Arcente

Versione del 19 mar 2013 alle 11:30 di 79.27.12.158 (discussione) (Curiosità)

Siciliano, suddito di Aceste. Allevò in un bosco sacro il suo unico figlio, per farne un grande guerriero. Quando Enea giunse con gli altri troiani esuli nel regno di Aceste, il figlio di Arcente, che era ormai un giovane uomo, decise di seguire Enea allorché questi si rimise in viaggio per raggiungere il Lazio; Arcente ne fu felicissimo. Non è noto se venne mai a sapere della fine tragica del figlio, ad opera di Mezenzio, nella guerra tra troiani e italici (il tiranno etrusco aveva colpito con la fionda il giovane nemico, spaccandogli le tempie).


Si ergeva in armi straordinarie il figlio di Arcente,
con una clamide ricamata e splendente di porpora iberica,
bello d'aspetto, che il padre Arcente mandava,
cresciuto nel bosco della Madre intorno al fiume Simeto,
dov'è la grassa e benigna ara di Palico;
deposte le lance, Mezenzio rotea intorno al capo
tre volte la fionda fischiante, impugnata la cinghia,
e a lui che gli s'opponeva spacca nel mezzo le tempie
con piombo fuso, e lo abbatte disteso sulla sabbia

(Virgilio, Eneide)

Curiosità

Virgilio omette nell'Eneide il nome del figlio di Arcente: con ogni probabilità è uno di quei passi che il poeta non riuscì a revisionare per la morte prematura. Una spiegazione diversa è stata data da Vincenzo Monti nella traduzione del poema, secondo cui Arcente avrebbe dato al figlio il proprio nome.


Stavasi Arcente,
d’Arcente il figlio, in su’ ripari ardito
egregiamente armato, e sopra l’arme
d’una purpurea cotta era addobbato
di ferrigno color, di drappo ibèro;
un giovine leggiadro, che dal padre
fu nel bosco di Marte a l’armi avvezzo
lungo al Simeto, u’ l’ara di Palico
tinta non come pria di sangue umano,
piú pingue e piú placabile si mostra.
Mezenzio il vide: e l’altre armi deposte,
prese la fromba, e con tre giri intorno
se l’avvolse a la testa. Indi scoppiando
allentò ’l piombo, che dal moto acceso
squagliossi, e con gran rombo in una tempia
il garzon percotendo, ne l’arena
morto, quanto era lungo, lo distese

Bibliografia

Fonti Antiche

  • Virgilio, Eneide, IX.