Differenze tra le versioni di "Aditi"

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<br>Personificatrice del cosmo; detta anche la «Coscienza infinita» da cui presero forma gli [[Aditya]] che sono i maggiori dèi vedici. Nel [[Rig-Veda]] (II 153) A. è menzionata come la «Vacca Luce primigenia» che si nutre di [[Soma]] (bevanda dell'immortalità riservata agli dèi ariani-indù) e come la «Vacca nutrice», e «Madre cosmica». Secondo il filosofo indiano Aurobindo, Aditi è il principio femminile nato dal principio maschile [[Daksha]] attraverso cui [[Brahma]], dio supremo della creazione, si manifesta. Per questo la dea prende il nome di [[Dakshaja]] oppure [[Dakshina]], «ambidestra», in quanto figlia e madre di [[Daksha]] ([[Rig-Veda]] X 72), col quale dà forma a quell'incesto che è il mistero della creazione primordiale e che si ripete all'infinito negli antichi testi sacri indiani come nel [[Brihad-Aranyaka]] e nelle [[Upanishad]]. Fu anche moglie del [[rishi]] [[Kasyapa]]. In qualità di dea casta e illibata Aditi assume il nome di [[Anarva]].
 
<br>Personificatrice del cosmo; detta anche la «Coscienza infinita» da cui presero forma gli [[Aditya]] che sono i maggiori dèi vedici. Nel [[Rig-Veda]] (II 153) A. è menzionata come la «Vacca Luce primigenia» che si nutre di [[Soma]] (bevanda dell'immortalità riservata agli dèi ariani-indù) e come la «Vacca nutrice», e «Madre cosmica». Secondo il filosofo indiano Aurobindo, Aditi è il principio femminile nato dal principio maschile [[Daksha]] attraverso cui [[Brahma]], dio supremo della creazione, si manifesta. Per questo la dea prende il nome di [[Dakshaja]] oppure [[Dakshina]], «ambidestra», in quanto figlia e madre di [[Daksha]] ([[Rig-Veda]] X 72), col quale dà forma a quell'incesto che è il mistero della creazione primordiale e che si ripete all'infinito negli antichi testi sacri indiani come nel [[Brihad-Aranyaka]] e nelle [[Upanishad]]. Fu anche moglie del [[rishi]] [[Kasyapa]]. In qualità di dea casta e illibata Aditi assume il nome di [[Anarva]].
  
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[[Categoria:Mitologia Indo-Iranica]]
 
[[Categoria:Mitologia Indiana]]
 
[[Categoria:Mitologia Indiana]]
 
[[Categoria:Asia]]
 
[[Categoria:Asia]]

Versione delle 22:08, 11 dic 2018

Aditi è il giorno nella mitologia indiana, sorella della notte Diti. Considerata anche dea della luce, madre degli Aditya, è venerata sotto forma di vacca. Dea madre di tutti gli dèi, principio femminile dell'universo.
Così recita il Rig-Veda:
Aditi è il cielo, Aditi è l'aria;
Aditi è la madre, il padre il figlio;
Aditi è tutti gli dèi e le cinque tribù;
Aditi tutto ciò ch'è nato:
Aditi è tutto ciò che nascerà! (I. 89)


Personificatrice del cosmo; detta anche la «Coscienza infinita» da cui presero forma gli Aditya che sono i maggiori dèi vedici. Nel Rig-Veda (II 153) A. è menzionata come la «Vacca Luce primigenia» che si nutre di Soma (bevanda dell'immortalità riservata agli dèi ariani-indù) e come la «Vacca nutrice», e «Madre cosmica». Secondo il filosofo indiano Aurobindo, Aditi è il principio femminile nato dal principio maschile Daksha attraverso cui Brahma, dio supremo della creazione, si manifesta. Per questo la dea prende il nome di Dakshaja oppure Dakshina, «ambidestra», in quanto figlia e madre di Daksha (Rig-Veda X 72), col quale dà forma a quell'incesto che è il mistero della creazione primordiale e che si ripete all'infinito negli antichi testi sacri indiani come nel Brihad-Aranyaka e nelle Upanishad. Fu anche moglie del rishi Kasyapa. In qualità di dea casta e illibata Aditi assume il nome di Anarva.