Aiace (Sofocle)

AIACE
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Titolo orig.: Αἴας
Autore: Sofocle
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Sezione: Mitologia Greca
Anno: 445 a.C.
Tipo: Fonti Antiche
Genere: Tragedie
Subgenere: {{{subgenere}}}
Lingua orig.: Greco antico
In Biblioteca: Si
Traduzione: Italiano

Aiace (in greco antico Αἴας, Aias) è una tragedia di Sofocle. Non ci sono dati certi sulla sua prima rappresentazione, ma si ritiene che sia avvenuta intorno al 445 a.C.

TRAMA[modifica]

Il Pelide Achille è morto. I due Atridi, Agamennone e Menelao, capi dell'esercito greco, affidano le armi del defunto eroe a Ulisse. Qualcuno, però, non è d'accordo: in quanto amico del Pelide, Aiace Telamonio, re di Salamina, è convinto che gli dovessero essere assegnate di diritto, anche perché era il più simile al defunto Achille in forza e valore combattivo di tutto il restante esercito greco.
Il dramma si apre con la collera di quest'ultimo, accecato da Atena. Credendo di infierire sui suoi compagni, Aiace massacra i buoi e i montoni degli Achei. >br>La dea esorta Ulisse ad approfittare della situazione per consumare la sua vendetta, ma Ulisse rifiuta, non volendo infierire, e approfittandone per dar voce al pensiero sofocleo riguardo alla condizione dell'uomo e alla sua sorte effimera.
Tornato in sé, e pieno di vergogna, Aiace decide di riscattare il suo onore e la reputazione, la τιμή (tīmé, l'onore ed il rispetto su cui verteva l'istituto sociale della cosiddetta "società di vergogna", tipico delle istituzioni umane più arcaiche) della sua famiglia con il suicidio, che gli avrebbe garantito il κλέος (kléos, la gloria imperitura dopo la morte). Tecmessa, la sua compagna, tenta di dissuaderlo. L'eroe finge di acconsentire e si ritira in un bosco presso la riva del mare. Teucro, fratello di Aiace, lontano dall'accampamento per una missione di guerra, tenta di impedire la sua morte: ha saputo da un oracolo che se il fratello fosse rimasto chiuso nella sua casa sarebbe scampato alla collera degli dei. Tuttavia il messaggero da lui inviato arriva troppo tardi: Aiace, in solitudine, si dà la morte con la spada di Ettore, che il troiano gli aveva dato in dono dopo il loro duello narrato in Iliade, Libro VII, e interrotto dal calare della sera.
Il dramma si chiude con la scoperta di Aiace morto e la disputa tra Teucro, Menelao e Agamennone. Il re atride rifiuta che gli venga data sepoltura, Teucro al contrario vuole onorare il fratello. Determinante è l'intervento di Ulisse: nonostante la disputa avuta con Aiace, consiglia Agamennone di lasciare che Teucro renda l'ultimo omaggio al defunto.

IL TESTO[modifica]

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