Biblioteca:Apollodoro, Biblioteca, III, 9

1[modifica]

Arcade ebbe due figli, Elato e Afida, da Leanira, figlia di Amicla, o forse da Meganira, figlia di Crocone, oppure, secondo Eumelo, dalla ninfa Crisopelia. I due figli si divisero il territorio, ma il potere andò interamente a Elato, che sposò Laodice, figlia di Cinira, ed ebbe i figli Stinfalo e Pereo; Afida invece ebbe il maschio Aleo e la femmina Stenebea, che andò sposa a Preto. Dalla sposa Neera, figlia di Pereo, Aleo ebbe una figlia, Auge, e due maschi, Cefeo e Licurgo. Auge fu sedotta da Eracle, e nascose il suo bambino nel recinto sacro di Atena, di cui era sacerdotessa. Ma la terra rimase sterile, e l'oracolo rivelò che questo era dovuto a una qualche empietà nel recinto sacro di Atena; Auge fu scoperta dal padre e consegnata a Nauplio perché la uccidesse; ma Nauplio la diede a Teutrante, re di Misia, che la sposò. Il bambino fu esposto sul monte Partenio, ma una cerva lo allattò, e per questo venne chiamato Telefo. Fu allevato dai pastori di Corinto, e poi andò a Delfi, per avere notizie dei suoi veri genitori: il Dio gli rivelò la verità, e allora Telefo andò in Misia e divenne figlio adottivo di Teutrante. Quando questi morì, gli succedette al trono.

2[modifica]

Da Cleofile, o forse da Eurinome, Licurgo ebbe quattro figli, Anceo, Epoco, Anfidamante e Iaso. Anfidamante ebbe il maschio Melanione e la femmina Antimache, che andò sposa a Euristeo. Da Climene, figlia di Minia, Iaso ebbe la figlia Atalanta. Il padre aveva esposto la bambina, perché voleva dei figli maschi, ma un'orsa passava spesso di lì e la allattava, fino a che non la trovarono dei cacciatori e la allevarono presso di loro. Diventata adulta, Atalanta si conservò vergine, e passava il tempo cacciando in luoghi solitari, sempre in armi. Un giorno due centauri, Reco e Neo, cercarono di violentarla, ma la fanciulla li trafisse con le sue frecce e li uccise. E persino partecipò, insieme agli uomini più nobili di tutta l'Ellade, alla caccia del Cinghiale calidonio; e prese parte anche ai giochi in onore di Pelia, dove combatté con Peleo e lo vinse. Quando ormai aveva scoperto i suoi genitori, il padre voleva convincerla a sposarsi; allora Atalanta andò nello stadio, vi piantò nel mezzo un palo di tre cubiti, e sfidò i suoi pretendenti a una gara di corsa fino a questo traguardo: e lei avrebbe corso armata. Chi non fosse riuscito a raggiungerla, sarebbe morto; e chi invece l'avesse raggiunta, l'avrebbe avuta in sposa. Molti ormai erano morti così, quando Melanione, innamorato di lei, venne alla corsa, portando tre mele d'oro, dono di Afrodite; e durante la gara, le gettò. E la fanciulla si fermò a raccoglierle, fu sconfitta, e Melanione poté sposarla. Si racconta anche che una volta, durante la caccia, essi entrarono nel recinto sacro di Zeus, e si unirono in amore in quel posto: subito vennero trasformati in leoni. Esiodo, e anche altri, dicono che Atalanta non era figlia di Iaso, ma di Scheneo; Euripide invece dice che era figlia di Menalo, e che sposò non Melanione ma Ippomene. Da Melanione, o forse da Ares, Atalanta ebbe il figlio Partenopeo, che partecipò alla spedizione contro Tebe.