Anchise

Eroe di Troia, figlio di Capi e di Temi, cugino di Priamo e padre di Enea, figlio avuto da Afrodite. Dopo la caduta di Troia fu salvato dal figlio che lo portò a spalla. Durante il viaggio verso l'Italia, morì a Trapani dove il figlio gli diede onorata sepoltura sul monte Erice dove c'era un tempio consacrato ad Afrodite. Enea, sceso nell'aldilà, incontra il padre che gli dà le profezie sulla grandezza di Roma e l'Eneide così recita: "... ma tu, Romano ricorda che i popoli devi al tuo cenno piegare questa sarà la tua arte e imporre di pace sicura le norme, e grazia concedere ai vinti e debellare i superbi" (VI). L'amore di Afrodite per Anchise è narrato nel bellissimo Inno omerico ad Afrodite. Afrodite si innamorò di lui vedendolo pascolare le sue mandrie presso Troia; per convincerlo ad amarla, gli si offrì sotto l'aspetto di una principessa frigia, e soltanto più tardi gli rivelò la sua identità, preannunciandogli insieme la nascita di un eroico figlio. Secondo la leggenda, Anchise, ubriaco, osò vantarsi del suo amore con la dea durante una festa: Zeus, per punirlo, lo colpì con un fulmine e lo rese zoppo (cfr. anche Omero, Iliade II, 819 ss.; V, 3 11 ss.; Esiodo, Teogonia 1008 ss.)