Differenze tra le versioni di "Afrodite"

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Figlia di [[Zeus]] e di [[Dione]], secondo altri nata dalla spuma del mare nell'isola di Cipro, dea dell'amore e della bellezza. Sono sue seguaci le [[Ore]], le [[Grazie]], [[Peito]], [[Poto]] e [[Imero]]. Era moglie di [[Efesto]], amante di [[Ares]] e di [[Adone]]. Ad [[Anchise]] generò [[Enea]].
 
Figlia di [[Zeus]] e di [[Dione]], secondo altri nata dalla spuma del mare nell'isola di Cipro, dea dell'amore e della bellezza. Sono sue seguaci le [[Ore]], le [[Grazie]], [[Peito]], [[Poto]] e [[Imero]]. Era moglie di [[Efesto]], amante di [[Ares]] e di [[Adone]]. Ad [[Anchise]] generò [[Enea]].
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Dea dell'amore, i Romani la identificarono con [[Venere]]. In occidente il culto della dea ebbe il suo maggior centro in Sicilia ad Erice dove esisteva un tempio dedicato a Tanit. Si praticavano riti di fecondità e la prostituzione sacra. Dalla Sicilia il culto di Afrodite si diffuse in Italia fino a Roma dove fu venerata col nome di Venus Erycina. Secondo Omero la dea è figlia di [[Zeus]] e di [[Dione]]. Esiodo invece racconta di [[Urano]] in amplesso amoroso con [[Gea]] quando arriva [[Crono]] e lo mutila. Il membro staccatosi galleggiava sulle onde quando si trasforma in spuma bianca nella quale si forma la divina fanciulla. Nata dal mare Afrodite veniva venerata dai naviganti non come [[Poseidone]], ma come colei che rende il mare tranquillo e la navigazione sicura. A lei era sacro il [[delfino]]. Essa è la dea della primavera in fiore le sono sacre le rose e tante altre piante. Ma la primavera è anche la stagione degli amori quindi Afrodite viene collegata al matrimonio ed alla generazione dei figli, non fu mai la dea dell'unione coniugale come fu [[Era]]. Afrodite era piuttosto quella forza che spinge un essere verso l'altro con immenso desiderio.
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<br>Era rappresentata col corpo cinto di rose e di mirto su un carro tirato da passeri, colombe e cigni. Suo era il cinto che rendeva irresistibile chiunque lo indossasse, in quanto vi erano intessute tutte le malie d'Afrodite. Persino [[Era]] lo chiedeva in prestito quando [[Zeus]] aveva per la testa qualche scappatella. Quando si guardava allo specchio non lo faceva per vanità, ma perché attraverso esso contemplava al di là. Afrodite era accompagnata dalle [[Cariti]] e dai geni della bramosia e della persuasione: [[Eros]], [[Imero]] e [[Peito]]. Era la bellezza personificata e [[Paride]] benché comprato con la promessa della bella [[Elena]] non fu ingiusto preferendola a [[Era]] e [[Atena]], assegnandole il pomo con la scritta "Alla più bella" tirato dalla [[Discordia]] sul banchetto nuziale di [[Peleo]] e [[Teti]]. Dopo aver concepito, da un rapporto con l'eroe [[Anchise]], il probo [[Enea]], dovette, per comando di [[Zeus]], sposare [[Efesto]] il deforme dio del fuoco che ella si affrettò a tradire con [[Ares]] dal quale avrebbe avuto due figli [[Eros]] (l'amore) e [[Anteros]] (l'amore corrisposto). [[Efesto]], che avrebbe avuto da Afrodite un figlio, [[Priapo]], aveva il sospetto che Afrodite lo tradisse e, messosi all'erta, un giorno sorprese i due amanti in flagrante allora stese attorno al letto una rete di sua costruzione dove i due rimasero intrappolati ed offerti in spettacolo agli dei accorsi al richiamo di [[Efesto]]. Oltre ad [[Ares]], numerosi furono gli amanti di Afrodite quali: [[Dioniso]] (che la rese madre delle [[Cariti]] e di [[Imene]]); [[Poseidone]] (col quale generò [[Rodo]]); [[Ermes]] (nacque [[Ermafrodito]]).
  
