Arione (2)

SCHEDA
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IDENTITÀ
Nome orig.: -
Altri nomi: -
Etimologia: -
Sesso: Maschio
Genitori: [[]] e [[]]
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Fratelli/Sorelle:
Fratellastri e/o
Sorellastre:
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LOCALIZZAZIONE
Sezione: Mitologia Classica
Continente: Europa
Area: Mediterraneo
Paese: Grecia
Regione: [[{{{regione}}}]]
Provincia: [[{{{provincia}}}]]
Città: [[{{{citta}}}]]
Origine: Greci
CLASSIFICAZIONE
Tipologia: Umani
Sottotipologia: Artisti
Specificità: Musici
Subspecifica: -
CARATTERI
Aspetto: Antropomorfo
Indole: Benevola
Elemento:
Habitat:
ATTRIBUTI
Fisici
Animali
Vegetali
Minerali
Alimenti
Colori
Numeri
Armi
Abbigliamento
Altri
Personaggi
TEMATICHE

Celebre musicista e poeta di Metimna di Lesbo, vissuto fra il VII e il VI secolo a.C.
Alla sua figura è legata una leggenda: Arione era il prediletto di Periandro, tiranno di Corinto. Egli convinse il re a lasciarlo andare di città in città per mostrare a tutti la sua arte. Erodoto narra che Arione arrivò fino in Sicilia, dove si arricchì grazie alla sua arte. Nel suo viaggio di ritorno da Taranto, i marinai avevano complottato di uccidere e derubare Arione delle ricchezze che portava con sé. Mentre si trovava in alto mare, ad Arione fu data la possibilità di scegliere fra un suicidio con una degna sepoltura a terra o di essere gettato in mare. Egli allora chiese di poter cantare per l'ultima volta, prima di suicidarsi (nella versione di Igino, Arione sognò la notte il dio Apollo che gli disse di cantare con la sua ghirlanda e le sue vesti di scena e di confidarsi a quelli che sarebbero venuti in suo aiuto).
Suonando la sua cetra, Arione cantò quindi una lode ad Apollo e la sua canzone attirò vari delfini attorno alla nave. Appena finito di cantare, Arione si gettò in mare dove uno dei delfini lo caricò sul dorso e lo portò in salvo presso il santuario di Poseidone a Capo Tenaro. Giunto a terra, desideroso di ripartire subito, Arione dimenticò di spingere in mare il delfino, che morì in quel luogo. Egli si diresse verso Corinto dove narrò le sue vicende a Periandro e questi ordinò che il delfino fosse sepolto e gli fosse innalzato un monumento funebre.
Poco tempo dopo giunse a Corinto la nave sulla quale Arione era stato trasportato. Periandro comandò che i marinai della nave fossero portati al suo cospetto e chiese loro informazioni riguardo ad Arione; essi dissero che era morto ed era stato da loro sepolto (nella versione di Erodoto i marinari affermano invece che Arione si trovava vivo e vegeto in Italia). A costoro il re rispose: «Domani giurerete davanti al monumento del delfino!» e ordinò che fossero tenuti in prigione. Poi chiese ad Arione di nascondersi il giorno seguente dentro il sepolcro del delfino, abbigliato nello stesso modo con cui si era gettato in mare. Quando il re li fece condurre lì e li fece giurare che Arione era morto, Arione uscì dal sepolcro, ed essi, non sapendo grazie a quale Dio si fosse salvato, ammutolirono. Il re decretò che fossero crocifissi presso la tomba del delfino.
Apollo poi, a causa della bravura nella citarodia, trasportò fra le stelle sia Arione che il delfino, dove divennero due costellazioni: la costellazione della Lira, la quale d'altro canto viene ricondotta anche ad Orfeo, e la costellazione del Delfino.