Biblioteca:Teocrito, Idilli, XXVII - Conversazione intima

FANCIULLA
Fu Paride, un bovaro come te
il rapitore d'Elena l'accorta.

DAFNI
Elena fu piuttosto che sedusse
di sua voglia il bovaro con un bacio.

FANCIULLA
Non ti scaldare, satirello, un bacio,
come si dice, non ha alcun valore.

DAFNI
C'è un soave godimento anche nei baci
pure se sono privi di valore.

FANCIULLA
Io mi lavo la bocca e sputo il bacio.

DAFNI
Tu ti lavi le labbra? Ancora dàmmele
perché ti baci.

FANCIULLA
Buon per te baciare
giovenche e non una ragazza vergine.

DAFNI
Non ti vantare, passa come un sogno
veloce, accanto a te, la gioventù.

FANCIULLA
Se sono dunque divenuta vecchia
la mia bevanda è questa: miele e latte.

DAFNI
L'uva sarà uva passa, sarà secca
la rosa d'oggi.

FANCIULLA
Metti giù la mano.
Ci riprovi? Ti graffierò le labbra.

DAFNI
Vieni sotto le piante d'oleastro
perché ti possa dire una parola.

FANCIULLA
Non ci voglio venire: pure prima
con parole soavi m'ingannasti.

DAFNI
E vieni sotto gli olmi per sentire
la mia siringa.

FANCIULLA
Goditela tu
non mi diverto affatto col lamento.

DAFNI
Ahi, ahi, ragazza, devi aver paura
dell'ira della Pafia pure tu.

FANCIULLA
Alla Pafia saluti. Mi protegga
Artemide soltanto.

DAFNI
Non lo dire
che non ti colga e t'imprigioni dentro
un filo inestricabile.

FANCIULLA
E mi colga
come le piace. Artemide a sua volta
mi dà una mano.

DAFNI
Tu non sfuggi ad Eros
e nessuna ragazza può sfuggirgli.

FANCIULLA
Io gli sfuggo, per Pan, tu invece sempre
possa sentire il peso del suo giogo.

DAFNI
Ho paura che voglia darti a un uomo
di me peggiore.

FANCIULLA
Molti mi volevano,
ma nessuno di quelli mi piaceva.

DAFNI
E come un pretendente in mezzo a tanti
sono venuto anch'io.

FANCIULLA
Che posso farci,
amico mio? Mi angosciano le nozze.

DAFNI
Nelle nozze non c'è dolore o pena,
invece si fa danza.

FANCIULLA
Ma le donne,
si dice, hanno paura dei mariti.

DAFNI
Piuttosto li comandano le donne.
Di cosa hanno paura?

FANCIULLA
Di soffrire
per il parto ho paura. Duro è il colpo
d'Ilitia.

DAFNI
Ma non è la tua regina,
Artemide, che provoca le doglie?

FANCIULLA
Ho paura del parto: perderò
la mia bellezza.

DAFNI
Ma se avrai dei figli
nuova luce vedrai di giovinezza.

FANCIULLA
E che dote mi porti per le nozze,
se ti dico di si?

DAFNI
Tutta la mandria
puoi avere, tutto il bosco e tutto il pascolo.

FANCIULLA
Giura che dopo non mi lascerai
e se non voglio, non te ne andrai via.

DAFNI
No, per Pan in persona, ma neppure
se volessi cacciarmi!

FANCIULLA
Ma mi fabbrichi
la camera da sposa? E anche la casa
e la stalla mi fabbrichi?

DAFNI
Ti fabbrico
la camera da sposa e prendo a cura
il tuo bel gregge!

FANCIULLA
E cosa al vecchio padre,
cosa dirò?

DAFNI
Quando udirà il mio nome
non potrà che lodare le tue nozze.

FANCIULLA
E dìmmelo il tuo nome: molte volte
fa piacere anche un nome.

DAFNI
Io sono Dafni
Licida è il padre mio, Nomèa la madre.

FANCIULLA
Buona famiglia! Ma non son da meno.

DAFNI
Tu sei Acrotima, lo so già e Menalca
è il padre tuo.

FANCIULLA
Fammi vedere il bosco
e dov'è la tua stalla!

DAFNI
Guarda qui,
i miei snelli cipressi come crescono.

FANCIULLA
Andate a pascolare, capre mie,
voglio vedere i beni del bovaro.

DAFNI
Andate a fare un buon pascolo, tori,
voglio mostrare i boschi alla ragazza.

FANCIULLA
Satirello, che fai? Perché mi tocchi
dentro la veste il seno?

DAFNI
In primo luogo
farò lezione ai teneri tuoi pomi.

FANCIULLA
Per Pan, sono stordita, togli via
la tua mano.

DAFNI
Suvvia, cara piccina,
hai timore di me? Sei assai paurosa!

FANCIULLA
Mi getti dentro un fosso e fai sporcare
il mio vestito bello.

DAFNI
Guarda, getto
sotto il tuo peplo un vello delicato.

FANCIULLA
Ahi ahi, la mia cintura! L'hai strappata!
Perché l'hai sciolta?

DAFNI
Questo è il primo dono
che offro alla Pafia.

FANCIULLA
Aspetta, sciagurato,
sta venendo qualcuno, odo un rumore.

DAFNI
Sono i cipressi, parlano tra loro
delle tue nozze.

FANCIULLA
Hai fatto la mia veste
come uno straccio e sono nuda.

DAFNI
Un'altra
te ne darò di veste, anche più ampia.

FANCIULLA
Dici che tutto mi darai, ma dopo
neppure il sale mi vorrai più dare.

DAFNI
E se potessi, sopra metterei
anche l'anima mia!

FANCIULLA
Non ti adirare,
Artemide, poiché non son fedele
alle parole tue.

DAFNI
Farò l'offerta
d'una vitella ad Eros e d'una vacca
alla stessa Afrodite.

FANCIULLA
Son venuta
vergine qui, ma torno a casa donna.

DAFNI
Non più fanciulla e invece donna e madre
e nutrice di figli.
In questo modo
godendo tra di loro, con i corpi
verdi di giovinezza, sussurravano.
Facevano l'amore di nascosto.
E, rialzatasi, lei tornava a spingere
al pascolo il suo gregge ad occhi bassi
per la vergogna, mentre il cuore dentro
era gioioso, e l'altro se ne andava
alla mandria di tori, ben contento
di aver fatto l'amore.
E tu riprenditi,
fortunato pastore, la siringa
che ti appartiene ed una volta ancora
pensiamo a un altro canto pastorale