Biblioteca:Igino, Fabulae 31

In Libia uccise Anteo, figlio di Tello. Costui obbligava gli stranieri di passaggio a combattere con lui e quando erano esausti li ammazzava; Eracle lo uccise lottando con lui. In Egitto uccise Busiride, che era solito sacrificare chi capitava da lui; Eracle, conoscendo questa sua abitudine, si lasciò condurre all’altare con tanto di benda sacrificale attorno al capo, ma quando Busiride volle invocare gli Dèi, Eracle trucidò con la sua clava sia lui che i suoi aiutanti. Uccise Cicno, figlio di Ares, dopo averlo vinto in duello. Giunse allora Ares per combattere con Eracle a causa del figlio, ma Zeus scagliò un fulmine tra i due. A Troia Eracle ammazzò il mostro marino al quale era stata data in pasto Esione; poi uccise con le sue frecce Laomedonte, padre di Esione, perché non voleva rendere la fanciulla. Con le frecce uccise l’aquila Aetone che divorava il cuore di Prometeo. Uccise Lico, figlio di Poseidone, perché questi voleva uccidere sua moglie Megara e i suoi figli Terimaco e Ofite. Il fiume Acheloo poteva assumere svariate forme. Quando combatté con Eracle per la mano di Deianira, si trasformò in un toro, a cui Eracle strappò un corno, che donò alle Esperidi o alle Ninfe; le Dee lo riempirono di frutta e lo chiamarono Cornucopia. Eracle uccise Neleo, figlio di Ippocoonte, e dieci dei suoi figli, poiché non aveva voluto mondarlo ne purificarlo all’epoca in cui aveva ucciso sua moglie Megara, figlia di Creonte, e i figli Terimaco e Ofite. Uccise Eurito, perché gli aveva chiesto la mano di sua figlia Iole e ne era stato respinto; uccise il centauro Nesso perché aveva cercato di violentare Deianira; e uccise il centauro Euritione, perché era stato un pretendente della sua fidanzata Deianira, figlia di Dessameno.