Atharva-Veda

Il quarto Veda, il più recente. E' una raccolta di formule magiche e mistiche dei sacerdoti (Atharvan) ed enumerazione e descrizione delle divinità.
Mentre il Rigveda deriva dal periodo di conflitto tra gli ariani dalla pelle chiara e i Dasyu dalla carnagione scura, che la mitologia indiana trasformerà nella lotta fra i Deva e i Rakshasa, l'Atharva veda parla del periodo in cui il conflitto è risolto e le due razze stanno cercando di vivere in armonia tramite scambi reciproci.
Da questo scambio, da questo compromesso, il pensiero ariano venne inevitabilmente contaminato dalla cultura del posto, e l'Atharva veda prende vita proprio dal tentativo di integrare la religione del posto con il puro pensiero ariano. La forte contaminazione con la magia, con la stregoneria fa si che venne considerato parte dei Sacri Veda solamente in un secondo tempo e con notevoli difficoltà.
Nelle due "branche" a noi pervenute, quelle degli Saunakiya e quella dei Paippalada, seguaci del saggio Pippalada, troviamo inni intrisi di formule magiche, di scongiuri, malocchi, esorcismi che pronunciati dalla persona da beneficiare o dallo stesso stregone sono diretti a procurare la più grande varietà di fini desiderabili.
La religione vedica più pura cede il posto ad un infantile fiducia nella stregoneria e nella magia, ed è lo stregone, colui che tratta con gli spiriti, che viene ad assumere il ruolo predominante.
Nonostante gli inni dal contenuto magico rappresentano almeno numericamente, la parte principale dell'intera raccolta, si trovano anche inni di contenuto teosofico e cosmogonico con elementi in comune con le Upanishad e i Brahmana.