Auge (1)

Figlia di Aleo, re della città di Tegea, in Arcadia, e di Neera, figlia di Pereo.
La sua leggenda è ricollegata contemporaneamente al ciclo di Eracle ed a quello troiano. Una delle più antiche versioni attestate mostra Auge alla corte del re di Troia, Laomedonte, dove fu amata da Eracle, allorchè l'eroe andò a conquistare la città. Di qui ella si recò alla corte del re di Misia, Teutra.
Ma la versione più ricorrente è quella che risale all'Auge di Euripide, ed anche ai Misi e agli Aleadi di Sofocle. Un oracolo aveva avvertito Aleo che sua figlia avrebbe avuto un figlio, il quale avrebbe ucciso i suoi zii (gli Aleadi) e avrebbe regnato al loro posto. Il re consacrò allora sua figlia al culto di Atena, e le proibì di sposarsi, pena la morte. Ma Eracle, passando da Tegea, mentre andava verso Eli per combattere contro Augia, fu accolto da Aleo e qui, dopo un grande banchetto, essendo ubriaco, usò violenza ad Auge, non sapendo che fosse la figlia del re. La violenza ebbe luogo o nel santuario di Atena o preso una vicina fonte.
Allorchè il re seppe che sua figlia era incinta, volle ucciderla, e mise Auge con il bambino in un cofano che lanciò in mare, oppure li affidò entrambi al navigatore Nauplio, incaricato di gettarli in mare. Nauplio, come aveva già fatto per Erope e sua sorella, salvò la giovane col figlio. Li vendette entrambi a mercanti di schiavi che li portarono in Misia. Il re di quel paese che non aveva figlia sposò Auge e ne adottò il figlio, il piccolo Telefo.
Un'altra versione racconta che Auge era stata venduta dopo aver dato alla luce il figlio e che quest'ultimo era rimasto in Arcadia, dove era stato esposto su una montagna dove una cerbiatta lo nutrì col suo latte.
Più tardi dietro consiglio dell'oracolo di Delfi, Telefo andò in Misia, presso Teutra, e ritrovò sua madre.