 
==Epiteti==
 
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Era venerata sotto diversi nomi: [[Pandemia]], [[Urania]], [[Anadiomene]], [[Cipria]], [[Idalia]], [[Onidia]], [[Citerea]].
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[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
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[[Categoria:Divinità dell'Amore]]
 
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Versione delle 19:38, 30 ott 2009

Figlia di Zeus e di Dione, secondo altri nata dalla spuma del mare nell'isola di Cipro, dea dell'amore e della bellezza. Sono sue seguaci le Ore, le Grazie, Peito, Poto e Imero. Era moglie di Efesto, amante di Ares e di Adone. Ad Anchise generò Enea. Dea dell'amore, i Romani la identificarono con Venere. In occidente il culto della dea ebbe il suo maggior centro in Sicilia ad Erice dove esisteva un tempio dedicato a Tanit. Si praticavano riti di fecondità e la prostituzione sacra. Dalla Sicilia il culto di Afrodite si diffuse in Italia fino a Roma dove fu venerata col nome di Venus Erycina. Secondo Omero la dea è figlia di Zeus e di Dione. Esiodo invece racconta di Urano in amplesso amoroso con Gea quando arriva Crono e lo mutila. Il membro staccatosi galleggiava sulle onde quando si trasforma in spuma bianca nella quale si forma la divina fanciulla. Nata dal mare Afrodite veniva venerata dai naviganti non come Poseidone, ma come colei che rende il mare tranquillo e la navigazione sicura. A lei era sacro il delfino. Essa è la dea della primavera in fiore le sono sacre le rose e tante altre piante. Ma la primavera è anche la stagione degli amori quindi Afrodite viene collegata al matrimonio ed alla generazione dei figli, non fu mai la dea dell'unione coniugale come fu Era. Afrodite era piuttosto quella forza che spinge un essere verso l'altro con immenso desiderio.
Era rappresentata col corpo cinto di rose e di mirto su un carro tirato da passeri, colombe e cigni. Suo era il cinto che rendeva irresistibile chiunque lo indossasse, in quanto vi erano intessute tutte le malie d'Afrodite. Persino Era lo chiedeva in prestito quando Zeus aveva per la testa qualche scappatella. Quando si guardava allo specchio non lo faceva per vanità, ma perché attraverso esso contemplava al di là. Afrodite era accompagnata dalle Cariti e dai geni della bramosia e della persuasione: Eros, Imero e Peito. Era la bellezza personificata e Paride benché comprato con la promessa della bella Elena non fu ingiusto preferendola a Era e Atena, assegnandole il pomo con la scritta "Alla più bella" tirato dalla Discordia sul banchetto nuziale di Peleo e Teti. Dopo aver concepito, da un rapporto con l'eroe Anchise, il probo Enea, dovette, per comando di Zeus, sposare Efesto il deforme dio del fuoco che ella si affrettò a tradire con Ares dal quale avrebbe avuto due figli Eros (l'amore) e Anteros (l'amore corrisposto). Efesto, che avrebbe avuto da Afrodite un figlio, Priapo, aveva il sospetto che Afrodite lo tradisse e, messosi all'erta, un giorno sorprese i due amanti in flagrante allora stese attorno al letto una rete di sua costruzione dove i due rimasero intrappolati ed offerti in spettacolo agli dei accorsi al richiamo di Efesto. Oltre ad Ares, numerosi furono gli amanti di Afrodite quali: Dioniso (che la rese madre delle Cariti e di Imene); Poseidone (col quale generò Rodo); Ermes (nacque Ermafrodito).

Epiteti

Era venerata sotto diversi nomi: