Bibbia

BIBBIA
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Titolo orig.: -
Autore: Anonimo
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Sezione: Mitologia Cristiana
Anno: X-VI sec. a.c.
Tipo: Fonti Antiche
Genere: Testi Sacri
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Lingua orig.: Ebraico
In Biblioteca: Si
Traduzione: Italiano

La parola italiana “Bibbia” proviene dal greco Biblía, che significa “libri” e, pertanto, indica una pluralità di scritti. Dalla lingua greca il termine passò immutato alla lingua latina con il solo cambio dell’accento: Bìblia. Anche il termine latino all’origine era un plurale; ma nel Medioevo venne usato al singolare, e così fu per l’italiano e altre lingue. Bibbia mette in rilievo, più che un insieme di scritti, l’unità del libro, nonostante la grande diversità dei suoi autori.

STRUTTURA

Fanno parte della Bibbia, tutti i libri compresi anche nel Tanakh e prendono nome, in essa, di Antico Testamento. Va tuttavia osservato che la Bibbia cattolica accoglie, nell’Antico Testamento, altri sette libri, composti prima di Cristo, che però non si trovano nella Bibbia ebraica. Sono: Giuditta, Tobia, i due libri dei Maccabei, Siràcide, Sapienza, Baruc con la lettera di Geremia. Anche il contenuto dei libri di Ester e Daniele è parzialmente diverso nella Bibbia ebraica e in quella cattolica.
Queste differenze risalgono ai primi decenni della predicazione cristiana. Già da due secoli prima di Cristo, nelle comunità ebraiche di lingua greca erano in uso Bibbie tradotte dall’ebraico in greco ad opera di Ebrei. La più antica e autorevole era quella che chiamiamo Bibbia dei Settanta (LXX), composta fra il III e il I secolo a.C. in Alessandria d’Egitto. Essa conteneva anche i sette libri di cui si è parlato: alcuni tradotti dall’ebraico, altri composti direttamente in greco. Al tempo della prima predicazione cristiana, la LXX veniva letta nelle sinagoghe di lingua greca, alcune delle quali esistevano pure a Gerusalemme (vedi At 6,9). È dalla Bibbia dei LXX che quei sette libri passarono poi all’uso della Chiesa cristiana la quale, fin dagli inizi e in ambienti di lingua greca, la adottò nella liturgia e nella predicazione.
Dopo la prima guerra romano-giudaica (66-70 d.C.), che provocò la distruzione di Gerusalemme e del tempio, la soppressione del sommo sacerdozio e del sinedrio, la deportazione e dispersione di gran parte del popolo ebraico, alcuni autorevoli rabbini, forse già verso gli ultimi anni del I sec. d.C., fissarono l’elenco dei libri sacri: in esso, quei sette libri non compaiono. Tale elenco lentamente prevalse ed è conservato anche oggi dalla Bibbia degli Ebrei.
Alcuni secoli più tardi, quegli stessi libri esclusi dall’elenco ebraico divennero tra i cristiani oggetto di controversie che, per i cattolici, cessarono con il Concilio di Trento, il quale nel 1546 li confermò parte integrante della Bibbia. Per motivare la sua definizione, il Concilio di Trento si fondò su due elementi: innanzitutto, la certezza di fede che Gesù, risorto dalla morte, non ha abbandonato i suoi discepoli, ma vive con loro «tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20); in secondo luogo, il fatto che la Chiesa, per molti secoli, aveva usato l’antica versione latina Vulgata, ritenendola autentica parola di Dio. Ora, la Vulgata, assieme ai libri della Bibbia ebraica tradotti da san Girolamo, conteneva anche quei sette libri (e alcune sezioni di Estere Daniele), tradotti dalla Bibbia dei LXX. Lutero, nella sua traduzione in tedesco della Bibbia, escluse i sette libri, pur dichiarandone utile la lettura; gradualmente le Chiese nate dalla Riforma seguirono il suo esempio e accettarono nella pratica la tradizione ebraica. Per quanto riguarda l’Antico Testamento, perciò, le Bibbie protestanti e anglicane contengono gli stessi libri della Bibbia ebraica. Invece, le Chiese ortodosse hanno sempre conservato, e conservano tuttora come Antico Testamento, la Bibbia dei LXX.
L’elenco dei libri sacri è chiamato cànone. Gli studiosi cattolici chiamano “protocanonici” (cioè unanimemente riconosciuti come sacri fin dall’inizio) i libri contenuti nella Bibbia ebraica e “deuterocanonici” (cioè riconosciuti unanimemente come sacri in un secondo tempo) quei sette libri, che non si leggono nella Bibbia ebraica né nelle Scritture sacre protestanti e anglicane.
Nella Bibbia cristiana, all’Antico Testamento si affianca il Nuovo Testamento. Esso comprende ventisette libri, tutti incentrati sulla persona di Gesù. Vengono per primi i quattro vangeli: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Attorno ad essi si dispongono ventun lettere, per la maggior parte attribuite all’apostolo Paolo o a persone del suo ambiente. In continuità con i vangeli, il libro degli Atti degli Apostoli illumina alcuni grandi eventi dei primi decenni della storia della Chiesa. L’Apocalisse, ultimo libro della Bibbia cristiana, celebra la regalità di Gesù, Agnello immolato e vivente nella gloria accanto al Padre (Ap 1,5; 5,6; 22,3).
La Chiesa, unificando Antico e Nuovo Testamento in un solo libro, ha conservato le antiche profezie accanto alla testimonianza del loro compimento. Secondo la fede cristiana, nella morte e risurrezione di Gesù, Dio ha stretto con l’umanità intera una “alleanza nuova”. Questa alleanza è il cuore del Nuovo Testamento, dove alla Legge antica subentra il «comandamento nuovo» (Gv 13,34). Ma l’Antico Testamento è anche il racconto della lunga preparazione di Israele alla venuta del Figlio di Dio. Ne contiene le profezie e l’attesa. E così, nella persona e nell’opera di Gesù, il grande libro di Dio trova coesione e unità. Non possiamo comprendere Gesù e il suo messaggio se li isoliamo dall’Antico Testamento; né possiamo comprendere appieno l’Antico Testamento senza la luce che viene dal Nuovo.

