Capricorno

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La costellazione zodiacale del Capricorno è legata a numerose leggende in tutto il mondo.

Mitologia Greca

In Grecia sono ben due i miti legati al Capricorno. Secondo il primo, durante la lotta tra Zeus e Tifone quest'ultimo tagliò i tendini del dio, ma Pan, nella sua forma di Egipane, riuscì a restituirglieli. Per sottrarsi quindi alla collera di Tifone, si immerse nell'acqua, e fu trasformato nella metà inferiore in pesce, mentre quella superiore conservava l'aspetto caprino: così egli poteva partecipare della natura terrestre e di quella acquatica. Zeus allora, ammirato della fedeltà del dio-capro, lo avrebbe trasferito, nella sua nuova forma ibrida di capro-pesce, tra le costellazioni.
Secondo una tradizione riportata da Igino, sarebbe invece stata la capra Amaltea, nutrice di Zeus, ad essere da quest'ultimo elevata alla dignità della costellazione del Capricorno.

Mitologia Babilonese

Tuttavia, l'immagine del capro-pesce è assai più antica, e risale alla mitologia mesopotamica; esso è infatti uno degli alleati di Tiamat, da lei creati assieme ad una intera schiera di mostri per lottare contro Marduk. Il suo nome era Kusarikku oppure Suhurmashu, e lo troviamo raffigurato su numerosi monumenti, e stilizzato su degli scettri col pomo a forma di capro e la punta a forma di pesce. Successivamente, dimenticato il ruolo avuto nella lotta contro Marduk, il Capricorno diventerà il simbolo del dio Ea.

Folklore

È da ricordare ancora che John Swan, nello Speculum mundi del 1635, ci parla di uno strano anfibio, il Sargon, che vive nel mare, ma viene a terra perché prova una forte attrazione sessuale per le capre, con le quali ama accoppiarsi. I pescatori sfruttano questa sua debolezza per catturarlo: si coprono di pelli di capra e, quando il Sargon esce dall'accqua per concupire le presunte capre, viene irrimediabilmente catturato. Come si può immaginare, il Sargon aveva corpo di pesce e testa munita di corna di caprone ed era additato come emblema della lussuria e dell'adulterio.

Iconografia

Come segno astrologico, il Capricorno si situa al momento del solstizio d'inverno quando, come dice Jung, «il sole sale come una capra le più alte cime, per poi ridiscendere in acqua come un pesce». A volte viene raffigurato, anziché come capra-pesce, come capra-serpente o, per una metamorfosi del tutto grafica, la coda di pesce, normalmente rappresentata arrotolata a spirale, diviene una conchiglia; il Capricorno si presenta così come una capra fuoriuscente da una conchiglia. In ogni caso rimane un esemplare di quella trasposizione marina della fauna terrestre che ebbe un enorme successo iconografico durante tutta l'antichità ed il Medioevo.