Biblioteca:Apollodoro, Biblioteca, III, 3

1[modifica]

Deucalione ebbe i figli Idomeneo e Creta, e il bastardo Molo. Glauco, invece, quando era ancora bambino, dando la caccia a un topo cadde in una giara di miele, e morì. Minosse, dato che il bambino era scomparso, lo cercò dappertutto, e per trovarlo ricorse alla divinazione. I Cureti gli dissero che nelle sue mandrie c'era una vitella con il manto di tre diversi colori: chi avesse saputo paragonare nel modo più esatto questo colore a qualcos'altro, sarebbe stato capace di riportargli suo figlio ancora vivo. Tutti gli indovini vennero chiamati, e Poliido, figlio di Cerano, paragonò il colore della vitella alla mora del rovo: gli fu ordinato di cercare il bambino e lo trovò, seguendo alcuni segni divinatori.
Ma Minosse replicò che avrebbe dovuto consegnargli il bambino ancora vivo, e imprigionò Poliido insieme al cadavere di Glauco. L'indovino non sapeva proprio cosa fare, quando vide un serpente che si avvicinava al cadavere: allora prese un sasso e lo uccise, temendo di morire anch'egli, se l'avesse risparmiato. Ma ecco avvicinarsi un altro serpente: guardò il serpente morto e se ne andò, ma poco dopo ritornò portando un'erba, e la appoggiò sul corpo del serpente morto. Come quest'erba lo sfiorò, il serpente riprese a vivere. Poliido rimase stupefatto di quanto aveva visto: subito prese quell'erba, la pose sul cadavere di Glauco e il bambino tornò in vita.

2[modifica]

Minosse riebbe suo figlio, ma non volle lasciar partire Poliido per Argo, se prima non avesse insegnato a Glauco l'arte divinatoria: e Poliido, così costretto, gliela insegnò. Ma nel momento di salpare per Argo, il veggente disse a Glauco di sputare dentro la sua bocca: il fanciullo obbedì, e di colpo dimenticò l'arte della divinazione. Quanto ho già detto sui discendenti di Europa, ritengo sia sufficiente.