Antico Testamento

Il termine "Antico Testamento" rende il greco antico Παλαιά Διαθήκη (palaia diatheke, lett. "antico patto") con cui alcuni scrittori e teologi cristiani dei primi secoli (come Ireneo di Lione) legittimarono l'appropriazione cristiana degli scritti ebraici. Ad avviso di questi autori cristiani, le Scritture ebraiche avevano profetizzato l'avvento di Gesù, il messia promesso ai giudei, questi ultimi non riconoscendolo come tale avevano tradito l'"antico patto" stretto con Dio per mezzo del "sacrificio" di Isacco da parte di Abramo e, successivamente, rinnovato con la consegna della Torah a Mosè. Con coloro, giudei e gentili, che invece avevano riconosciuto il messia in Gesù Cristo, rappresentando il "vero Israele", Dio avrebbe stretto un "nuovo patto" ovvero un "nuovo testamento".
L’Antico Testamento è così composto:

  • Pentateuco. I primi cinque libri della Bibbia costituiscono il Pentateuco, termine che deriva dal greco Pentateuchos, cioè consistente di cinque rotoli. Gli Ebrei chiamano questo gruppo di cinque libri la Legge (Torah) [Giosuè 1:7; Matteo 5:17] , Legge dell'Eterno [2 Cronache 31:3], Legge del Signore [Luca 2:23].
    • 1. Genesi. L'antichissima tradizione ebraica e cristiana attribuisce il libro della Genesi, così come l'intero Pentateuco, a Mosè, il quale scrisse il primo libro della Bibbia sulla base di antichi documenti scritti, di informazioni tramandategli dai suoi Padri, di elementi ottenuti per rivelazione diretta da parte di Dio; infatti, tale libro si chiude all'incirca 300 anni prima della nascita di Mosè.
    • 2. Esodo. "Esodo" significa "uscita": s'intende l'uscita degli Ebrei dall'Egitto verso la libertà, narrata nei primi quindici capitoli di questo libro. In ebraico il libro è chiamato Shemòt, "I nomi", da una delle prime parole.
    • 3. Levitico. "Levitico" significa "Libro dei leviti": infatti molte leggi di questo libro riguardano riti e decisioni che spettavano ai sacerdoti, membri della tribù di Levi. In ebraico il libro è detto, dalla parola iniziale, Vaikrà, "Chiamò".
    • 4. Numeri. Il titolo "Numeri" fa riferimento al censimento del popolo narrato nel primo capitolo. Ma questo libro è sostanzialmente la narrazione del viaggio che porta il popolo d'Israele dalle pendici del monte Sinai sino al confine della terra promessa, alle steppe di Moab. Esso contiene le istruzioni di Dio per affrontare con successo il cammino e, al tempo stesso, vuol far capire quanto sia faticoso per il popolo fidarsi di Dio e dei suoi legittimi rappresentanti. Il contenuto è abbastanza vario: alterna materiale narrativo, dove si raccontano episodi del cammino nel deserto, ad ampie sezioni in cui sono riportate leggi e prescrizioni.
    • 5. Deuteronomio. Il suo nome viene dal greco e significa "una seconda legge".


L'atmosfera che domina è quella del commiato o del testamento, che il grande condottiero affida al popolo nell'imminenza della conquista della terra, a cui egli non prenderà parte. Lo stile è quello dell'esortazione, che cerca più di persuadere che di comandare. Tema fondamentale e ricorrente in tutte le parti del libro è la legge, che Dio ha donato al popolo e da cui Israele non si deve mai allontanare, pena la perdita della terra e l'esilio.

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    • 10. Samuele II