Differenze tra le versioni di "Brahmani"

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Versione delle 14:44, 22 mar 2020

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[{{{padre1}}}]] e [[{{{madre1}}}]]
oppure [[{{{padre2}}}]] e [[{{{madre2}}}]]
oppure [[{{{padre3}}}]] e [[{{{madre3}}}]]
oppure [[{{{padre4}}}]] e [[{{{madre4}}}]]
Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
{{{consorte}}} {{{figlio}}}
[[{{{consorte1}}}]]
[[{{{consorte2}}}]]
[[{{{consorte3}}}]]
[[{{{consorte4}}}]]
[[{{{consorte5}}}]]
LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Indo-Iranica
Continente: Asia
Area: Asia Meridionale
Paese: India
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Hindu
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Umani
Sottotipologia: Religiosi
Specificità: Sacerdoti
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Benevola
Elemento:
Habitat:
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE

Per definizione i Possessori del Brahman, cioè del potere sacro acquisito grazie alla formula rituale, sono i sacerdoti che hanno studiato i Veda, base di ogni conoscenza.
Autorizzati in epoca vedica a celebrare i sacrifici, sono ancora designati in epoca classica a celebrare i servizi religiosi per se stessi e per gli altri. Essi sono atti a insegnare i Veda ricevendo regali a cambio e a condurre una vita religiosa, intellettuale e santa, circondata di rispetto, carica di tutta la dignità di un'ascendenza pura, e in teoria sciolta dalle cure del sostegno materiale.
Il carattere sacro della funzione da essi esercitata permetteva loro di beneficiare - anche nei territori a maggioranza buddhista - di un gran numero di esenzioni e prerogative. Hanno infatti il privilegio di ricevere, individualmente o collettivamente, doni e proprietà di importanza talvolta considerevoli.
La donazione veniva considerata non solo come un obbligo, ma anche come il modo più alto di saldare il debito che ogni essere contrae verso gli dei per il solo fatto di nascere: una istituzione immemorabile che determina, a beneficio del donatore, una ricompensa sicura in questa vita e nelle successive.
I brahmani entrarono così in possesso di vasti domini, di cui incassavano le rendite, col diritto di farli coltivare da servi o schiavi; ricevevano anche edifici pubblici e privati, o addirittura villaggi interi. Erano esentati, inoltre, dal pagamento delle imposte, perchè se ne disobbligavano " sotto forma di atti pii ". Il loro stesso carattere sacro impediva di condannarli alla pena di morte, alla tortura o a un castigo corporale qualunque. La pena più severa che poteva essere loro comminata era il taglio della crocchia di capelli; tuttavia si trattava di un gesto simbolico di profonda importanza.
Questo ciuffo di capelli che i Brahmani portavano annodata sulla sommità o a lato del capo, era il segno visibile della loro iniziazione brahmanica e veniva portata tutta la vita a partire dalla tonsura rituale che avveniva verso i 3 anni d'età. Dunque il taglio della crocchia equivaleva all'esclusione dalla casta brahmanica, facendo dell'individuo un essere disprezzato da tutte le caste, emarginato ed espulso dall'intera società, morte sociale oltre che morale, in pratica. Inversamente qualunque danno fatto a un Brahmano veniva punito con grandissima severità.
Molti brahmani erano pienamente degni del rispetto di cui li si circondava, conducendo esistenze pie, austere e compiendo con grande devozione i doveri propri della loro casta. Essi servivano da maestri del villaggio, nelle Università o negli Ashram. Ma accanto a questi brahmani le fonti letterarie ne descrivono un genere infinitamente meno rispettabile: approfittando della scienza magica appresa, essi non esitavano a sfruttare la credulità popolare guadagnandosi da vivere con pratiche da maghi o da ciarlatani. Fra questi due estremi, secondo le fonti, trovava posto tuttavia una varietà di appartenenti alla casta ma con funzioni che non avevano nessun rapporto con le funzioni sacerdotali, quali: attori, esattori di imposte, pseudo-medici, talvolta anche servitori stipendiati. E' possibile che tutti costoro si dedicassero a questi vari mestieri incompatibili con la purezza brahmanica perchè vivevano in zone a maggioranza buddhista e non potevano dunque sperare nelle tradizionali donazioni.
Ma la Legge prevedeva anche queste situazioni e, secondo questa, ogni casta in caso di necessità poteva esercitare professioni altrimenti condannate o proibite.
Tuttavia è certo che alcuni Brahmani ottennero nei secoli un tale prestigio, grazie al proprio valore intellettuale e all'alta e nota moralità personale, da occupare la funzione di cappellano reale, Purohita, anche presso sovrani buddhisti.