornato in sé. L'imperatore, però, era inquieto e si recò a caccia. Si perse e arrivò allo stagno dove Turpino aveva gettato l'anello. Rimase talmente incantato dal luogo che diede ordine di erigere sul posto un castello, che sarebbe diventato la futura città di Aquisgrana (in tedesco Aachen e in francese Aix-la-Chapelle).