Biblioteca:Navigazione di San Brandano, Capitolo 14

COME FECIONO EL GIOVEDÌ SANTO E LA CENA DOMINI E 'L PROCURATORE VENNE A LLORO
E così andando sì viddono una isola molto grande poco di lungi, e ll'abate disse: "O figliuoli, cono[sce]te voi quella isola?". Eglino dissono di no ed elli disse: "De, non conoscete voi quella isola dove noi facemo, anno, el giovedì santo e stavi lo procuratore de' poveri di Cristo?". Rispuosono: "Noi no lla conosciamo, ma bene ce ne ricordiamo". Allora i frati cominciarono più forte a navicare pe lla grande allegrezza ch'egli ebbono, e veggendo l'abate sì [disse]: "O sempici, non vi affaticate sì forte, non sà voi che Iddio si è nostro governatore e guida? Lasciate stare i remi in nave [e I]ddio ci facci di noi ciò che a llui piace, e io sono certo che lui ci conducerà a buon porto".
E quando fu presso al lido di questa isola, incontanente gli venne incontro el povero di Cristo, e' prese la nave con una funicella e menaronla in porto pianamente. L'abate con tutti i frati dismontarono di nave laudando Iddio divotamente; lo procuratore baciò i piedi a tutti i frati e l'abate disse questo verso: [Mirabilis] Deus et in sanctis suis, Deus Israel dabit virtutem et fortitudinem [plebi] sue; benedictum sit nomen eius in sempiternum. E abbiendo compiuto questo verso elli distese un padiglione ed entrarono tutti sotto, e poi toglie l'acqua calda e lava i piedi all'abate e a tutti i frati, e ivi feciono la Cena Domini e stettono tre dì faccendo la sua vita e 'l suo uficio sì com'egli [è] da fare della passione di Cristo.
Essendo compiute queste cose el sabato santo, questo procuratore disse a' frati: "Amici miei, montate in nave per andare via acciò che voi siate questa notte di Pasqua dove voi la facesti anno passato, e là istarete insino all'ora di sesta [e no]n più, faccendo quello che voi avete fatto infino a quella ora, e poi monterete in nave e andrete a quella altra isola la quale è chiamata Paradiso degli uccelli bianchi, là dove voi fo[ste], anno, il dì di Pasqua insino all'ottava di Pasqua della Penticoste. E portate con voi di quelle cose che vi fanno di bisogno per mangiare e bere; io verrò da voi quest'altra domenica e rech[erò] roba assa[i], e per ora toglietene tanta che vi basti per [otto] dì". E così fe ed egli si partì da lloro, incontanente e' toglie una navicella e caricòlla di pane e acqua e altre cose da vivere e conducell[a] là ov'egli glie l'avea inpromessa. E San Brandano, data la sua benedizione a tutti [...], entra [in nav]e e cominciò a navicare inverso quella isola [che gli a]vea detto lo procuratore de' poveri di Cristo, e quando egli vi fu presso, ed eglino viddono [il l]aveggio ch'eglino v'avevano lasciato l'altr'anno quando egli se ne [fu]ggirono per paura, e in quella o[ra l']abate con tutti e' suoi frati uscì di nave e comincia a cantare lo canto de' tre [pueri]: [A]nania Azaria Misaele, cioè quel salmo [che di]sse: [Cuncta ei benedicite]. E avendo finito questo salmo l'abate disse così a' frati: "Voi potete pensare entro al vostro cuore che Idio à fatto umana questa bestia sotto noi, ch'ella non ci fa alcuno impaccio". E poi andavano i frati per la selva siccome piace a lloro, oravano con divozione e stettono cos[ì in]fino all'ora del mattino, e poi si ragunarono tutti insieme e c[anta]vano mattino e prima e poi ciascuno disse una messa.
La mattina e San Brandano entra in nave e disse la sua messa e benedisse l'agnello e diè la benedizione a tutti e' frati e disse a lloro: "O fra[ti mi]ei, noi siamo in questo luogo, andiamo via co lla nave e 'l nostro signore Iddio la governerà". E così [fe e a]pressimandosi all'isola e 'l porto dond'eglino doveano entrare, egli viddono la fontana e l'albero degli uccelli bianchi e tutti cantavano a una boce: Salus Deo nostro [sedenti] super tronum, e poi diceva: [Dominus] Deus [illuxit] nobis in[condensis] ad cornu altaris. E questo sonava a dire co ll'alie e co 'l becco per ispazio di mezza ora. E l'abate co lli suoi frati comincia a uscire di nave e [tolse f]uora una tavola e aconcia uno padiglione sotto [el] q[ua]le egli era stato l'anno passato infino alla ottava della Pentecosta. E nella ottava della Pentecosta sì vennono con una navicella piena di pane fresco e altre cose, sì come aveva loro promesso a[ll'a]l[tra i]sola, e dièlla loro che la p[or]tassero [...] per vivere.
Essendo aconci a tav[ola] per mangiare, e' venne uno uccello grande e puos[esi] a sedere in sulla pu[nta d]ella nave e stava co ll'alie distese e solla[v]ando[le], [e tut]ti quegli uccelli battendo l'alie sonavano a modo [d'or]gani, e questo uccello grande guarda Santo Brandano e disse così: "In verità Id[dio à] ordinato di darvi quattro luoghi per qua[tt]ro temp[i de]ll'anno pe lli quali voi dovete stare sett[i] anni nel vostro pellegrinaggio, e così anderete e farete e' due tempi come voi siete stato questo anno passato [...]. E quando voi arete passati e' setti anni, voi troverrete cose maravigliose [e] passerete assai pericoli, e così faccendo voi [trov]errete la terra di promessione de' santi la quale voi andate cercando; e quando v[oi] vi sare[te voi i]vi starete quaranta dì, Iddio vi conducerà poi tosto in vostra terra donde voi vi partisti per compiere il vostro intendimento".
E quando li uccelli ànno così detto, incontanente San Br[anda]no si levò suso e inginocchiòssi con tutti i suoi frati e ren[d]e laude e grazie a Dio; e abbiendo compiuta la sua orazione, e questo uccello torna in suo luogo a stare co gli altri. E fatto questo el procuratore si disse così: "Voi istarete qui infino [a] ottava di Pasqua e io me n'andrò via e poi tornerò a voi con quella vettuvaglia che vi bisognerà". L'abate gli diè la sua benedizione ed egli si partì e Santo Brandano co' suoi frati fece [...] la festa di Pasqua e l'ottava. Appresso fatto ciò, e San Brandano comanda a' suoi frati che si mettessono in punto di navicare e fece empiere i vaselli d'acqua e poi condusse la nave in mare. Così stando e' venne el procuratore e menò vettuvaglia assai, e di là passò da tutti e poi torna indrieto. Fatto questo San Brandano co' suoi frati comincia a navicare inverso ponente, e andò qua[ran]t[a] dì in qua e llà per mare.